5 possibili scenari sotto la presidenza di Trump
Da costruire "il muro" al cancellare ogni traccia della presidenza di Obama
09 Novembre 2016
Nel 2000 Matt Groening ironizzava su un immaginario futuro in cui Donald Trump sarebbe stato eletto presidente degli Stati Uniti. Oggi, sedici anni dopo, quel futuro è reale. Possiamo toccarlo con mano da quando stamattina, con gli occhi ancora abbottonati, abbiamo visto la sbarra rossa dei voti oltrepassare il 270. Donald Trump è il nuovo presidente degli Stati Uniti d’America, sembra una barzelletta, ma purtroppo non lo è. Vi sembra impossibile che uno che nel 2016 pensa (e sottolineo “pensa”, cioè ci crede davvero) che il cambiamento climatico sia una menzogna, che Obama non sia un cittadino americano e che abbia (letteralmente) fondato l’ISIS, che ha detto senza problemi che si farebbe sua figlia e che parlando delle donne in privato ha affermato “Grab ’em by the pussy. You can do anything”, non solo abbia libero arbitrio, ma sia anche stato eletto presidente? Anche a noi.
Certo, c’è sempre la possibilità che non ci arrivi neanche all’inizio del suo mandato a Gennaio, dato che a Dicembre lo aspetta un processo per stupro di minore.
Purtroppo però, anche nel caso in cui fosse dichiarato colpevole, le cose non appaiono migliori: a salire alla presidenza sarebbe il suo vice, Mike Pence, paladino dei conservatori più incalliti che promuove il rifiuto di servizi alle coppie gay e il divieto di aborto.
Insomma, comunque vada, si prospetta un futuro brillante e per niente anacronistico!
Se non avete capito bene quale sia il piano politico del nuovo presidente, non disperate. È semplicemente perché Trump non ne ha uno! Da bravo imbonitore ha sempre detto tutto il contrario di tutto, divulgato dati sbagliati solo per ravvivare il rancore della sua audience e fatto leva sul sentimento più primordiale di tutti: la rabbia. Ma di fatto, di proposte vere e proprie non ce ne sono state. Qualche svarione che è tornato a più riprese però c’è stato, e qui sotto vi diamo una panoramica su quello che dovrebbe rientrare nel piano “make America great again”.
Il peso messicano è già crollato, ma per il resto è probabile che nessuna di queste proposte sarà realizzabile. Troppa forza lavoro verrebbe meno, il piano costerebbe troppo e l’economia del paese sarebbe a rischio, perciò l’opzione più probabile è che piuttosto che scacciati gli immigrati saranno regolarizzati.
#2 La Russia
Trump e Putin ormai sono pappa e ciccia, quindi è probabile che le tensioni con la Russia si allenteranno.
Il presidente russo non ha tardato ad esprimere la sua soddisfazione sul risultato di queste elezioni, dichiarando che “confida nella possibilità di costruire un dialogo costruttivo tra Mosca e Washington, che si basi sui principi di parità, rispetto reciproco e presa in considerazione delle rispettive posizioni, nell’interesse dei nostri popoli e del mondo intero.”
Insomma, tutto rose e fiori. Per ora.
#3 L’ISIS e la politica estera
Come fermare l’ISIS? Non temete, Donald Trump ha la risposta anche a questo. Basterà “knock the hell out of ISIS.”
Vi state chiedendo in cosa si traduca nel concreto? Beh, questo non è dato saperlo.
Fra le tante cose che Trump ha farneticato per farsi eleggere, in materia di politica estera c'è poi la promessa di uno smantellamento totale della Nato. Questo, naturalmente, sarà impossibile. Quello che forse succederà sarà che gli USA ridimensioneranno il loro impegno sulle questioni in cui la Nato è coinvolta, così come nelle questioni internazionali in generale. A detta di Trump, l’America manderà truppe in campo estero solo se necessario – che entra in totale contraddizione con il suo piano di “knock the hell out of ISIS” una volta per tutte.
#4 L'ambiente
Per questa storia del cambiamento climatico poi, l’America sta spendendo troppo. A Trump proprio non vanno giù quei milioni di dollari invesititi nei programmi climatici delle Nazioni Unite, considerato che, come accenavamo, per lui il cambiamento climatico non è che una bufala. Il suo primo passo sarà quello di tagliare questi investimenti, se non addirittura azzerarli, ed usarli piuttosto per le infrastrutture. Poi, si penserà ad implementare la produzione di gas naturale e petrolio in territorio statunitense.