Vedi tutti

Cosa sta succedendo ai festival musicali

È un pessimo momento per i grandi eventi di musica dal vivo

Cosa sta succedendo ai festival musicali È un pessimo momento per i grandi eventi di musica dal vivo

Il 2024 sarà ricordato come «l’anno in cui i festival musicali sono morti», ha scritto il giornalista Greg Rosalsky nella newsletter Planet Money, pubblicata dall’emittente radiofonica statunitense NPR. In effetti non è un buon momento per i grandi eventi di musica dal vivo, soprattutto nei Paesi anglosassoni: negli ultimi mesi sono stati cancellati numerosi festival, a tal punto che alcuni addetti ai lavori parlano già di crisi del settore. Dall’inizio dell’anno sono stati annullati eventi anche molto diversi tra loro, in termini di proposta musicale, area geografica e pubblico di riferimento. È il caso, ad esempio, del Desert Daze e del Sierra Nevada World Music Festival, due noti appuntamenti californiani dedicati rispettivamente al rock psichedelico e alla musica reggae. Lo stesso è accaduto al Kickoff Jam, un popolare festival di musica country, e al Blue Ridge Rock Festival. Ma sono stati cancellati anche festival indirizzati a un pubblico generalista, come il Sudden Little Thrills o il Float Fest di Austin. Dopo 19 anni di attività, quest’anno è stato sospeso persino il Pitchfork Music Festival, organizzato a Chicago dall’omonima rivista statunitense. 

Ci sono poi grandi eventi musicali che non sono stati annullati, ma che hanno ottenuto risultati molto deludenti per i loro standard. Per esempio, negli scorsi mesi si era parlato parecchio dei flop commerciali di due tra i più noti festival statunitensi: il Coachella e il Burning Man. Il primo ha avuto una diminuzione dei ricavi di circa 15 punti percentuali rispetto allo scorso anno, mentre i biglietti del Burning Man 2024 per la prima volta in oltre dieci anni non sono andati sold-out. Ma questa tendenza non riguarda soltanto gli Stati Uniti. Ad agosto sono state cancellate l’edizione sudamericana del Primavera Sound (​​che avrebbe dovuto svolgersi in Argentina, Brasile, Uruguay e Paraguay) e quella parigina del Lollapalooza. La situazione più critica, comunque, è nel Regno Unito, dove peraltro la cultura dei festival musicali è molto radicata: dall’inizio dell’anno nel Paese sono stati annullati oltre 60 grandi eventi del genere.

Perché il settore dei festival musicali arranca

@dinnermusic coachella day two baby! #fyp #coachella #billieeilish #musicfestival @coachella original sound - gibson

Le molte cancellazioni di festival musicali nei Paesi anglosassoni e non solo hanno diverse cause. Quella principale riguarda l’impatto che l’aumento dell’inflazione ha prodotto nelle economie occidentali. In questo contesto, i costi per l'approvvigionamento dei beni e i servizi necessari a organizzare eventi del genere sono aumentati notevolmente, e molti promoter non sono riusciti a rientrare dalle spese. Bisogna poi considerare che i festival, specialmente quelli indipendenti, sono attività economiche piuttosto rischiose – necessitano infatti di grandi investimenti iniziali: la vendita dei biglietti e le altre fonti di guadagno non sempre permettono di coprire le uscite, tanto che nella maggior parte dei casi i margini di profitto sono piuttosto limitati. A causa dell’aumento dei prezzi, che ha comportato conseguenze tangibili anche sul costo dei biglietti, gli spettatori sono diventati più selettivi, e oggi tendono a concentrare le loro attenzioni e le loro risorse sui festival più popolari – come ad esempio il Glastonbury, che essendo ormai uno degli eventi musicali più seguiti al mondo accusa molto meno di altri le oscillazioni del settore.

L’attuale momento di crisi dei festival musicali ha anche a che fare con le mutate modalità di fruizione dei consumatori. Oggi gli utenti delle principali piattaforme di streaming, e in particolare di Spotify, scoprono nuovi artisti soprattutto attraverso playlist generate da un algoritmo, che in genere tiene conto delle esperienze di ascolto di utenti con abitudini simili. Questo approccio, nel tempo, avrebbe sostanzialmente appiattito i gusti degli utenti, facendoli diventare più abitudinari e meno inclini alle novità discografiche. Di conseguenza, oggi molti potenziali spettatori sono più restii a partecipare a grandi eventi musicali con line-up di artisti o gruppi a loro sconosciuti. In passato ai festival del genere ci si andava anche e soprattutto per scoprire nuova musica: oggi l’interesse verso questa forma di intrattenimento invece è visibilmente diminuito.