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Le indagini dell'UE sui prodotti tossici venduti da Temu

Continuano i problemi con Bruxelles per il fast-retail cinese

Le indagini dell'UE sui prodotti tossici venduti da Temu Continuano i problemi con Bruxelles per il fast-retail cinese

Continuano i problemi con Bruxelles per il fast-retail cinese, che nei prossimi giorni si troverà a fronteggiare un’indagine ufficiale da parte dell’Unione Europea sulle accuse di vendita di prodotti illegali sulla piattaforma. Già lo scorso luglio, l’UE aveva dichiarato l’intenzione di imporre dazi doganali più pesanti sulle importazioni a basso costo, una proposta che avrebbe colpito direttamente Temu, Shein e AliExpress. Ora, la Commissione Europea è pronta ad attaccare in maniera diretta la piattaforma di e-commerce gestita dalla cinese PDD Holdings Inc., con un’indagine che potrebbe sfociare in pesanti sanzioni economiche per l’azienda, con multe che potrebbero raggiungere il 6% del fatturato annuo globale di Temu. Secondo alcune fonti, la Commissione Europea si appresta ad aprire ufficialmente il procedimento, con l’obiettivo di verificare se Temu stia violando le normative comunitarie contro le attività illecite online. L’indagine formale potrebbe essere avviata nei prossimi giorni nell’ambito del Digital Services Act dell’UE, ma i tempi potrebbero slittare in base ai cambiamenti dei leader politici del braccio esecutivo di Bruxelles. Già lo scorso 11 ottobre, la Commissione Europea aveva richiesto all’azienda cinese di fornire informazioni riguardo alle azioni intraprese da Temu per limitare la vendita di prodotti illegali, insieme al loro piano per la protezione del benessere e della salute dei propri consumatori. Un portavoce della Commissione ha dichiarato che Temu ha risposto venerdì scorso e che le risposte sono attualmente in fase di analisi. Tuttavia, sembrerebbe che le informazioni fornite dai rappresentanti dal fast retailer non siano state abbastanza esaustive da calmare le preoccupazioni dell’Unione Europea. Infatti, un recente sondaggio del Financial Times, rivela che l’80% dei giocattoli venduti su Temu e altre piattaforme online erano prodotti tossici o rappresentavano un rischio per la salute dei bambini.

 

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L’indagine arriva in un momento in cui l’Unione Europea sta prendendo misure forti sui servizi online e la protezione dei consumatori. Già nel 2022, l’UE aveva approvato il Digital Services Act, che conferisce alla Commissione ampi poteri per multare le grandi aziende online che non riescono a controllare i contenuti illegali sulle loro piattaforme. Quella su Temu non è la prima indagine formale; infatti, dall’inizio dell’anno Bruxelles ha già avviato altre inchieste su Meta, AliExpress, TikTok e X. Le preoccupazioni per il fast retail cinese erano già state espresse dalla Commissione nei primi mesi dell’anno, quando Temu è stata designata come una “Very Large Online Platform” e sottoposta a un maggiore scrutinio. Insieme al rivenditore di fast fashion Shein, a Temu è stato inizialmente richiesto di fornire maggiori informazioni sugli sforzi per controllare la vendita di prodotti illegali già a giugno. Sebbene l’indagine possa sembrare una forte stretta da parte dell’UE, le procedure possono essere interrotte in qualsiasi momento qualora l’azienda accetti di adottare azioni concrete contro la vendita di prodotti illegali. Tuttavia, da quanto emerso finora da Bruxelles, l’azienda cinese non è risultata cooperativa.