Chiamare cantanti famosi ai party aziendali è sempre più comune
Per le singole società è un modo per far vedere quanto valgono
29 Aprile 2024
Di recente Elodie si è esibita alla festa aziendale della società di consulenza Accenture, e i video della serata – alla quale hanno suonato anche Max Pezzali e i The Kolors – sono circolati molto online. In questi casi gli eventi non sono aperti al pubblico, ma sono pensati in esclusiva per i dipendenti delle singole aziende. Per le grandi società organizzare party del genere è un modo per farsi notare e posizionarsi, sottolineando di essere "al passo coi tempi" rispetto alla cura delle risorse umane. Le aziende vedono in questi eventi anche l’occasione per differenziarsi dalla concorrenza e mostrarsi più appetibili, facendo leva sui benefit dei dipendenti. Tra le grandi società è diventato perciò piuttosto comune proporre feste di questa portata– a cui di solito partecipano migliaia di persone e che richiedono grossi budget. Lo scorso dicembre i Måneskin, qualche giorno dopo essere rientrati dal loro tour mondiale, hanno suonato al party aziendale di Luxottica, che avrebbe speso circa 800mila euro solo per organizzare il concerto. A questo si aggiunge una cena curata dallo chef Davide Oldani del ristorante D’O di Milano (2 stelle Michelin). All’evento, che si è tenuto in provincia di Belluno, in Veneto, erano presenti oltre 5mila persone – in gran parte operai. In passato alle feste di Luxottica avevano suonato Robbie Williams, Laura Pausini o Biagio Antonacci. La tendenza a invitare cantanti famosi ai party aziendali non è nuova, ma fino a poco tempo fa in genere la cosa non godeva di grande risonanza; ora, invece, questa pratica sembra essere stata del tutto sdoganata, tanto da diventare quasi un vanto per le stesse società – soprattutto quando la festa risulta essere particolarmente prestigiosa e riuscita. Ad esempio, al party dell’azienda di consulenza Pwc si è esibito Marco Mengoni, mentre in occasione della festa per il ventennale della società BIP Mika ha tenuto un concerto privato al Forum d’Assago. Reply, per il suo party, ha invitato i Pinguini tattici nucleari, mentre Moncler ha ospitato Annalisa. La società di consulenza KPMG, invece, ha chiamato i The Kolors. Quando però i video dei concerti finiscono per diffondersi sui social network, a volte molti utenti si chiedono se un bonus economico per i dipendenti non risulti più gradito rispetto a un evento del genere.
Perché i concerti privati convengono agli artisti
Fino a circa dieci anni fa, per un cantante famoso partecipare a un concerto privato era un’attività piuttosto atipica. Era invece una pratica molto più comune tra gli artisti considerati in declino o "superati", anche perché le aziende tendevano a far leva sull’effetto-nostalgia dei loro dipendenti. Ora invece è diverso. Il rapporto tra i cantanti e i brand è molto cambiato, e i concerti privati hanno trovato un posto nella più ampia e consueta attività di collaborazione con le aziende – soprattutto perché l’incasso è molto vantaggioso. Più in generale gli eventi dal vivo sono la principale fonte di guadagno per gli artisti, dopo che l’ascesa dello streaming e il crollo delle vendite dei dischi hanno stravolto il settore. I concerti privati, poi, oltre all’aspetto economico, presentano diversi benefici: esibirsi a una festa è molto meno impegnativo rispetto a un live tradizionale, che richiede una preparazione maggiore e dura molto di più. In quest’ultimo caso, inoltre, gli spettatori sono tutti o quasi paganti e fan dell’artista, perciò le aspettative in merito alla performance sono maggiori. Come segnala il New Yorker, anche negli Stati Uniti il numero di artisti che prendono in considerazione la possibilità di esibirsi ad eventi privati è molto aumentato. Beyoncé, ad esempio, qualche anno fa ha tenuto uno show esclusivo in un nuovo hotel di Dubai, guadagnando oltre 20 milioni di dollari, mentre il magazine statunitense riporta che il rapper Flo Rida ha cantato – per circa mezz’ora – alla festa di compleanno del figlio di una persona molto ricca, per un compenso "a sei cifre".