Si può vivere senza Facebook
22 Ottobre 2015
Se pensate che una vita senza Facebook non sia possibile, vi sbagliate di grosso. Ci ha pensato la Generazione Z, cioè i nati tra il 1996 e il 2010, a dimostrarci il contrario, cancellando i propri account e iniziando una rivoluzione social-mediatica.
A rilasciare i primi germi nell'aria è stato Jaden Smith che, lo scorso Maggio, ha cancellato il suo account Twitter – per poi riaprirlo poco dopo – dando inizio ad una riflessione generale sul significato della vita online. Il fenomeno si è allargato a macchia d'olio, al punto di contagiare perfino Lena Dunham, che circa una settimana fa ha abbandonato il suo profilo Twitter, ora gestito solo dal suo team, perché non sosteneva più le offese che riceveva.
Perché si arriva a una decisione così drastica? E, credetemi, non esagero a definirla “drastica”, visto quanto siano ormai influenti i social media nelle nostre vite.
Il primo motivo è il bisogno di privacy, che solo l'offline può garantire, difendendo la vita privata e la nostra immagine pubblica. Infatti, i socials sono ormai una minaccia continua per la nostra sfera privata, diventata bersaglio facile di occhi indiscreti, lingue troppo lunghe e, soprattutto, amici senza il senso della misura.
Un altro motivo è l'ossessione, quasi patologica, che provocano i socials. Intervistati, alcuni ragazzi Z parlano di invidie e ossessioni nate dalle loro attività online, di cui allora hanno fatto volentieri a meno.
Non vi ricordano qualcun altro, ad esempio voi stessi? Inutile negare l'importanza che può avere un semplice Like su Facebook o quanto possa condizionarci la foto di uno sconosciuto su Instagram. Che vi piaccia o no, i social media hanno ormai una certa rilevanza nella nostra vita e sul modo di percepire la realtà e noi stessi. Sto esagerando? Forse, ma la realtà non è così lontana.
La Generazione Z ha capito tutto ed è già stanca di questo giochetto, forse perché nata nel pieno della sovraesposizione mediatica. C'è la volontà di mantenere per sé alcuni momenti quotidiani, di non lasciarsi condizionare da vite online perfette ben orchestrate e, soprattutto, si ha un ridimensionamento dell'importanza dei social media.
Se passate notti insonni a contare i Like sulle vostre foto e vi esprimete solo con 140 caratteri, bèh, forse dovreste seguire l'esempio della Generazione Z e staccare la spina.