Cool Chit Chat - Luna Park's Fauna
When the worst nightmares come true
13 Novembre 2013
Quando nasci in una provincia qualunque del nord devi sempre combattere, per non venir risucchiato dalla banalità.
Stai lì barcollante tra la voglia di scoprire il mondo e la comodità di farti cullare dalle abitudini. Ma c’è chi apprezza questo universo e ci sguazza allegramente, anche se ha 25 anni o poco meno.
Ho deciso di immergermi a pieno per comprendere cosa c’è dietro a tutto ciò. Perché non scegliere il luogo peggiore, ovvero il tanto temuto luna park?
Interfacciarsi con l’incubo della propria adolescenza per capire la verità. Entrare nella psiche del truzzo medio. Il setting ovviamente era quello di un tardo pomeriggio nebbioso.
Immaginatemi arrivare con una microscopica 500, parcheggiare in un campo ricoperto di buche ed appropinquarmi esitante tra la musica più commerciale che esista.
Superate le prime giostre per bambini, compaiono le attrazioni adrenaliniche: Tagadà, Motherhorn, Gabbie Volanti, Excite. Nomi di pasticche allucinogene is the way. Qui si affollano gruppetti di adolescenti addobbati a festa, non c’è situazione migliore per cuccare.
Qui il truzzo medio dà il meglio di se.
Ho capito che non sei assolutamente nessuno se non indossi una felpa bianca con il cappuccio, possibilmente con stampa pop a colori fluo.
Le tribù si distinguono per scelte delle scarpe, quelli con leggere tendenze hipster (anche se qui effettivamente nessuno sa cosa siano) vestono le Vans, quelli più rap hanno le Nike più truzze e fluo che esistano in commercio, se sono da basket è meglio. I più insicuri indossano le Blazer, ma è evidente come non vengano calcolati dal resto della crew. Non sono contemplati altri tipi di calzature. L’omologazione è tutto.
I jeans ovviamente la fanno da padrone, per maschi e femmine. I risvolti non vanno più e hanno ideato un modo geniale per avere le caviglie scoperte: ruotano la gamba del pantalone verso l’interno e l’alto, così da creare una sorta di laccio emostatico a metà polpaccio. L’effetto appena-scappato-di-casa è grandioso. I più trasgressivi indossano pantaloni della tuta, rigorosamente a vita bassa, o leggins dalle fantasie orribili.
La cura per il make up è meticolosa, un trucco che persino Moira Orfei potrebbe invidiare. Sopracciglia sottilissime o disegnate, rossetti rossi a sproposito, ombretti che neanche Clio avrebbe tutti quei colori, mascara parabolico, eye-liner a fiumi e i capelli..I capelli, signori miei, sono il tocco deluxe. Per lui creste e rasature improbabili, nemmeno El Shaarawy saprebbe fare di meglio. Per lei la piastra è un must, liscio estremo con doppie punte correlate, lo shatush sta invadendo anche questi luoghi con gli esiti peggiori possibili. Le outsider abbandonano il liscio per il frisée.
Berrettini di lana indossati come puffi e trasgressivi New Era all’indietro. Tutto ciò che è passato di moda da pochissimo qui viene ripreso all’estremo in una rivisitazione grottesca delle tendenze.
Musica dance pompatissima, macchine del fumo, luci psichedeliche, zucchero filato e sigarette.
I miei sensi sono saturi, decido di andarmene tra le occhiatacce.
Cosa posso pretendere? Indosso una giacca di tweed.