Il mondo della moda ha ancora spazio per creativi come Marc Jacobs?
Forse un ingegno multiforme come il suo è la chiave per riavvicinare il pubblico al lusso
29 Novembre 2024
Negli ultimi mesi, Marc Jacobs è tornato sotto i riflettori. Si è parlato di una possibile vendita del suo marchio da parte del gruppo LVMH e di speculazioni su un suo ingresso da Chanel. A completare il quadro ci sono le sue campagne pubblicitarie eccentriche, dove spesso compare in prima persona, confermandosi un nome costantemente in primo piano nel panorama della moda. La notizia più recente? Anna Wintour lo ha scelto come guest editor per il numero di dicembre di Vogue America. Un evento senza precedenti: dal 1988, ogni singola edizione della rivista è stata diretta dalla stessa Wintour. Questo numero speciale vede Kaia Gerber protagonista di due copertine firmate da Steven Meisel, mentre la terza nasce dalla collaborazione con la pittrice Anna Weyant. Tra le pagine troviamo anche una beauty story con Alex Consani e Anok Yai, oltre a un servizio di Gregory Crewdson che ritrae lo stesso Jacobs. Una visione creativa che segna un netto cambio di passo rispetto agli ultimi numeri di Vogue, con il messaggio implicito che Jacobs abbia ancora molto da dire e da fare.
Molti ritengono probabile che questo progetto rappresenti davvero un riposizionamento strategico per Jacobs e il suo marchio che, si diceva qualche mese fa, Bernard Arnault volesse vendere per snellire il largo portfolio di LVMH - rumor finora disatteso. Dopo tutto il designer ha trasformato Louis Vuitton in un colosso globale grazie a collaborazioni con artisti come Takashi Murakami e Stephen Sprouse, a collezioni di accessori diventate culto e alla creazione della prima linea ready-to-wear per la maison francese. Ora, la collaborazione con Wintour solleva interrogativi sul futuro della stessa Vogue. Sebbene la Wintour abbia rassicurato i lettori che non ci sarà un suo addio imminente, questo gesto potrebbe preludere a una fase di transizione e alla ricerca di un erede. Il brand Marc Jacobs, con un fatturato di 600 milioni nel 2023, trainato dal successo globale della sua Tote Bag, si trova in un momento cruciale. Jacobs, creativo nato a New York, ha tratto dalla città l’energia che gli ha permesso di ridefinire il concetto di lusso contemporaneo. È il candidato ideale per una delle tante poltrone vacanti nelle grandi maison di moda? O il suo destino sarà simile a quello di altri creativi, come Riccardo Tisci (guest editor per l’ultimo numero del magazine Boy Brother Friend), finiti un po’ ai margini del settore?
@runwayrelapse Replying to @LavLux711 Marc Jacobs describes how he developed Louis Vuitton from a sleepy luxury brand to the major fashion house that it is today. (from ‘High Low with Emrata’). #marcjacobs #louisvuitton #lvmh #luxury #fashion #designer original sound - Runway Relapse
Da un punto di vista più ampio resta ci si continua a chiedere se essere un ex-direttore creativo di successo non rappresenti un’opportunità o un limite per un futuro ruolo di elevato profilo. Jacobs stesso ha dimostrato di sapersi evolvere. Sfilate lampo da tre minuti, modelle-bambole, show fuori calendario: la sua capacità di riscrivere le regole del settore lo rende una figura ancora interessante oltre che una mente da tenere sotto osservazione. Ma cosa accadrebbe se portasse questa energia a una grande maison? È chiaro, però, che nel 2024 il ruolo di un direttore creativo è sempre più vincolato da logiche di mercato. Vendere è la priorità assoluta, e la libertà di stravolgere un brand è rara - un creativo come Alessandro Michele è l’eccezione che conferma la regola. E di fronte a tanta volontà di sovvertire le regole e le convenzioni del fashion system servirà capire se Marc Jacobs si stia evolvendo e sia pronto (o volenteroso) di rimettersi in gioco come direttore creativo o tutte queste strategie servono solo ad attirare buzz sul proprio brand. Il suo progressivo ritorno sotto i riflettori non ci dà risposte ma senza dubbio, Jacobs rappresenta molto più di una semplice "nail art” .