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Cosa significa “Cool Britannia”?

La reunion degli Oasis, l'ultimo show di Celine, l'eterno fascino della Union Jack

Cosa significa “Cool Britannia”? La reunion degli Oasis, l'ultimo show di Celine, l'eterno fascino della Union Jack

La reunion degli Oasis e la salita al potere di un governo laburista nel Regno Unito, così come la nostalgia innescata dal film-fenomeno Saltburn, hanno riportato all’immaginazione collettiva il periodo storico noto come “Cool Britannia”, una specie di tempesta perfetta sul piano culturale che dominò la Gran Bretagna nella metà e alla fine degli anni '90, è stato un periodo di orgoglio nazionale, ottimismo e rinascita culturale. Nello stesso periodo si ebbero: la brillante e tragica parabola di Lady D.; l’esplosione del Britpop, la vittoria UK all’Eurovision e il successo delle Spice Girls e dei Take That, l’ascesa di David Beckham, i libri di Harry Potter, oltre che il James Bond di Pierce Brosnan; nella moda John Galliano e Lee McQueen portarono una rivoluzione mentre Vivienne Westwood faceva le fiamme; Londra era semplicemente il place-to-be e lo Union Jack uno dei simboli tramite cui si manifestava questo senso di freschezza e di interesse. Fu così che nacque la frase "Cool Britannia": un gioco di parole sull'inno patriottico del XVIII secolo Rule, Britannia! strettamente legato all'ascesa del governo New Labour di Tony Blair e ai cambiamenti sismici nella società britannica dopo anni di governo conservatore. Il movimento si ispirava alla vivace "Swinging London" degli anni '60, mescolata con elementi moderni, in netto contrasto con la cupezza della cultura americana dominata dal grunge, dalla dura denuncia sociale dell’hip-hop, dalle morti violente di diversi idoli culturali, da Gianni Versace a Tupac e dai drammatici eventi di Columbine.

Come nacque l’espressione “Cool Britannia”?

Come si diceva, la frase nacque come una deformazione del motto Rule, Britannia emersa per la prima volta nell’album di debutto della Bonzo Dog Doo Dah Band nel 1967 i cui versi recitavano: «Cool Britannia, Britannia you are cool/Take a trip!/Britons ever, ever, ever shall be hip». Nel ’96 fu il brand di gelati Ben & Jerry’s a registrare il trademark per una linea di prodotti e anche un magazine show di Channel 4. Già nel corso degli anni ’90 la frase veniva usata per simboleggiare la ripresa economica del Regno Unito mentre nel ’96 il giornalista americano Stryker McGuire aveva scritto su Newsweek un articolo intitolato London Rules in cui la capitale inglese veniva definita «la città più cool del pianeta», ribaltando il cliché esistente fino ad allora che vedeva la città come un luogo triste e antiquato. L'elezione di Tony Blair a Primo Ministro nel 1997 segnò il culmine dell'era Cool Britannia. Blair, che guidò il Partito Laburista a una vittoria schiacciante dopo 18 anni di governo conservatore, abbracciò il rinascimento culturale che stava travolgendo il paese. Il suo governo era desideroso di allinearsi con questa immagine giovane e moderna della Gran Bretagna. Questo culminò nel famoso evento del 1997 in cui Noel Gallagher degli Oasis visitò la residenza di Blair, simboleggiando il nuovo rapporto tra politica e cultura pop - anche se già nel ‘99 Noel Gallagher si disse pentito di aver accettato l’invito, dietro pressione di sua madre. Il governo Blair cercò di riposizionare la Gran Bretagna come una nazione dinamica e proiettata verso il futuro. Questo riposizionamento si estese alle arti, dove il movimento dei "Young British Artists" (YBAs), guidato da figure come Damien Hirst e Tracey Emin, fece scalpore sia a casa che all'estero. La scena artistica nel Regno Unito divenne un altro pilastro di Cool Britannia, con le sue opere irriverenti e all'avanguardia che simboleggiavano lo spirito fresco e ribelle dell'epoca.

 

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Sul fronte popolare, erano i musicisti al centro di questa rivoluzione. Le origini di Cool Britannia possono tutte essere fatte risalire all'emergere del Britpop, un genere musicale che vide le band britanniche rivitalizzare il carisma e le sensibilità degli anni '60, in particolare dei Beatles e dei Kinks. Il Britpop emerse come una reazione al grunge e a un rigetto del disagio sociale in cui si trovava allora la cultura USA, che dominava l’intero occidente ma nei confronti della quale si andava cercando un’alternativa. Band come Oasis, Blur, Pulp, The Libertines e Suede guidarono la carica, cavalcando un senso più ampio di ottimismo nel Regno Unito, mentre l'economia cominciava a riprendersi dalle turbolenze degli anni '80. Gli Oasis, in particolare, erano in prima linea in questo movimento. Il loro album di debutto, Definitely Maybe del 1994, fu un successo commerciale e di critica, che diede l'avvio a un'ondata culturale che sarebbe durata anni. Con il loro suono ispirato ai Beatles e l'attitudine irridente e insolente di un gruppo di ragazzi working class, gli Oasis incarnavano lo spirito della Cool Britannia—un mix inebriante di nostalgia e novità. La loro rivalità con i Blur, una band che rappresentava l'intellettualismo della classe media, divenne un simbolo di un conflitto culturale più ampio, spesso descritto dai media come una "Battaglia del Britpop".

Mentre le band Britpop dominavano le classifiche, le Spice Girls divennero il volto di Cool Britannia su scala globale: nel ’96, Wannabe conquistò le classifiche in 37 paesi insieme al suo messaggio di "girl power" che effettivamente avrebbe lanciato tutte le girl band successive. Anche grazie a una serie di film dove tutti i significanti “classici” dell’Inghilterra diventavano come dei giocattoli pop, le Spice Girls divennero un'incarnazione dello spirito dell'epoca e giocarono un ruolo cruciale nella diffusione dell'idea di Cool Britannia oltre i confini del Regno Unito. Sempre seguendo la strategia dell’assimilazione culturale, Tony Blair esprimeva pubblicamente la sua ammirazione per le Spice Girls, citando il loro successo Say You’ll Be There come una delle sue canzoni preferite del 1996. La loro ascesa andava di pari passo con quella di Blair e venivano spesso collegate dai media all'immagine della nuova Gran Bretagna moderna.

Il boom della cultura

L’era della Cool Britannia non si limitava alla musica ma permeava tutti gli aspetti della cultura. L'industria cinematografica vide una rinascita con film come Quattro Matrimoni e un Funerale del 1994 e Trainspotting del 1996 – che, non a caso, aveva una colonna sonora piena di Britpop. In libreria c’erano mega-successi mondiali come Harry Potter, che arrivò sugli scaffali nel ’97, e Il diario di Bridget Jones, uscito l’anno prima mentre nel ’99 arrivò Una serie di straordinari eventi. Anche la moda giocava un ruolo significativo nel movimento Cool Britannia. Designer come Alexander McQueen, John Galliano e Stella McCartney guadagnarono fama internazionale, mentre Kate Moss divenne un’icona mentre Bond Street si riempiva di nuove, giovani boutique.

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L'Union Jack divenne un simbolo potente di questo nuovo orgoglio britannico, indossato famosamente da Geri Halliwell delle Spice Girls ai Brit Awards del 1997 e da Noel Gallagher che lo aveva stampato sopra la propria chitarra. Uno dei momenti più emblematici di Cool Britannia fu l'Euro 1996, il torneo di calcio ospitato dall'Inghilterra. Fu un periodo di rinnovato patriottismo, con la canzone Three Lions di David Baddiel, Frank Skinner e The Lightning Seeds che divenne l'inno ufficioso del torneo. Il torneo riaccese l'identità nazionale inglese, attingendo alla nostalgia per la vittoria della Coppa del Mondo del 1966. Tony Blair prese spunto dai testi della canzone al congresso del Partito Laburista del 1996, creando una fusione tra cultura pop e retorica politica che definiva la sua ascesa al potere.

Il ruolo di Margaret Thatcher

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È possibile leggere storicamente il fenomeno come una reazione alla lunga era del Thatcherismo. Le politiche della Thatcher, con il loro focus sulla liberalizzazione economica e la deregolamentazione, avevano provocato significativi cambiamenti nella società britannica. In particolare la sua rivoluzione economica nota come "Big Bang", aveva portato a una crescita esplosiva nel settore finanziario e trasformato Londra in un centro mondiale della finanza. Questo cambiamento, sebbene avesse generato prosperità per alcuni, aveva anche ampliato le disuguaglianze sociali e alimentato una crescente distanza tra le classi sociali creando una forte volontà di rivalsa in seno alla classe lavoratrice (un documento dei tempi su tutti: Billy Elliott) che, spesso trascurata e marginalizzata durante gli anni di Thatcherismo, trovò nuove opportunità di espressione e successo creativo. Sia Galliano che McQueen, ad esempio, erano entrambi originari di contesti socioeconomici modesti e divennero protagonisti di una scena della moda che rifletteva la stanchezza culturale che si respirava nel mondo aristocratico e alto-borghese della moda parigina, come anche spiegato nel documentario Kingdom of Dreams. Questa nuova generazione di creativi non solo sfidava le convenzioni stabilite, ma celebrava anche una sorta di ribellione contro le norme sociali imposte dalle politiche di Thatcher. Anche gli Oasis erano originari delle classi lavoratrici e si fecero portavoce di una nuova energia e di un orgoglio nazionale dai toni molto blue-collar, gettando un faro sulla cultura calcistica e sulle subculture che intorno a essa si alimentavano.

La percezione di ricchezza dell’Inghilterra e il conseguente ottimismo furono l’onda lunga delle politiche economiche di Thatcher. Uno dei cambiamenti più evidenti da lei introdotti fu l'espansione della proprietà immobiliare grazie al programma "Right to Buy", che permise agli inquilini di case popolari di acquistarle a prezzi scontati. Entro il 1991, il numero di proprietari di case andò da 10,2 a 13,4 milioni - un aumento che non ha avuto eguali nei decenni successivi portò alla riduzione delle case popolari, a liste di attesa più lunghe e a una crescente scarsità di case a prezzi accessibili. In circa dieci anni, il prezzo medio delle case triplicò esacerbando le disuguaglianze e contribuendo a una maggiore volatilità economica. Economicamente, l'aumento della liberalizzazione economica e della privatizzazione portò a una diminuzione significativa del settore industriale e minerario, penalizzando numerose comunità operaie e creando un certo malcontento sociale in un generale quadro di crescita dei servizi e contrazione dell’industria. Le politiche di Thatcher influenzarono anche la distribuzione del reddito: quello medio delle famiglie aumentò del 26%, ma le famiglie più povere videro solo un modesto incremento, mentre le famiglie più ricche ne beneficiarono di più. Le disuguaglianze aumentarono, e la povertà infantile e quella degli anziani crebbero in modo preoccupante durante gli anni '80. Le nuove icone creative degli anni ‘90, emerse dalla classe lavoratrice, incarnarono un rifiuto delle norme stabilite e una celebrazione della diversità e della vitalità britannica, creando un periodo di rinascita culturale che rifletteva il desiderio culturale di uscire dall’atmosfera conservatrice del Thatcherismo.

La fine dell’ottimismo

Nonostante l'ottimismo iniziale, l'idea di Cool Britannia aveva i suoi critici. Già nel 1997, il termine stava diventando sempre più ironico. Alcuni iniziarono a intravederci uno strumento di marketing superficiale che mercificava la cultura giovanile per fini politici ed economici. Lo stesso anno, invece, arrivava già la parodia ufficiale e più celebre: Austin Powers. Nato dalla mente del comico americano Mike Myers, Austin Powers e la trilogia che avviò ottennero enormi incassi in tutto il mondo e, non a caso, il primo film uscì nel '97, ovvero l'anno degli Oasis e di Tony Blair, prendendo in giro l'ossessione iconografica dello Union Jack e la celebrazione sperticata dello spirito libero della Swinging London. La parodia dichiarata era chiaramente a James Bond e al suo mito nazional-popolare, con l'ispirazione che derivava dal padre di Myers che gli aveva fatto conoscere la musica e gli artisti anni '60, ma è emblematico come la trama del film parli di un uomo della Swinging London "atterrato" nella Londra degli anni '90 e alla distanza tra i valori delle due epoche, con una costante parodia dell'idea di Britishness dettata senza dubbio dall'onnipresenza della cultura del Regno Unito nella sfera pop.

Già nel ’98, The Economist esprimeva un cauto scetticismo nei confronti di un’operazione retorica che iniziava fin da subito ad assomigliare a una strumentalizzazione politica: «È particolarmente pericoloso mettere le industrie “creative” e la cultura giovanile al centro di uno sforzo sponsorizzato dal governo per cambiare l'immagine della Gran Bretagna. Sono cose che dipendono dalla moda e dalla spontaneità. Ma poche cose sono meno alla moda o spontanee di un politico sorridente in giacca e cravatta». Infatti, all'inizio degli anni 2000, il movimento Britpop era in gran parte svanito e il panorama politico era cambiato.Artisti e musicisti che una volta si erano allineati con il New Labour, come Alan McGee della Creation Records, divennero disillusi con il governo di Blair, particolarmente a causa di politiche come le tasse universitarie e la guerra in Iraq che portò a uno storico corteo di protesta a Londra con più di un milione di partecipanti – una specie di break-up nazionale collettivo in diretta mondiale. Il declino dell'era Cool Britannia fu anche accelerato da un senso di nostalgia eccessiva, che puntava troppo pesantemente sui gloriosi anni passati. Nel 2003, un’icona come George Michael derideva apertamente il concetto di “Cool Britannia” come una «marea di sciocchezze».