I dispositivi che monitorano la salute sono l’ultima fissa dell’élite
Soprattutto i tracker che “valutano” il quantitativo di zuccheri nel sangue
18 Marzo 2024
I dispositivi che controllano la glicemia vengono utilizzati da anni dalle persone che soffrono di diabete, come Nick Jonas che è anche sponsor di un brand americano che li produce, ma di recente, soprattutto nei Paesi anglosassoni, il monitoraggio dei livelli di zucchero nel sangue sembra essere diventata l’ultima tendenza tra le élite – insieme all’interesse per il cibo healthy e per le tecnologie in grado di tenere traccia dello stato di salute. Oggi, il 46 % delle persone adulte nel Regno Unito afferma di utilizzare dispositivi che monitorano la salute. Un esempio di questi tool è la stessa app Salute di iPhone, che tra le altre cose controlla il battito del cuore, se collegata a uno smartwatch. La dottoressa Rachael Kent, docente al King's College di Londra e autrice del podcast Digital Health Diagnosed, ha detto a Dazed che «le app e i dispositivi indossabili di monitoraggio della salute sono in costante aumento dal 2010 e oggi sempre più persone tengono traccia di diversi aspetti della propria salute». La tendenza è decollata da quando, negli ultimi anni, sono nati numerosi marchi che offrono programmi mirati di fitness e nutrizione, come Lingo, Signos, Veri e The Better Nutrition Program, i quali forniscono ai loro clienti anche dispositivi ad hoc per monitorare lo stato di salute.
Avere troppa consapevolezza del proprio stato di salute è peggio?
@unherdtv “People are being rushed to maybe overly simplistic conclusions, thinking they’re part of a fully #scientific #study, and who knows whether the conclusions they reach are going to be good for them or not?” #UnHerd’s #FreddieSayers and #DeborahCohen, former #Newsnight #Health Editor, discuss whether the #science behind the #Zoe #nutrition app really adds up. Watch the full investigation on our #YouTube channel, at the link in the bio. #UK #US #News #Politics #ZoeApp #ZoeNutrition #Microbiome #GutHealth original sound - unherdtv
Il più popolare tra questi programmi è ZOE, il cui focus è sulla nutrizione – conta più di 130mila abbonati e su Instagram presenta una community di oltre mezzo milione di utenti. Nello specifico ZOE “valuta” gli alimenti in base a quanto aumentano i livelli di zucchero nel sangue: gli utenti, indossando l’apposito dispositivo di monitoraggio della glicemia, possono visualizzare in tempo reale l'impatto delle loro scelte nutrizionali – ad esempio «potresti scoprire che alcuni dei tuoi snack e pasti sani preferiti stanno in realtà avendo un effetto negativo sul tuo corpo», si legge sul sito del marchio. Ma è davvero necessaria tutta questa consapevolezza della propria salute?
Nicola Guess, dietista e ricercatore presso l'Università di Oxford, ha detto a Dazed che sebbene non sia problematico per le persone non-diabetiche utilizzare tali dispositivi, probabilmente non c'è una reale necessità per farlo, né prove concrete che questo approccio migliori effettivamente la salute dei singoli. Una persona che ha testato ZOE ha riferito al magazine britannico che, sebbene l'esperienza in sé sia stata interessante e piuttosto positiva, ritiene controproducente, o per lo meno controverso, che le persone possano avere accesso a così tanti dati sul loro corpo – cosa che le renderebbe più che altro ossessionate. Secondo quanto sostiene la dottoressa Kent l'automonitoraggio compulsivo della propria salute può sfociare in una sorta di dipendenza, che a sua volta può causare eccessivo e inutile stress, così come ansia, soprattutto a coloro che non soffrono di alcuna patologia.
Ci cureremo con l’intelligenza artificiale?
Using AI in medicine requires a complete rethink of many things, starting from training the doctors, disrupting processes and also how insurances work. What to tackle first? How does culture of the medical and insurance industries affect this? @cxotalk @mkrigsman #cxotalk
— Arsalan Khan (@ArsalanAKhan) March 15, 2024
Lo sviluppo delle tecnologie di monitoraggio della salute è legato all’aumento significativo dei dati nel campo della medicina. In questo senso, in futuro, non è da escludere che la stessa intelligenza artificiale potrà contribuire a curare le persone o a prevenire malattie. Già in questi anni, in tutto il mondo, medici e ricercatori collaborano per sfruttare queste risorse tecnologiche; ma sono anche in fase di valutazione i limiti, i possibili effetti controproducenti e i potenziali errori. La convinzione è che l’intelligenza artificiale possa migliorare l’assistenza sanitaria in tutto il mondo, ma solo se l’etica e i diritti umani vengono messi al centro della sua implementazione, sostiene il report Etica e governance dell’intelligenza artificiale per la salute, pubblicato dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). In questo studio i ricercatori hanno individuato diversi principi per garantire che l’intelligenza artificiale per la cura delle persone funzioni nell’interesse pubblico e nel rispetto della privacy. Il più importante è la protezione dell’autonomia umana: i medici, in sostanza, dovranno mantenere comunque il controllo dei sistemi sanitari e delle decisioni-ultime sul paziente.