Cosa vuol dire essere una modella nel 2023?
«Sappiamo tutti che l'industria ama i visi da bambina e le ragazze giovani»
03 Novembre 2023
Il Fashion Month è stato ricco di eventi, tra cui l'attesissimo rebrand di Victoria's Secret. Conosciuta negli anni per le sue politiche spietate quanto all'immagine delle sue modelle, l'azienda sta cercando di diventare l'opposto di ciò che rappresentava un tempo. Il nuovo Victoria's Secret vuole essere inclusivo e diversificato, per questo, per il lancio della nuova collezione, il brand ha invitato nuovi volti, tra cui la stilista Michaela Stark, nota per i suoi design trasformativi, e ha prodotto un documentario su Amazon Prime. Proprio come Abercrombie & Fitch, Victoria's Secret ha cercato di adattare la sua quintessenza di branding da Millenial alla Gen Z, una clientela molto più consapevole del target originale. Per adesso è difficile capire se il rebranding di Victoria's Secret sarà effettivamente incentrato sull'inclusività, soprattutto considerando il ritorno di Hailey Bieber ed Emily Ratajkowski come protagoniste delle ultime campagne. Un tempo le modelle erano il cuore pulsante di Victoria's Secret, ma questo slancio verso una nuova immagine potrebbe anticipare un cambiamento necessario da parte dell'industria del modeling - o forse no?
«Ancora oggi penso che fare la modella sia così glamour. Ogni volta che sono con i miei amici, o con chiunque in generale, e parlo negativamente del mio aspetto, spesso mi viene risposto con la frase: "oh, stai zitta che sei una modella"», dice la designer e modella Grace Findlay. «Si viene immediatamente messi su questo piedistallo, si crede che le modelle siano invincibili a qualsiasi tipo di normale cambiamento del corpo». Oggi Findlay ha dovuto abbandonare quasi completamente la carriera nella modeling industry per via del suo lavoro di designer, ma ha notato che l'etichetta di modella le è rimasta addosso. «Conosco tante cantanti, attrici, cantautrici, creative e designer che vengono ancora descritte come una modella che scrive, una modella che recita: sembra che non si riesca a liberarsi di questo termine, è visto come parte integrante della propria persona», aggiunge.
Cosa è cambiato, allora, negli ultimi anni? «Credo che le pratiche tossiche siano cambiate. Il mio percorso di modella è stato diverso rispetto a quello che ci si aspettava dalle modelle degli anni '80 o '90», dice Findlay. Ricorda i momenti in cui sul set tutti erano incoraggiati a mangiare, cosa impensabile ai vecchi tempi. Conferma anche di non ha mai sentito commenti sul proprio corpo, avendo lavorato a molti progetti guidati da donne. «L'unica cosa problematica con cui ho avuto a che fare nell'ambito del lavoro di modella è sempre stata la mia agenzia. Credo che stessero cercando di far leva sul fatto che, quando ero più giovane, ero più fresca e con un viso da bambina, e sappiamo tutti che l'industria ama i visi da bambina e le ragazze giovani», commenta Findlay. La sua agenzia voleva ridurre le misure dei suoi fianchi, cosa che nessun altro le aveva mai richiesto. «Mi inviavano programmi di fitness. I miei fianchi si sono allargati perché stavo mettendo su muscoli correndo da una parte all'altra. Erano così delusi da me quando mi si sono allargato i fianchi nonostante tutte le altre misure fossero diminuite».
Negli anni Novanta, l'età d'oro della modeling industry, le modelle potevano essere la persona più cool del mondo o la più squattrinata - in alcuni casi, potevano anche essere entrambe le cose, allo stesso tempo. Kate Moss e Christy Turlington sono state scoperte quando avevano solo 14 anni, Linda Evangelista ha partecipato a un concorso di modelle a 15, Cindy Crawford ha partecipato al concorso Elite's Look of the Year a 16 anni e Naomi Campbell è stata scoperta a 15. A quell'età, la maggior parte delle ragazze deve ancora iniziare a sviluppare le proprie forme, ed è per questo che molte modelle venivano poi costrette a mangiare poco o niente. Questa diet culture tossica ha influenzato anche altre professioni, tra cui la recitazione e altri media. Nel documentario delle top model recentemente lanciato su Apple TV, le protagoniste liquidano la polemica sull'età col sorriso. «Anche se l'attività non era perfetta [...] quando ci guardiamo indietro, c'è un senso di gioia e giocosità.»
Oggi le modelle sono ancora magre, prova ne sono gli show delle ultime fashion week. A conclusione dell'ultimo Fashion Month, Vogue Business ha pubblicato il suo Body Diversity Report stagionale, da cui è emerso che le uniche sfilate in cui non c'erano modelle di taglia media erano Karoline Vitto a Milano e Chopova Lowena a Londra, gestita da Sarah Small dell'agenzia di street casting Good Catch. La maggior parte delle sfilate ha inserito nel mix alcune modelle mid-size, ma quasi nessun marchio ha osato far sì che queste superassero le modelle di taglia regolare. Tutti i brand che hanno ingaggiato un maggior numero di modelle mid o super-size erano aziende indipendenti ed emergenti, dimostrando ancora una volta che anche se la visione del mondo del modeling sta cambiando, le case di moda di lusso devono ancora rendersene conto.