Pierluca Cetera
17 Luglio 2012
C’entra qualcosa con la morte; meglio ancora, con la salma. La ragione stessa della pittura disastrale di Pierluca Cetera (che si sgancia dagli astri e vaneggia in giro per l’immaginario) non sarebbe meglio apparentabile che alla massa di catrame d’ossa e di carni pustolose su cui l’artista lavora come ostetrico al contrario.
La creanza (così come la precedente serie di lavori dal titolo Il Bosco) è un catechismo mutato a perversione. È un lavoro che fa da guarnizione forata all’etica, che brama col sorrisino infido dietro all’ampia gonna del buoncostume. Molto spesso le sue creature, colte nell’atto di pregare, dormire, fumare, pascolare o fare sesso, sono un popolo di handicappati [la lingua abbatte il dente che duole], di deformi, dei peggiori. L’artista è il più cruento dei sociologi perché soffre terribilmente dell’agghiacciante conformismo tutt’intorno e lo affronta prendendolo in giro. Mette in bocca ai suoi soggetti, alle sue storie e persino ai suoi visitatori, parole-pensieri-opere-e-omissioni cui mai avrebbero creduto di dar stura: così la serratura aperta sull’oscuro schiude tutto un universo sottosopra, l’ordine sfinito dei benintenzionati, le piccole sbirciate in mezzo ai rami.
(dal testo di Roberto Lacarbonara)
Per maggiori informazioni:
http://www.youtube.com/user/peterzetl?feature=guide
http://www.galleriabattaglie.it/artista.asp/idaut_54/pierluca-cetera/artista.html
http://www.formaquattro.com/
Sezione arte a cura di Patrizia Emma Scialpi