Niccolò Pasqualetti e Lessico Familiare alla conquista di Parigi
Storie di emergenti italiani che varcano il confine
04 Ottobre 2023
È raro per un brand italiano indipendente riuscire a sfondare all’estero, nel mare di concorrenza pronto ad assalire di critiche i nuovi arrivati, tanto più quando per “estero” si intende Parigi, capitale universale del lusso, dell’haute couture e della moda esclusiva. Questa settimana però, due nomi giovanissimi si sono fatti strada sotto il cielo parigino della Fashion Week SS24, affermando la presenza bianca-rossa-verde al fianco dei più rinomati Prada, Valentino e Marni. Questo settembre, Niccolò Pasqualetti e Lessico Familiare hanno scritto una nuova pagina della loro carriera, forse influenzando anche quella dei designer italiani che verranno.
Il primo emergente a solcare le passerelle della Paris Fashion Week, rinnovando la propria presenza in terra francese, è stato Niccolò Pasqualetti, che ha presentato la SS24 del suo omonimo brand in un setting bianco, ornato solamente di morbidi cuscini bianchi. In un contesto privo di colore ma intimo, i design di Pasqualetti hanno studiato i limiti che separano gli opposti: il naturale e il sintetico, il formale e l’informale, la notte e il giorno. «In uno spazio bianco, vedi le cose per quello che sono, e dimentichi da dove vengono» ha recitato il comunicato stampa dello show. Fin dalla nascita del suo marchio, il designer unisce gli elementi della terra e la sartoria classica accostando silhouette classiche ad uno styling androgino, e la sua SS24 non è venuta meno. Una sensazione di sorpresa ha infuso l’atmosfera dello show grazie all’abilità di Pasqualetti di aggiungere dettagli ricchi di personalità ad abiti fondamentalmente radicati nella tradizione, a tratti ammiccando all'ironia, talvolta motivando alla riflessione. Nella sua nuova collezione, Pasqualetti ha esplorato come la pelle può sembrare carta stagnola, il cotone può diventare cartone, mentre rune di metallo argentato hanno conferito ad ogni look un aspetto oscuro, spingendo l’osservatore a domandarsi se la collezione fosse stata ideata veramente per le strade eleganti di Parigi o per Marte. In ogni caso, lo show ha dimostrato nuovamente la perizia sartoriale di Pasqualetti e la sua inclinazione per i giochi di accostamento, un binomio che preannuncia, attraverso codici stilistici chiari, una prosperosa direzione artistica.
A differenza di Niccolò Pasquetti, che produce in Toscana ma ha deciso di basare il proprio brand a Parigi, la presentazione di Lessico Familiare alla Paris Fashion Week ha rappresentato una tappa lontana da casa. Il brand, fondato da Riccardo Scaburri, Alberto Petillo e Alice Curti, ha collaborato con forte_forte per poem for a guy - l’ispirazione arriva da Song for Guy di Elton John - in uno show nato con lo scopo di disintegrare «gli archetipi del guardaroba maschile con un approccio future-nostalgico, seducente, vivo e reale.» Per questa collezione, i designer hanno scelto di portare i loro classici codici nostalgici nella capitale francese lasciando che merletti e camicie millerighe denaturalizzate potessero posare tra i tavoli di un caffé parigino. Seguendo attivamente le regole delineate fin dagli esordi del brand, pigiami, fru fru e trench hanno perso la loro storica rigorosità e si sono rivestiti di una nuova estetica. A prima vista una collezione dal look innocente, anche un po’ fanciullesco, poem for a guy ha guardato con aria di sfida ai fashion insider della Parigi per bene, proponendo loro di tornare indietro di qualche anno e di pensare a quando il gioco, la forma più pura dell’arte, era ancora il momento più importante della giornata.
Intervistati da nss in occasione della loro prima sfilata a Parigi, Scaburri, Petillo e Curti hanno rimarcato il senso di orgoglio provato dal team di Lessico Familiare in questi giorni. «Presentare a Parigi, decisamente più città che il capoluogo lombardo, ha avuto un sapore incredibile,» hanno raccontato i designer, ricordando di come la scelta di presentare al bistrot Progrés sia stata rigorosamente in linea con il DNA del loro brand: «Luogo democratico e su strada, così che collezione e passanti si mescolassero senza distinzione.» Tanto quanto la decisione del trio di portare il loro brand a Parigi, la collaborazione con Forte_Forte è nata in maniera molto spontanea, tra amici e nel rispetto della slow fashion, come vogliono i rispettivi brand. Partendo dall'archivio del brand di Giada Forte, in Veneto, il team collaborativo ha «fuso i metodi, lavorando a terra e ricreando subito gli outfit, anzi i personaggi, che poi hanno preso vita a Parigi. Forte Forte si occupa di womenswear, ma per questa collaborazione abbiamo ricreato tutti gli archetipi del guardaroba maschile ipotizzandolo indossato da personaggi shakespeariani.» Il richiamo al drammaturgo inglese allude ad un prossimo show nella capitale del Regno Unito? «Siamo talmente nostalgici e amanti del passato che non ti saprei dire se domani saremo in qualche location a Milano o sul divano di casa a guardarci Via col Vento» ammettono i designer, ma aggiungono: «Non escludiamo però qualche altra lessicata all'estero!»
E così questa Paris Fashion Week ha ospitato i nuovi arrivati a ridosso dei capisaldi della moda italiana, alternando la tenacia della narrativa Prada e il romanticismo incurabile di Valentino con la freschezza extraterrestre di Pasqualetti e la favola malinconica di Lessico Familiare. Da un lato, due maison che hanno ancora molto da dire malgrado la loro storia sia cominciata diverse decadi fa, dall’altra il bello della gioventù che nella industry italiana fa sempre un po’ fatica a farsi spazio. Questa fashion week è stata un successo per i quattro designer emergenti, così come per chi, dal legno di una scrivania o dal metallo di una macchina da cucito, spera ancora in una moda più accessibile a chi merita e meno ossessionata coi numeri di Instagram.