La trascurata storia del nudo integrale maschile
Da Yves Saint Laurent nella campagna Pour Homme alle collane falliche di Vivienne Westwood
14 Febbraio 2023
Era 1980 quando American Gigolo di Paul Schrader scrisse un pezzo di storia del cinema. Il giovane e inesperto Richard Gere fu l’unico attore ad accettare di girare il primo nudo frontale maschile nella storia di Hollywood, dopo che una serie di colleghi più affermati avevano preferito cautamente declinare. Il ruolo di prostituto consacrò Gere come sex symbol, mentre quei pochi secondi di nudo integrale diventarono l’emblema di una pratica tutt’oggi poco diffusa rispetto al nudo integrale femminile. Dalla scandalosa passerella di Rick Owens nel 2015, un remake dalle tinte apocalittiche di Sotto al vestito niente di Carlo Vanzina sino ai ‘rossetti dalle forme falliche’ di Isamaya Ffrench con la sua Lips Collection, passando per il sovversivo mondo delle campagne pubblicitarie: la moda, così come il cinema, ha spesso fatto della celebrazione del corpo un tema ricorrente, per alcuni stilisti quasi ossessivo. Per festeggiare San Valentino, ripercorriamo un argomento ingiustamente trascurato come il nudo integrale maschile nella storia della moda.
Forme falliche in passerella
I genitali maschili sono comparsi in passerella di rado se consideriamo l'esorbitante numero di sfilate nella storia della moda. Tra i pochi sufficientemente coraggiosi da presentare in scena immagini di nudo integrale maschile - reali o stilizzate - spicca, ovviamente, il nome di Tom Ford. Nel 2014 lo stilista statunitense ha presentato ciondoli a forma di pene che all'epoca suscitarono non poca polemica per la loro forma a croce. Qualche anno dopo è stata la volta dei ciondoli fallici di Vivienne Westwood (per non parlare delle Penis Shoes del 1995) e più recentemente dei portachiavi stilizzati di JW Anderson, accessorio decorativo da attaccare a indumenti e borse. Nel 2015 Rick Owens ha mandato in passerella i suoi modelli con tuniche scure e dettagli cut out che lasciavano intravedere i genitali, mentre nel 2019 Ashley Williams e Christopher Kane si sono ispirati ai ‘liquidi corporei’ per le rispettive collezioni.
Tutto il nudo dei direttori creativi
Sin dall’alba dei tempi, i direttori creativi si possono dividere in due gruppi: quelli di margeliana memoria, coloro che rifiutano di cedere la proprio immagine al dio del marketing per dare il giusto spazio alle proprie creazioni, e creature ibride tra la figura di stilisti e influencer ante litteram, che della propria apparenza hanno fatto un marchio, spesso, anche grazie alla loro nudità. Dalle raffigurazioni più ‘soft’, come un Ludovic de Saint Sernin pallido ed efebico nelle foto diffuse per annunciare il suo nuovo ruolo di direttore creativo di Ann Demeulemeester, al nudo integrale di Rick Owens abbracciato al suo gatto Sphynx, passando per Riccardo Tisci, Daniel Lee, Matthew Williams, spesso immortalati senza camicia, ma estremamente pudici se paragonati alle immagini scandalose che hanno fatto la storia della moda. Nel 1971, Yves Saint Laurent apparve completamente nudo in una pubblicità per il suo profumo maschile, Pour Homme, con un aspetto delicato ma libertino su tre cuscini di pelle impilati; negli anni '90, il re del sesso in passerella, Tom Ford, si spogliò e saltò nella doccia per Terry Richardson nel numero di novembre 2007 di Out, così come Marc Jacobs decise di esibire i suoi bicipiti ben oliati per Juergen Teller nella pubblicità della sua nuova fragranza, BANG. «Fotografami come una delle tue ragazze francesi», si dice così in questi casi?
Il sesso maschile nelle campagne di moda
Durante la sua permanenza alla guida di Gucci, Tom Ford ha trasformato il marchio in un simbolo di lusso sexy, tra modelle costantemente in perizoma e campagne che flirtavano con il limite della pornografia. Lo stilista ha giustamente applicato la stessa etica all'abbigliamento maschile, affidando la campagna FW01 al fotografo Terry Richardson. Il risultato è un’immagine a dir poco suggestiva, entrata di diritto nella lista delle campagne più discusse della storia, un modello tatuato che stringe l’estremità della sua cintura con logo come se si trattasse del suo membro. Richardson ha continuato con le campagne ammiccanti unendo le forze con Sisley nel 2001, quando ha fotografato la modella Josie Maran mentre ingerisce latte direttamente dalle mammelle di una mucca. La pubblicità di Yves Saint Laurent del 2002 è stata la prima del marchio a mostrare il nudo maschile integrale, con le pose di Samuel de Cubber che ricalcano gli scatti di nudo del 1971 dello stesso Saint Laurent. Lo spot è stato realizzato sotto la direzione creativa di Tom Ford: «Il profumo si indossa sulla pelle - dichiarava Ford in un comunicato stampa dell'epoca - Quindi perché nascondere il corpo?». Il decennio successivo è stato ricco di immagini incentrate sul sesso, da Calvin Klein a Diesel, ma per avere un nuovo esempio di dissacrante nudità maschile nelle bisognerà aspettare la SS17 di Eckhaus Latta e le sue immagini di coppie reali, opportunamente pixelate, impegnate in un amplesso. La campagna scattata da Heji Shin metteva in evidenza come gli abiti - o la loro mancanza - scandiscano i momenti più personali della vita di ognuno.