Tutti pazzi per il maglione intrecciato di Nike
Quando l’estetica di vostra nonna incontra lo sportswear
05 Dicembre 2022
Cosa succede quando un hypebeast invecchia? E cosa succede quando invecchia ed è Natale? Probabilmente indossa il Cable Knit Sweater di Nike. Presentato come parte della collezione invernale di Nike Sportswear, questo curioso maglione intrecciato dall’aria tanto tradizionale (e persino antiquata per alcuni) ha iniziato a fare il giro del web prima in maniera quieta, poi sempre più insistente, finché la foto del modello più popolare, quello color panna/beige, è apparsa sul feed di @hidden.ny (repostato dalla pagina del collezionista basato in Kwait, Del Ten), testimoniandone il suo definitivo ingresso nella Hall of Fame dei prodotti virali di quest’anno. Ma a pensarci bene il maglione in questione, realizzato non in lana ma in poliestere riciclato, aveva tutti i numeri per diventare virale. Quale maniera migliore di catturare l’attenzione del pubblico che creare un prodotto ibrido, che ricorda tanto i maglioni intrecciati della nonna quanto il senso di sportività e dinamismo di una felpa Nike? La costruzione tradizionale, il cui vibe potremmo addirittura definire “rustico”, è forse la salvezza di un logo così grande che, finora, aveva campeggiato soltanto sulle felpe pesantemente logate di solito associate agli adolescenti perennemente in tuta che popolano le periferie di tutta Europa.
Il maglione, in effetti, sembrerebbe essere uno di quei prodotti simbolici della transizione stilistica della generazione streetwear – abituata e ancora amante di hoodie e sportswear ma ormai troppo cresciuta per indossarli senza sentirsi tornare indietro ai propri quindici anni. Non è un mistero che, nel campo della moda, sia di lusso che high street, la maglieria abbia trovato una popolarità sempre crescente negli ultimi anni. Nel 2021, il britannico Centre for the Promotion of Imports calcolava che le importazioni europee di maglieria aumentavano di 5,1% ogni anno mentre, quest’estate, Transparency Market Research calcolava che entro il 2031 l’industria della maglieria potrebbe arrivare a valere 998,6 miliardi di dollari globalmente, registrando anche un forte incremento nell’impiego di “knitted sportswear”. Se volessimo indicare due momenti-chiave nel balzo di popolarità goduto dal knitwear, potremmo indicare il famoso cardigan di J.W. Anderson indossato in pandemia da Harry Styles di cui il designer condivise i cartamodelli per riprodurlo a casa; e l’immane popolarità del mohair innescata l’anno scorso dagli ormai celebri maglioni a righe di Marni. Unico problema: finora il mondo del knitwear era rimasto qualcosa di elitario, che diventava più democratico con il successo dei maglioni “shaggy” scozzesi, ma che aveva difficoltà ad aprirsi verso un pubblico di massa con proposte davvero virali e, dunque, anche cost-effective. Qui entra in gioco il Cable Knit Sweater di Nike.
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Il successo del prodotto (quand’era l’ultima volta che TikTok era impazzita per un prodotto Nike che non fosse un paio di sneaker?) è la testimonianza di una progressiva evoluzione dei gusti del pubblico. Nella stessa collezione del brand di Beaverton, ad esempio, si trovano anche utility jacket con il colletto ispirate al classico workwear, ponchos trapuntati e camicie in Dry-Fit piene di tasche cargo di Nike ACG ma anche un cardigan prodotto da Jordan Brand insieme a Eastside Golf che, insieme al maglione di cui si parlava a inizio articolo, sembrerebbe segnalare una sottile sperimentazione nel campo del cosiddetto “grown-up streetwear” di cui Aimè Leon Dore è il più celebre pioniere.