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La strana storia della “collabo” tra Supreme e Thom Browne

Uno dei misteri dello streetwear

La strana storia della “collabo” tra Supreme e Thom Browne  Uno dei misteri dello streetwear

The North Face, Nike, Vans, Stone Island e tanti altri. La lista dei brand che nel corso degli anni hanno collaborato con Supreme è lunghissima, tanto da poter perdere traccia di tutte le collabo messe a segno dal brand di James Jebbia dalla sua nascita a oggi. Tra quelle più riuscite e altre decisamente dimenticabili ce n’è una però che merita di essere raccontata, non tanto per la bellezza degli item rilasciati per l’occasione, ma per il mistero nato intorno al drop dopo la sua release. A marzo del 2010 Supreme annunciò infatti l’arrivo di una collabo con Thom Browne, il designer americano famoso, tra le varie cose, anche per le sue iconiche Oxford Shirt. Proprio le Oxford erano le protagoniste della collabo, disponibili in tre colorway con tanto di tag customizzato in cui spiccavano in bella vista i nomi dei due brand. «Questa stagione Thom Browne ha lavorato con Supreme per produrre un’esclusiva Oxford Shirt» si legge ancora oggi sul sito de brand nella news che, di fatto, certificava la bonarietà della collezione, rilasciata come da prassi il giovedì successivo all’annuncio.

Non passò però tanto tempo prima che Thom Browne dicesse la sua sulla collaborazione, alzando un alone di mistero intorno al drop. Ospite del Fashion Institute of Technology, rispondendo a una domanda sul suo lavoro con Supreme il design specificò in modo chiaro come quella con il brand non fosse una vera collaborazione, ma anzi, fosse, a suo dire, falsa. Nonostante le camicie fossero autentiche, Browne non fu mai coinvolto davvero nel processo creativo, così come affermato dal designer. Come andarono quindi le cose? Con molte probabilità Supreme acquistò uno stock di Oxford Shirt all’ingrosso per poi modificarle, aggiungendo ovviamente il nuovo tag esterno, mentre quello interno rimase invariato. Indipendentemente da come siano andate davvero le cose, il mistero intorno alla collabo tra Supreme e Thom Browne rimane forse uno degli episodi più sottovalutati della storia del brand fondato da James Jebbia.

Da un lato c’è il mistero dietro la storia, chi dice il vero tra Browne e Supreme e come possano essere andate veramente le cose, ma dall’altro c’è un episodio che rappresenta in pieno la filosofia del brand di New York, che ben prima dell’acquisto da parte di VF Corp e del successo mainstream vantava un approccio punk e scorretto al mondo della moda, andando oltre le regole e spesso creandone di nuove. Comunque la pensiate, ad oggi le camicie parte della collabo rimangono tra gli item introvabili nel mercato del resell, un piccolo grail con alle spalle una delle storie più misteriose dello streetwear.