I profitti di LVMH sono cresciuti del 156% nell’ultimo anno
Durante una conferenza, Bernard Arnault ha definito il metaverso una «bolla»
28 Gennaio 2022
Ieri, il gruppo LVMH ha presentato durante un’assemblea il report sui profitti per l’anno 2021 rivelando una performance da record, che ha battuto le aspettative degli analisti di circa due miliardi, con un aumento dei profitti netti del 156% su base annua, numero che corrisponde a 12 miliardi di euro. La performance è migliorata del 68% anche rispetto al 2019. Sempre rispetto all’anno prima della pandemia, considerato un benchmark per la ripresa economica dei grandi conglomerati del lusso, le divisioni moda e pelletteria di LVMH hanno registrato un aumento dei profitti del 75% quest’anno con Louis Vuitton e Dior in testa e con performance da record per Celine, Fendi e Tiffany & Co. E se la crescita del lusso appare lenta ma costante in Europa, Stati Uniti e Cina sono cresciute, nell’ultimo trimestre, rispettivamente del 30% e del 40% rispetto all’ultimo trimestre del 2019 segnalando le due superpotenze come le forze trainanti dell’industria del lusso. Dopo un tributo alla memoria di Virgil Abloh, inoltre, Arnault ha detto che il merito di questa performance è «soprattutto di Louis Vuitton, che è molto più che un brand di moda – è un’azienda culturalmente creativa».
Durante la videoconferenza, Arnault ha anche parlato del metaverso esprimendo una cautela che sfiorava lo scetticismo: «È un mondo puramente virtuale e, fino a ora, noi siamo nel mondo reale e vendiamo prodotti reali. Chiaramente il metaverso è affascinante, crea interesse ed è anche una fonte di divertimento. […] Se è fatto bene, potrebbe forse avere un buon impatto sulle attività dei nostri brand. Ma non siamo interessati a vendere sneaker virtuali per 10€. In conclusione, la cosa che mi sento di dire è che bisogna stare attenti alle bolle. Me lo ricordo dai primi tempi di Internet, all’inizio del 2000: c’erano tantissime aziende che volevano diventare Facebook ma solo una ci è riuscita davvero. Quindi procederemo con cautela».
Il presidente del gruppo, ha continuato a parlare indirettamente della sua visione dell’industria, dispensando allusioni a destra e a manca. Dopo aver lanciato una frecciata ai brand che finora si sono lanciati nella vendita di prodotti virtuali, Arnault non ha risparmiato nemmeno Chanel, dicendo che LVMH non vuole «dare l’impressione, come fanno alcuni brand, di avere prezzi che non corrispondono alla realtà economica del prezzo dei prodotti. […] Noi cerchiamo di essere ragionevoli per fare sapere ai consumatori che hanno a che fare con offerte realistiche e non artificialmente gonfiate».