I raver anni ’90 della collezione SS22 di Celine Homme
Preparate i vostri jeans oversize e le vostre giacche di paillettes
28 Luglio 2021
L’ultima sfilata di Celine Homme andata in scena ieri con un video girato sull’ Île du Grand Gaou, nel sud della Francia, ha portato nel repertorio di Hedi Slimane un piacevole caos, come quello che si potrebbe vedere in un rave sulla spiaggia. Motocross, voli acrobatici sulle rampe, bastoni che volteggiavano in aria e il beat martellante della musica della californiana Izzy Camina hanno accompagnato uno show che, nonostante l’idilliaca ambientazione marittima, è stato un pulsante, fervido omaggio ai rave e alla clubbing culture. Tutte le greatest hits di Hedi Slimane erano presenti: stivali, pantaloni di pelle, giacche da biker in versione smanicata e giacche sartoriali ibridate a elementi rock. Eppure per questa collezione è avvenuto qualcosa di diverso: la proverbiale skinny silhouette di Hedi, quella che rivoluzionò il menswear aprendo le porte a quell’estetica rock che ancora oggi gode di un immenso successo si è rilassata e ha lasciato spazio a mega-jeans oversize nello stile dei celebri JCNO anni ’90, a camicie-tuniche e caftani di paillettes, all’oversize e, soprattutto, a una accentuazione della gender fluidity dei look – che però per Hedi non è affatto rivoluzionaria.
Senza dubbio, questa collezione è stata quella che ha rievocato maggiormente non il passato di Slimane da Saint Laurent, quello che tutti ricordano, ma il suo iniziale esordio alla guida di Dior Homme, al punto che le lunghe gonne indossate da alcuni dei modelli erano probabilmente una reference alla FW04 di Dior Homme, una collezione intitolata Victim of the Crime, mentre il primissimo look dello show ha una costruzione quasi identica a uno dei look della SS06 di Dior, una collezione ispirata a Pete Doherty e piena di top smanicati, stampe animalier, pantaloni in pelle e paillettes.
L’estetica generale, però, mettendo da parte il motocross e lo scenario mediterraneo, ha rievocato i nightclub: sia le discoteche techno di Berlino che gli amati sweat pits inglesi dove Slimane andava a fotografare Pete Doherty e le influenze glam e punk si mescolavano in un gigantesco, edonistico calderone. L’heritage dei rock club inglesi dei primi 2000, però, è stato ovviamente aggiornato per un’epoca differente – un’epoca in cui oversize e skinny convivono, in cui le hoodie sono un prodotto di lusso brandizzato. La citazione ai jeans JCNO, però, così come i bordi metallici delle cinture punk che diventano un pattern per interi gilet, i pantaloni camo, gli occhiali specchianti, i choker di pelle, il richiamo al motocross – tutto rievoca la clubbing scene di fine anni ’90, il pop-punk di artisti come gli Offspring, i Blink 182 (che spesso giocavano a vestirsi da donna, just sayin’), Avril Lavigne, All Time Low, Fall Out Boy e i Good Charlotte.
Come le ultime collezioni disegnate da Hedi, in ogni caso, questa è stata una delle meno nostalgiche – il designer ha trovato una nuova linfa vitale nell’esplorare le eclettiche culture giovanili di oggi e nel rievocare quelle di ieri con precisione ma senza mai tergiversare nel passato. La sua capacità principale rimane sempre e comunque quella di saper creare un prodotto infinitamente indossabile: anche se ovviamente nel corso dello show lo styling ha una piega più estrema per motivi artistici, l’audience già sa che una volta giunti in negozio i singoli capi sono dei classici. Infine, altra notevole capacità di Hedi, è quella di cogliere al volo e fare propri i trend, in questo caso quello del DIY, richiamato con la presenza di cappelli crochet, di decorazioni dall’aria homemade ma in realtà assai sofisticate come i ricami “scarabocchiati” su jeans e cappotti, le scritte sui blazer simili a spille da balia e le borchie punk.