
Quando Hedi Slimane portò Kering in tribunale
E vinse
19 Febbraio 2025
L'uscita di Sabato De Sarno da Gucci ha scatenato un'ondata di speculazioni su chi potrebbe prendere il timone creativo del più importante brand di Kering. Tra i nomi ipotizzati spiccano quelli di Dario Vitale, ex-design director di Miu Miu, che però secondo le voci di corridoio potrebbe anche essere sul punto di entrare da Versace ma soprattutto quello di Hedi Slimane, designer francese a cui non servono presentazioni, che ha ricoperto il ruolo di direttore creativo per Dior Homme, Saint Laurent e Celine, da cui ha lasciato la direzione lo scorso ottobre. Dopo aver lasciato il brand, il designer ha aperto un nuovo account di Instagram di nome @hedislimanehomme che si presenta come una raccolta antologica, corredata di aneddoti, della carriera del designer nella moda e nella fotografia con un ricco corredo di aneddoti. Inutile dire che l’apertura dell’account ha acceso numerosi rumor di un prossimo ritorno del designer sulle scene - un designer che, ricordiamolo, è normalmente molto avverso all’esporsi in pubblico. Eppure, almeno in teoria, Slimane potrebbe rivitalizzare il brand perchè, semplicemente, è quello che ha sempre fatto: con Dior Homme portò il menswear di Dior fuori dal mondo delle licenze e della banale sartoria; da Saint Laurent creò il mood notturno e rock della maison che poi ne rimase la cifra per anni; da Celine prese un brand quasi di nicchia e lo ha trasformato in un business miliardario. Lo stile di Hedi Slimane si distingue per una coerenza estetica che trascende le maison che ha diretto. Ogni suo incarico si caratterizza per una reinterpretazione dell’identità del brand attraverso la sua visione personale: un’estetica fortemente influenzata dal grunge e dal post-punk, dal bianco e nero e da un’attitudine che richiama l’allure dei frontman delle band rock degli anni ’70, tutto questo accompagnato da estrema capacità di far aumentare le vendite. Il modus operandi del designer francese si potrebbe definire “effetto Slimane”: la desaturazione dei codici di una maison, seguita dall'importazione della propria estetica, che si caratterizza per una grammatica ben definita e invariata, accompagnata da un aumento vertiginoso delle vendite e dei guadagni.
Sotto la sua direzione, Celine ha visto una crescita esponenziale, passando dai 728 milioni del 2021 ai due miliardi di euro del gennaio 2023, cifra che ne ha fatto il terzo brand di LVMH. Certo, questi risultati non sono arrivati senza una certa difficoltà: un report di Miss Tweed sul brand diceva che il designer pretendeva di lavorare dalla sua Villa Kerouac di Ramatuelle senza andare a Parigi, che si faceva pagare cifre altissime come fotografo e stylist oltre che come direttore creativo per le campagne del brand su cui aveva il totale controllo e che si rifiutava di organizzare sfilate dal vivo - oltre ad aver litigato con Anna Wintour portando le sue collezioni a essere escluse da Vogue Runway. Queste difficoltà avrebbero infatti portato alla separazione tra il designer e LVMH, i cui vertici, pare, lo abbiano sostituito quando il brand era diventato un gigante commerciale. Richiamare Hedi, comunque, potrebbe essere una valida soluzione per risollevare le sorti di Gucci, che attualmente sta attraversando un momento difficile con il fatturato crollato del 20% a 4,1 miliardi nel 2024. Non di meno, l'ipotesi di un ingresso di Slimane in Gucci si scontra con un ostacolo non da poco: il suo difficile rapporto con Kering, il gruppo guidato da François Pinault, che possiede Gucci. La relazione tra Slimane e Kering, in effetti, è stata segnata da forti tensioni, culminate in diverse battaglie legali che hanno segnato profondamente il rapporto tra il designer e il conglomerato del lusso che ha dovuto pagargli oltre una decina di milioni di euro dopo aver perso.
Hedi Slimane v Kering/YSL is fantastically odd - they've been ordered to pay him $13m to not take another job. Brilliant/Bonkers,
— Alex Murray (@leguape) June 29, 2016
Nel 2012, Slimane è stato nominato direttore creativo di Yves Saint Laurent marchio di proprietà del gruppo Kering, avviando una trasformazione radicale della maison. Ha eliminato "Yves" dal nome, mantenendo solo "Saint Laurent", e ha introdotto una nuova estetica che ha avuto un impatto significativo sulle vendite. Prima del suo arrivo, nel 2011, il marchio registrava ricavi per circa 353 milioni di euro. Sotto la sua guida, il fatturato è raddoppiato, raggiungendo 707 milioni di euro nel 2014 e arrivando a circa 974 milioni di euro nel 2015. Ma nel 2016, dopo quattro anni alla guida della maison, il contratto di Slimane non fu rinnovato e il designer venne di fatto licenziato. A seguito dell’uscita dalla maison, Slimane intentò una causa contro Kering nel giugno 2016, contestando la revoca della sua clausola di non concorrenza. Secondo il designer, il gruppo aveva annullato unilateralmente questa clausola senza corrispondergli l’indennizzo previsto, che ammontava a circa €13 milioni. Slimane sostenne che, nonostante la risoluzione del contratto, gli spettasse il pagamento previsto dall’accordo originale.
Oltre alla controversia sulla clausola di non concorrenza, la disputa tra Slimane e Kering si estese nel marzo 2018, il Tribunale commerciale di Parigi ha condannato il gigante del lusso a pagare 9,3 milioni di euro relativamente alla quota variabile del compenso del designer per l’ultimo anno alla guida creativa di Saint Laurent. In seguito, la Corte di Appello di Parigi ha condannato Saint Laurent, a risarcirlo ulteriormente con 618.000 euro (più 80.000 euro di rimborso delle spese legali) per l’uso di fotografie e video realizzati da Slimane, ma senza il suo consenso dopo il suo licenziamento. La disputa legale tra Slimane e Kering si concluse con la vittoria di Slimane, che ottenne un risarcimento totale di 20 milioni di euro da parte del gruppo.Nonostante le speculazioni, la possibilità che Slimane prenda le redini di Gucci appare piuttosto remota, considerando la lunga e feroce battaglia legale che ha segnato la sua relazione con il gruppo. I trascorsi legali con Kering costituiscono un ostacolo abbastanza importante che fa suonare un po’ improbabile una riconciliazione tra le parti. Non di meno, il dibattito su che tipo di designer serva per salvare il brand e tutta Kering infuria tra i circoli della moda: uno star designer che vada a colpo sicuro e richiami le folle o un nome nuovo capace di portare novità e visione al brand? "Il nome del nuovo direttore creativo di Gucci verrà annunciato presto", ha dichiarato Francesca Bellettini, deputy CEO di Kering, quindi forse non servirà molto attendere.