Chi sono i teen knight di Hedi Slimane nello show FW21 di Celine
La Dark Academia incontra gli emo-punk anni ‘90
09 Febbraio 2021
Dopo il colpo di sole preso con la collezione SS21 di quest’estate, iperdecorata e psichedelica, oltre ansiosa di incapsulare lo spirito inafferrabile degli e-boys di TikTok, Hedi Slimane è tornato (o quasi) alla forma con Teen Knight Poem, lo show di Celine per la collezione maschile FW21. Con un video ambientato fra le spettacolari guglie e balconate del rinascimentale Château de Chambord, il più grande dei castelli della Loira, lo show di Celine ha evocato un mood a metà fra la dark academia e gli emo anni '90, esplorando l’estetica giovanile attraverso il tempo e tramite la lente dell’abbigliamento studentesco tanto nelle sue inflessioni più classiche e tradizionali che in quelle più anarchiche e sessantottine. Solo alla fine dello show si comprende chi sia il “cavaliere adolescente” a cui Slimane ha intitolato lo show, quando cioè alla luce delle torce i balaclava con dettagli in metallo della collezione scintillano come cotte di maglia. Slimane non è mai stato politico, anzi, ma i tamburi marziali che hanno fatto da sottofondo alla sfilata, i cavalieri con stendardi e la processione finale con le torce e i passamontagna sembra rievocare il mito delle proteste giovanili e creare un parallelismo con quello degli antichi ordini cavallereschi.
Nonostante la collezione sia di taglio marcatamente moderno, con abbondanza di puffer jacket, hoodies e sneaker, lo sguardo estetizzante verso la storia rimane, tanto che l’accessorio più bizzarro a fare la sua comparsa fin dal primo look è un farsetto cinquecentesco, accoppiato a un lungo mantello con cappuccio che sembra una toga accademica. La suggestione storica rimane comunque solo una sorta di punto di fuga ideale, verso cui si orienta una prospettiva eclettica che mescola con grande equilibrio le varie suggestioni di Slimane – risultando in una collezione perfettamente calibrata. Le prime tre collezioni maschili di Celine disegnate da Slimane (che ha introdotto il menswear nel brand) si erano infatti concentrate sul passato e sulla nostalgia, mentre la collezione SS21 di quest’estate aveva bruscamente cambiato rotta, dirigendosi verso un territorio molto più giovanile finendo per apparire un po’ fuori luogo. L’equilibrio che invece questa collezione ha raggiunto fra tradizione e sperimentalismo è ammirevole ed è in grado di portare insieme sia i fan dello Slimane più classico che il pubblico più giovanile e legato al mondo dei loghi cubitali e dalle suggestioni pop-punk.
In tutto ciò, Slimane resta Slimane, dunque la sua collezione rimane prevedibile nel senso che continua a ricamare sugli stessi design e silhouette di tailoring, di giacche di pelle, di stivali dal tacco cubano a cui siamo abituati da lungo tempo. Il pregio intrinseco della collezione però, vicino in un certo senso a quello del nuovo tailoring che Virgil Abloh ha proposto da Louis Vuitton e Off-White, è quello di voler ricongiungere i mondi opposti del completo sartoriale e della hoodie logata, della biker jacket e della puffer jacket, dello stivaletto e della sneaker, dei colletti candidi e inamidati e delle catene cromate al collo. Un equilibrio che viene raggiunto sia limitando l’esuberanza di fronzoli e colori (stiamo ancora cercando di metabolizzare quel maglione con il volto il clown e le giacche a vento variopinte viste in estate) sia riportando al centro il prodotto maniacalmente curato (il cappotto del look finale è stato creato in 1300 ore di lavoro da 23 ricamatori) mentre la spettacolosità e il dramma rimangono affidati allo styling, che trasforma severi completi in uniformi punk usando solo layering e make-up, e rivela intricati pattern decorativi sui capi più classici e insospettabili.