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LVMH trova un accordo per l'acquisizione di Tiffany&Co.

Il nuovo (e forse ultimo) capitolo di una saga lunghissima

LVMH trova un accordo per l'acquisizione di Tiffany&Co. Il nuovo (e forse ultimo) capitolo di una saga lunghissima

UPDATE 29.10.20: La soap opera multimiliardaria in cui si era trasformata l'acquisizione di Tiffany & Co. da parte di LVMH è giunta a un lieto fine (per ora). Le due aziende hanno infatti confermato di aver deposto le rispettive armi legali e di aver finalmente stretto un accordo soddisfacente. Il nuovo purchase price della compagnia si è attestato a 131,50 dollari per azione, meno degli originali 135 dollari per azione - nonostante ciò Roger Farah, presidente del consiglio di amministrazione di Tiffany, ha definito il prezzo "attraente", proprio come Bernard Arnault ha parlato di "un accordo equilibrato". L'accordo sarà finalizzato, dopo la formale approvazione degli stakeholder di Tiffany, nel 2021.

Questo accordo significa una ritrovata certezza per Tiffany & Co. che ha appena affrontato uno dei trimestri fiscali più duri della sua storia, evitato una battaglia legale che avrebbe creato enormi danni da entrambe le parti e anche una vittoria per LVMH che si prepara a condurre una delle acquisizioni più importanti del mercato del lusso con uno sconto di circa 420 milioni di dollari sul prezzo originale.

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UPDATE 9.09.20: a novembre la notizia era stata data per certa, ma con il diffodersi della pandemia la situazione è cambiata drasticamente. I rumour sulla difficile chiusura dell'accordo tra LVMH e Tiffany&Co. circolavano da marzo, ma oggi il gruppo del lusso ha annunciato che non intende procedere con l'acquisizione della storica gioielleria americana, che pertanto ha intenzione di fare causa al conglomerato guidato da Bernard Arnault. 

Gli effetti dell'emergenza sanitaria si sono fatti sentire soprattutto sul settore del lusso, motivo per cui LVMH negli ultimi mesi aveva cercato di acquistare le quote del brand in borsa, così da pagarle meno di quanto concordato in precedenza. Ma secondo quanto si legge nella causa intentata da Tiffany&Co., il conglomerato del lusso stava cercando di ottenere i permessi necessari per rinegoziare i termini dell'accordo, visto il calo di valore delle azioni del brand. In base a quello che riporta poi The Financial Times, LVMH avrebbe cercato di ritardare la chiusura dell'acquisizione sotto richiesta del ministro degli esteri francesi, preoccupato dall'intenzione del governo americano di imporre dazi sui prodotti europei e francesi. L'azione legale intrapresa da Tiffany&Co. vuole obbligare quindi LVMH a portare a termine l'acquisizione, che da accordi avrebbe dovuto avere luogo entro il 24 novembre di quest'anno. 

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UPDATE 25.11: dopo le indiscrezioni trapelate nella giornata di domenica, la notizia è stata ora resa ufficiale. Il gruppo del lusso di Bernard Arnault ha finalizzato l'acquisizione di Tiffany&Co., la storica gioielleria americana con oltre 180 anni di storia, con una transazione del valore di 16,2 miliardi di dollari - pagati in contanti, circa 135 dollari per azione. LVMH quindi continua quindi a diversificare il suo portafoglio, spaziando tra brand luxury come Louis Vuitton, Dior, Celine, l'alta gioielleria di Bulgari, la cosmesi, gli champagne, di fatto riscrivendo la definizione di lusso moderno. 

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LVMH sarebbe interessato ad entrare in uno dei settori in più forte crescita sul mercato del lusso: i gioielli. Lo conferma il Wall Street Journal che ha svelato l’intenzione del colosso francese di acquistare Tiffany&Co. L’offerta ammonterebbe a circa 14,5 miliardi di dollari (circa 13 miliardi di euro), valutando circa 120 dollari (circa 108 euro) per azione raggiunti dalla catena di negozi statunitense alla chiusura di Wall Street venerdì scorso. 

Se andasse in porto per il gruppo francese si tratterebbe della maggiore acquisizione mai effettuata, superiore anche a quella (circa 12 miliardi di euro) per acquistare la quota restante di Christian Dior nel 2017. Con questa mossa, Bernard Arnault non mira solo ad aggiungere a Cartier e Bulgari, già di sua proprietà, un marchio icona reso indimenticabile dal famoso film con Audrey Hepburn, ma, soprattutto, aspira a rafforzarsi sul mercato americano, come confermato dal nuovo stabilimento di LVMH aperto in Texas la scorso settimana alla presenza di Donald Trump e di sua figlia Ivanka.

Pare che le cose per ora non stiano andando nella giusta direzione. Secondo quanto riportato dal Financial Times, Tiffany sarebbe pronta a rifiutare all’offerta presentata dal gruppo controllato da Bernard Arnault, considerata “insufficiente”. Questo nonostante il marchio non stia attraversando un periodo positivo. Recentemente la catena di gioiellerie ha visto fermarsi le sue entrate a 4 miliardi di ricavi l'anno e crollare a 60 dollari per azione i suoi titoli. Ora, sotto la guida di Alessandro Bogoglio, il colosso americano sta cercando di ritrovare un equilibrio. Tra le sue prime azioni ci sono state il restyling del flagship sulla Quinta Strada a New York e dello store londinese di Covent Garden, all'interno dei quali ha aperto anche un ristorante, ed il lancio di una linea di gioielli dedicati all’uomo.

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