Al collo: Eleven Objects
25 Maggio 2011
Non c’è nulla di più sensuale, più accattivante del collo di una donna.
Simbolo di un certo tipo di erotismo, il collo rappresenta una parte del corpo umano a lungo studiato, amato, esaltato, rivestito (per la sua peccaminosità). E’ su questo collo volubile, severo, imponente, che punta la linea di “collari-collier” di Eleven Objects.
Sentendo che il proprio look potesse essere agghindato con un diverso tipo di accessorio, capace di attrarre lo sguardo altrui, il duo di designer Linh Thi Do e Christine Rhee si è rimboccato le maniche e ha dato vita ad una collezione di gioielli che focalizzasse l’attenzione proprio lì, tra il decolleté e la testa.
Naturalmente, non poteva trattarsi delle classiche collane, simbolo di un’eleganza e di una moda più tradizionale e perbenista, ma di una serie di colletti: vezzosi, ricchi e frou frou.
Colletti che non rinunciano allo splendore dei cristalli Swarovski, all’eleganza intrigante del cavallino e del maculato, all’animo duro delle borchie per raggiungere lo scopo: donare alla fortunata indossatrice un nuovo elemento per sentirsi ancora più bella, ancora più desiderabile.
Una donna che segue la moda, ama il lusso e non rinuncia mai ad un pizzico di stravaganza, sia esso contenuto in un abito particolare o in un oggetto.
Accessorio questo che diventa altro da sé, modifica la sua funzione pur rimanendo fedele a se stesso e, accettando di partecipare al gioco trasformista del fashion system, perde la sua funzione utilitaria per divenire frivolo seppur necessario al raggiungimento di un ideale estetico che guarda all’originalità.
E’ questo quello che si rintraccia nella collezione per l’inverno 2011 di Eleven Objects, la forza di giocare con il comune, il quotidiano, quello che per gli altri sembra un semplice colletto, e trasformarlo in un pezzo couture, dal design innovativo e dal fascino irresistibile. Un pezzo che, abbandonata la sua naturale appendice, si può posizionare su abiti come su t-shirt, su giacche come su vestiti eleganti, senza paura di sbagliare, ma con quella sensazione ed emozione di stare sfidando il gusto comune.
Ovviamente, avendone la meglio.
Alla prossima.