A ripetizioni di geometria e seduzione con Hakkan
29 Aprile 2011
Hakaan: un nome che ai più dirà molto poco.
Indiano? IndianA? Asia. Oriente. Forse la Turchia. In ogni caso, evoca sensazioni esotiche e lontane.
Amato (maschile!) dall’ex direttrice di Vogue Francia Carine Roitfeld a tal punto da averla fatta precipitare alla Fashion Week londinese dello scorso anno apposta per lui e le sue creazioni. Comportamento presto replicato da buona parte del fashion system, che da un annetto a questa parte - essendo la storia del designer turco proprio così recente - ha cominciato a stalkare questa nuova, bella scoperta. Un talento che sta incantando passerelle e buyer di mezzo mondo a colpi di sensualità misurata e mai volgare: colori, forme, materiali, tutto partecipa al gioco di seduzione messo in piedi da Hakaan. Che intaglia tessuti e materiali come un artigiano farebbe con il legno, e riassembla il tutto intorno a una figura femminile vezzeggiata ed esaltata dai suoi abiti.
Trasparenze, superfici metallizzate, pelle scoperta il giusto, fur‘n feathers: non manca nessuno dei big players.
Ma Hakaan rappresenta innanzitutto un’importante conferma: il diktat estetico delle silhouette ultra strutturate è infatti già stato perfettamente interiorizzato dal pubblico della moda, istruito nel corso degli ultimi anni a suon di Balenciaga e Maison Martin Margiela, pubblico il quale si orienta quindi alla perfezione in questo trionfo di spalle squadrate, tagli, abiti geometrici e forme che sembrano quasi generate da righello e compasso.
La palette dei colori autunno-invernali del turco varia dal bianco ostrica più fiabesco al rosso ibis più intenso, passando in rassegna svariate tonalità di grigio e blu. Pelle&pelliccia si confermano come rassicuranti, “soliti” must di stagione, non senza sfiziose variazioni sul tema in cui è la lavorazione di questi materiali a fare la differenza.
Passato decisamente poco remoto, per un futuro prossimo che ci abitueremo presto a vedere immortalato ovunque.