Henry Davies, il più grande collezionista di Vans vintage al mondo
Abbiamo incontrato il fondatore di The Other Side of The Pillow in occasione dell'evento di Vans 'Meet The Waffleheads'
26 Giugno 2019
La sneaker culture è ormai uno dei fenomeni dominanti non solo dell'industria della moda, ma dell'intera società. Quello che era nato come un semplice hobby si è trasformato presto in una passione ai limiti dell'ossessione, un tipo di collezionismo che ha rivoluzionato il sistema stesso di produzione e vendita di sneaker.
Una delle figura che rappresenta appieno questo fenomeno, seppur con caratteristiche inedite, è quella di Henry Davies, fondatore di The Other Side of the Pillow, store online e fisico based a Londra che raccoglie esclusivamente sneaker Vans prodotte negli Stati Uniti prima del 1995. In quello che è una sorta di museo dedicato alla storia di Vans, la sneaker culture incontra il vintage, dando vita ad un ibrido senza precedenti. Henry è ora uno dei protagonisti di Vans Waffleheads, l'ultimo progetto del brand californiano che nasce dalla voglia di raccontare e approfondire ulteriormente il rapporto con una community di fans appassionati e fedeli. Vans Waffleheads rende omaggio alle storie e alle collezioni che trasmettono il carattere più autentico del brand.
nss magazine è volato a Parigi per prendere parte allo speciale evento organizzato da Vans, Meet The Waffleheads, che ha raccolto le ultime novità e i progetti più interessanti del brand. Era riservato grande spazio alla linea Vault, la collezione Vans realizzata con materiali premium, con modelli spesso reinterpretati dai maggiori artisti e designer contemporanei. Erano presenti ovviamente i cosiddetti Waffleheads, i grandi collezionisti di Vans, insieme alla crew di Patta, che ha intrattenuto gli ospiti con un DJ set unico. Per l'occasione Vans ha realizzato una giacca esclusiva, che era possibile far personalizzare con cuciture e decorazioni dai customizer Vans presenti all'evento.
Noi abbiamo colto l'occasione per fare qualche domanda a Henry Davies, per scoprire come è iniziata la sua passione e come si è trasformata in una delle collezioni più ampie al mondo. Ecco cosa ci ha raccontato.
#1 Ti ricordi il tuo primo paio di Vans?
Sì, era un paio di slip-on a scacchi bianchi e neri, forse nel 2000 o nel 2001. Ma è stato il secondo paio quello veramente interessante, sempre una slip-on a scacchi bianchi e neri, ma realizzata negli US. Era un paio vintage. Ho guardato entrambi i paia di scarpe e ho deciso di tenere solo quello prodotto negli Stati Uniti e di vendere l'altro. E così è iniziato tutto.
#2 Come e quando la tua passione si è trasformata nel tuo lavoro?
Tutto è iniziato nel 2000, ho aperto il mio primo store nel 2009, quindi collezionavo scarpe già da nove anni. Dopo circa cinque anni dall'inizio della collezione ho avuto l'idea di trasformare questa passione in un lavoro. Ci sono voluti poi altri cinque anni per trasformare la mia idea in realtà, ed ora eccoci qui, con lo store aperto da dieci anni.
#3 The Other Side of the Pillow si occupa esclusivamente di scarpe Vans prodotte negli Stati Uniti prima del 1995. Qual è la differenza con gli altri modelli?
La differenza principale è la gomma. Quello che cambia è l'integrità della gomma, la densità, come è fatta, i suoi componenti chimici. La gomma garantiva una scarpa più duratura, più comoda e di maggiore qualità. Questa è la prima cosa. Poi cambiava anche la forma della scarpa, un elemento molto importante per me, queste erano più a punta, con una forma più affusolata. Anche i materiali erano diversi. Sono queste le differenze principali.
#4 Qual è stato il modello più difficile da trovare?
Tutte le Vans usate per fare skate risalenti agli anni Ottanta sono molto difficili da trovare, non perché non ne siano state prodotte molte, ma perché le persone le usavano davvero per skatare e quindi le scarpe sono distrutte. Venivano utilizzate fino a quando non erano a pezzi. Quindi tutte le SK8-HI fatte negli anni Ottanta sono praticamente introvabili ora.
#5 C'è una silhouette di Vans in particolare su cui vorresti mettere le mani?
C'è una Vans da paracadutismo che vorrei molto. Ci sono anche due scarpe da breakdance a cui sto dando la caccia. Sono i modelli più particolari e inaspettati quelli che vorrei avere.
#6 Quante sneaker di Vans hai nella tua collezione personale?
Nella mia collezione personale avrò circa 50 o 60 paia, quindi non moltissime. E' difficile trovare la taglia giusta o ricordarsi tutti i modelli che hai, anche di vent'anni fa. Ma nella collezione principale, nell'archivio, ci saranno circa un migliaio di paia.
#7 Indossi le sneaker che possiedi o le tieni esposte in una teca?
Le indosso sempre. Se mi vanno le indosso. E' questa la bellezza delle scarpe vecchie, non sono fatte per essere ammirate, apprezzarle significa indossarle.
#8 Come è cambiato e si è evoluto lo sneaker world da quando hai iniziato la tua collezione?
E' cambiato radicalmente. Quando ho iniziato non era una cosa popolare come oggi, c'era collezionisti ma non era un fenomeno mainstream. Verso gli anni 2000 si è trasformato in qualcosa di molto più grande, tutti sono diventati degli sneakerhead. Iniziarono ad esserci release esclusive e edizioni limitate, e questo per me ha un po' ucciso quella che era la scena dell'epoca, tutti improvvisamente erano appassionati di sneaker.
#9 Vans si è sempre distinta da tutti gli altri brand di sneaker per il suo rapporto con una community di fan fedeli e con il mondo dello skate. Credi che Vans mantenga ancora questi valori?
Credo che quello che differenzia Vans da tutti gli altri brand è il suo rapporto con la cultura. Come brand ha stretto legami fortissimi con il mondo della cultura popolare, con skate, BMX, arte, moda, punk rock, e molto altro. Gli altri brand fanno collaborazioni nel mondo dello sport e della moda, ma non hanno la stessa profondità. Credo che Vans abbia sostanza, profondità, autenticità. Ritengo che quei valori resistano ancora, grazie soprattutto alle sue connessioni con il mondo della cultura. Vans è diverso da ogni altro brand.