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13 Dicembre 2010
Immaginate una classica studentessa persa nella hall del Louvre. Una atmosfera senza tempo si mischia con l'inconfondibile profumo parigino, proiettando sulla giovane silhouette una proiezione di colori, epoche storiche e forme prese qua e là nel tempo, in un mix bon ton tra un'antica Grecia, a little bit di egiziano e una nerdy collegiate. In una parola sola: Carven.
E già perché sono lontani i tempi in cui la Madame Carmen De Tommaso forniva pregiati vestitini ai reali d'Europa e alle star cinematografiche nel suo atelier on Champs Eliseè. Infatti la storica maison francese, rigenerata dalle ceneri, scende ora di un gradino sulla scala del Fashion system, abbraccia la filosofia del prêt-à-porter e si sposta nel più cosmopolita Palais Royal. E per il suo debutto si avvale di un giovane e talentuoso pupillo, l'elegante Guillame Henry, (primo assistente dell'osannato Riccardo Tisci per Givenchy nonché preferito di un Pierre Hardy) che non solo diventa guardiano del patrimonio couture della Maison, ma la prende anche per mano accompagnandola sulla passerella in una visione rigenerata, dallo spirito fresco, elegante, chic, femminile e portabile, garante di una ostentazione di forme libere ma contenute, tipiche della Mademoiselle Carven.
Così il brand per la sua collezione spring-summer 2011, non delude la sacrosanta Suzy Menkes , che lo avevo definito un marchio "with sense and sensibility", ed esalta il suo gusto preciso per il contrasto nel momento in cui jersey e gabardine di cotone si mescolano con lo chiffon di seta o con un tweed. Pudiche camicette dai colletti squadrati incontrano gonne drappeggiate dal taglio asimmetrico, abiti bustier si sposano con micro jacket dalle maniche gonfie e arrotondate e mini shorts a vita altissima mentre invece riscoprono la vita bassa i capri pants tendenti allo scampanato. Ed ancora giacche doppiopetto, zipped coat, mini shirts, camicioni, mini dress in shantung con esplosioni di stampe vulcaniche, cardigan, shorts che si aprono quasi fossero farfalle, capi con oblò laterali fasciati da mini cinture in pelle e belted cape. Il tutto in una esplosione di jersey, poplin, pinpoint jacquard, suede, seta, cotone e double crepe. Vestiti con profonde scollature scoprono bra in lino e cashmere incorniciando il petto ed esaltando la vita alta ed ancora camicette in nylon con colletti stampati in fantasia marmo seguiti a ruota da mini polo in khaki. Palette colori: blu mezzanotte, ceruleo, nero, carne, bianco ghiaccio e lavanda. Ciliegina sulla torta gli accessori, zainetti sofisticati piuttosto che pochette puntuali, bracciali in plastica, necklace in nichel e decoltè black or white arricchite da fiocchi che aleggiano vispi anche nel resto della collezione.
Insomma, una silhouette giovane e moderna dai tagli precisi e corti ma che non perde il suo senso del "bon bon" identificando la sua icona ideale nella tutti-la-vogliono Alexa Chung, che, a detta del Guillame, indosserebbe perfettamente ogni capo della Maison.
Un dress-code che riserva un posto d'onore alla mescolanza di linee pure e rigorose se non morbide e fluide, in un adattamento tutto nuovo tra stili e materiali. Un look perfetto da night & day avvolto da una allure petite snob ma allo stesso tempo très très chic firmata Carven.
Che il louvre-party abbia inizio!