Let's Tie&dye
26 Giugno 2010
Quante volte ci avete provato in gioventù?
Magari, seguendo i consigli dell’amica dell’amica, che l’aveva già fatto, riportando grandi successi di cronaca…
Io una ventina. Sempre però con scarsissimo risultato. Del resto, dalle mie storie, l’avrete capito, non sono una tipa molto brava con le cose pratiche, che richiedono manualità…
All’epoca, parlo di una decina di anni fa (sigh, sigh), le leggende metropolitane su come realizzare a casa una t-shirt o canotta in tie&dye (cosa avevate capito?!?) erano infinite. Tutte, riportavano le loro esperienze casalinghe andate male e insieme si cercava la strada migliore per crearsi una tee (noi, in realtà, le chiamavamo magliette) che sapesse di fiori e surf in California, pace e libertà. Soprattutto dalle regole, la scuola, i genitori.
Oggi, complice la solita moda che ripesca e rivitalizza ogni cosa, anche il tie&dye è rinato dalle sue ceneri, per cui quello che fino a qualche anno fa sapeva di eversivo e diverso, è divenuto alla paige o en vogue, per quella schiera di ben pensanti e ben vestiti, che seppur non sprecherebbero mai tempo ed energia a realizzarselo a casa, il vestito tie&dye lo comprano e l’indossano che una certa soddisfazione. Modaiola, ovviamente.
Revival che adattandosi ai tempi, contemporanei e caotici, ripesca nell’ondata dei mitici settanta, psichedelici e libertini, grandi spunti di adattamento della tendenza. Da Proenza Scouler così, il tie&dye diviene pop e fluo, con splash di colori su abiti corti e leggeri. Da Hervé Leger, si declina su miniabiti scuri, che ne dimostrano il suo animo chic (forse dimenticato), mentre da Etro vira verso tinte calde e accoglienti, più boho-hippie chic, che rock-couture.
Ovviamente, mentre mi tornano in mente le mani sporche di colore, a causa di quei nodi fatti sulla canotta, per creare l’effetto pallottola, che proprio non volevano stare, rifletto sul fatto che di tie&dye al momento non posseggo nemmeno un pezzo. Mi piacerebbe un maxidress o magari un jeans che mischi il bianco con il denim, sfumando nel grigio, da mettere con canotte loose, in quelle sere dove c’è una leggera brezza che ti culla e non fa troppo caldo per andare in lungo.
Mi accontenterei anche di una semplice kefiah, nei toni del blu, o di una maglia tinta di fucsia e giallo, che creando strani giochi di colore, riscaldi ancora di più l’atmosfera delle feste in spiaggia.
Riproverei, infine, volentieri a crearmela da sola la mia t-shirt, cercando su youtube, il solito tutorial, dove passo passo ti spiegano tutto e dove se hai un po’ di tempo, trovi anche le istruzioni per costruirti una macchina da solo.
Se poi, nel mentre, la nostalgia mi assale, passerò alla mansarda, dove di sicuro impolverato giace ancora il mio mitico “Libro delle ragazze” assolutamente fuori mercato oggi, con il quale fare i lavoretti ha sempre avuto tutto un altro sapore…
Vado!
Alla prossima