Hello Brooklyn #14 - Danny Lim
The model-turned-photographer doing it his way
03 Luglio 2017
A Danny Lim non importa cosa pensi. Ma ecco cosa penso io: che stia scattando Joey Bada$$ o Paolo Roldan, o che appaia tra le pagine di una rivista patinata, Danny Lim è uno dei nomi emergenti da tenere d’occhio e che affronta giorno dopo giorno la progressiva democratizzazione della model industry.
La diversità sembra essere la nuova parola d'ordine nella model industry. Da quando hai iniziato la tua carriera, diresti di aver visto un qualche incremento della diversità dentro e fuori la passerella?
Ho iniziato a fare il modello 4-5 anni fa in Asia, e all’epoca non c’era ancora il concetto di “diversità” che c’è adesso e per la maggior parte dei lavori venivano ingaggiati soggetti caucasici. Ora invece è molto diverso, la questione è diventata una parte importante delle nuove dinamiche sociali. Quando sono io a scattare non faccio caso alla razza o all’etnia, credo che due individui in grado di collaborare siano uniti dal destino.
Hai mai avuto problemi quando hai fatto la tua transizione da soggetto di uno scatto ad esserne autore?
Per me la fotografia non è un “talento” quanto una passione, una vocazione che continuo a seguire anche se, essendo un modello, la gente pensa non sia in grado di essere un fotografo a tutto tondo.
Da quanto tempo vivi a Brooklyn?
Da circa tre anni. Mi piace lo spazio e preferisco vivere in una zona più residenziale. Preferisco essere separato dalla città affollata e dalla calca.
Quello che ti ha più emozionato nel venire a vivere in America? Ora che Trump è in carica hai qualche rimpianto?
In Asia abbiamo una vera ossessione verso la cultura occidentale, credo perché non l'abbiamo mai vissuta se non attraverso la televisione. Quando sono venuto qui è stato eccitante perché non sapevo cosa aspettarmi, ma ho visto entrambi i lati della medaglia, in positivo e in negativo…