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Underwear as Outewear: pronto ad esporti?

Underwear as Outewear: pronto ad esporti?

Alle superiori c’era l’incubo dell’intimo a vista. Mi ricordo che per me la prima epoca del jeans a vita bassa – quando gli slip ancora non si erano adattati alle tendenze e la parola tanga era un tabù - fu un periodo orribile. Non potevi sederti o alzarti all’improvviso, senza che quell’orribile elastico anonimo di cotone spuntasse fuori dal pantalone causando le risa e gli sberleffi di tutti.

Da grande, invece, imparando ad abbinare lingerie e vestiti secondo un criterio sobrio e puntuale, tale problema mi è sembrato svanire, complice anche una moda che a tali jeans a “fil di sedere” ad un certo punto ha detto basta.
Si è arrivati così – casti e pudichi, si fa per dire- al 2010, quando una rinnovata wave maliziosamente estetica, ha rilanciato un’idea d’intimo come accessorio, non più da nascondere, ma da offrire o esporre, agli occhi famelici degli osservatori, ritornati indiscreti.

Un’estetica da sexy boudoir o da regina del burlesque che si unisce e mischia a quella della signora di Manhattan o Montecarlo, che ama oggi ricoprirsi di abiti sottoveste, di corsetti sulle t-shirt alla MarieAntoniette pop di Sofia Coppola, di reggiseni che non nascondono ma evidenziano un decolleté curato e prezioso.

Finita l’era del puritanesimo snob, è ormai tempo di osare un gioco di vedo-non vedo che non cade mai nel volgare, ma si mantiene sempre al limite del buon gusto e della raffinatezza. Gioco cui, quest’estate, difficilmente i marchi famosi hanno potuto resistere. Da Bottega Veneta a Christian Dior, da Sophia Kokosalaki fino ad arrivare ai maestri del genere Dolce & Gabbana, è un pullulare di corsetti, sexy guepiere, strati e strati di tessuti leggeri e trasparenti, reggiseni che diventano top, e bustier che si allacciano sopra i vestiti e mai più sotto.

Trend che avvertono gli esperti è da dosare con cura. Esistono, infatti, diversi livelli di esposizione che vanno dal semplice sfoggio di magliette di pizzo decorate fino ad arrivare a veri vestiti sottoveste, che nulla hanno da invidiare in sex-appeal, a certi completi d’intimo per la notte, di nuovissima generazione.
Infine, ci dice lo stylist – ma lo direbbe anche la mia sempiterna nonna- mai puntare sul nero o il rosso, è troppo da luna di miele ai Caraibi, ma provare con tinte pastello e polverose, che minimizzano un pizzico, la forza della tendenza.
Per il momento è tutto.
Allora ve lo richiedo: siete pronti a esporvi?