Happy birthday Docs
03 Maggio 2010
C’era una volta un ortopedico tedesco che fece di un incidente sciistico un pietra miliare della moda. Accadde nel 1943, durante una lunga convalescenza, dove si fece di necessità virtù. Tutto partì dall’intolleranza verso le rigide suole in cuoio, e quella pelle, troppo dura ad avvolgere un piede infortunato. Detto fatto, ecco le ingegnose “Bouncing Soles” montate su anfibi ad 8 buchi, foderati da una pelle, decisamente confortevole. Nasce così il famoso modello 1460, il papà delle innumerevoli evoluzioni della volontà di un ortopedico, inconsapevolmente devoto alla moda ergonomica.
Sono passati cinquanta anni dal lancio sul mercato dell’ingegnoso stivale, e lungo tutto questo periodo, le chiavi di lettura sono stata infinite. Diverse collaborazioni ed evoluzioni, hanno portato in auge una delle scarpe più chiacchierate della storia della calzatura, fino ad arrivare alla passata collezione autunno-inverno che ha fatto da apri pista alla “limited edition 50th anniversary”.
I Docs sono stati celebrati con due modelli, il già citato 1460 ed il 1461, la sua versione bassa a tre buchi. Il pellame è stato trattato con un particolare effetto used e gli occhielli sono inaspettatamente diventati color oro. Una versione esclusiva, declinata nelle due classiche tinte nero e bordeaux.
Yohji Yamamoto scelse una pattern fiorata ed una bicolore per due diversi gemellaggi. Raf Simons introdusse l’effetto specchiato e la destrutturazione, con diversi modelli che andavano a sovvertire alcuni aspetti fondamentali dell’anfibio, pieni, comunque, di fascino ed innovazione. Come non citare poi la customizzazione voluta da Vivienne Westwood, una vera e propria rete da pesca, paragonabile più ad un effetto ragnatela, che avvolge un paio di boots 1460 rosso lacca. Ultimamente, entra in casa Martens, lo streetwear, rappresentato da Stussy, che propone dei Desert Boots sorprendenti, ma dall’inconfondibile aria Docs.
Sono poi prepotentemente entrate, in diverse wishing lists, le neo nate Darcie e Darla, che propongono una versione high heels, tutta “ortopedica”, degli indossatissimi ankle boots. Indimenticabile, la serie Primary Pascal, che vedeva l’anfibio tingersi completamente, dal pellame, alla suola, passando per i lacci e gli occhielli, in colori gessati che potrebbero conquistare l’occhio stanco di qualsiasi persona che ha puntato il dito contro il ritorno di sua altezza Martens…
Tanti Auguri Docs!! Ora non ci abbandonare di nuovo però!