Chinese revolution
16 Aprile 2010
Ed eccoci qui, a citare una volta di più il fenomeno pop dell’anno, la regina dei blog e delle fashion columns dei giornali di mezzo mondo, colei che è riuscita nella non facile impresa di impossessarsi – uscendone vincitrice – di uno stile a metà tra il trash, il fetish e probabilmente anche qualcos’altro che però al momento mi sfugge…insomma, Lady Gaga.
Per un motivo o per un altro, e più spesso di quanto non si pensi o non si voglia, si finisce infatti col parlare di lei. Anche solo in maniera indiretta, come in questo caso.
Perché qui vogliamo raccontare la storia di uno dei tanti astri, eclettici e dotati di una buona dose di esibizionismo esattamente come la loro musa, che ruotano intorno alla bad romancer.
Di questa costellazione fatta di registi eccentrici, latex, improbabili e scomodissimi outfit, hair stylist al limite della follia creativa, fa parte anche un piccolo cinese di nome Terence.
Nato a Pechino ma cresciuto in Canada, Terence Koh scopre presto di possedere un’attitudine artistica fuori dall’ordinario che gli consentirà di arrivare ad esporre in location prestigiose come il MUSAC (Spagna), il Whitney Museum of Modern Art (NYC), ma anche in Svizzera e Germania.
Il mondo dell’arte ha infatti subito accolto a braccia aperte il suo poliedrico e controverso talento (pare che il nostro asianpunkboy abbia un certo deboluccio per le tematiche a sfondo sessuale), al quale ben poche forme d’espressione sono finora sfuggite: fotografia, installazioni, sculture, addirittura collaborazioni nel campo della moda (vedi Converse).
Mister Koh, insomma, sembra avere le mani in pasta proprio dappertutto.
Naturale e inevitabile, quindi, che le strade di questi due personaggi abbiano finito a un certo punto col convergere.
Della collaborazione tra i due possiamo citare le coreografie surreali preparate per il Monster Ball Tour, con pianoforti ispirati all’estetica di certi quadri di Dalì, oppure quello utilizzato nel duetto con Elton John che vede una trentina di braccia (sì, braccia) innestate sulla superficie dello strumento.
Che dire. We love your horror, we love your design…