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Il plagio di H&M a danno di Thrasher Magazine

La storia infinita del fast-fashion che copia il mondo underground

Il plagio di H&M a danno di Thrasher Magazine La storia infinita del fast-fashion che copia il mondo underground

C'è una nuova bufera che sta scaldando il mondo della moda. Questa volta si tratta di una disputa tra il magazine di skateboarding Thrasher e il colosso del fast-fashion H&M. Secondo la rivista di San Francisco, il brand svedese avrebbe copiato spudoratamente il suo iconico logo, utilizzandolo per alcuni suoi capi. L'accusa arriva direttamente dall'account Instagram di Thrasher che, postando un'immagine di una t-shirt della linea Divided di H&M con stampata sopra la scritta "Trippin" nell'iconico font con le fiamme del magazine, ha reso pubblico il suo attacco al brand. L'immagine è accompagnata da un estratto della risposta degli avvocati di H&M: 

"To the extent your contention is that H&M used the word “trippin” to indicate the source of the Sweatshirt, that allegation is misplaced. H&M’s use of the word “trippin” is merely an ornamental or decorative feature on the Sweatshirt. Most purchases of the Sweatshirt would not automatically think the word “trippin” identified the source of the Sweatshirt, but instead would view the word “trippin” as merely decorative. Moreover, the words “tripping” and “Thrasher” and/or “Thrasher Magazine” do not sound alike nor look alike. While both words start with the letter “T” that is not enough to succeed on a likelikhood of confusion claim"

Non è la prima volta che Thrasher alza il dito medio contro un brand che copia il suo logo, come è successo recentemente con Forever 21, che ha messo in commercio una giacca a vento con la scritta "Happiness" nell'inconfondibile font con le fiamme. Ma, soprattutto, non è la prima volta che le catene di fast-fashion copiano palesemente marchi emergenti o realtà underground. Abbiamo più volte affrontato questa spinosa questione, che non riguarda solo leggi di copyright poco efficaci e lo sfruttamento dell'ingegno di terzi sconosciuti, ma anche la totale indifferenza da parte delle grosse aziende della moda del significato che questi prodotti copiati hanno


È il punto della questione che sembra emergere dalla polemica di Thrasher contro H&M: non si tratta solo di condannare il plagio, ma anche, e forse soprattutto, lo sminuire l'intero lavoro originale che si cela dietro la copia. I clienti di H&M coprano quella maglia considerando la scritta come un semplice decoro di tendenza in questo periodo, ignorando il suo significato e, soprattutto, la sua origine. La "scritta con le fiamme" diventa un prodotto di vendita come un qualunque altro prodotto da supermercato, che cattura l'attenzione dei clienti perché richiama le tendenze del momento, senza però tenere conto della cultura underground che questa rappresenta da anni. Quindi, oltre il danno anche la beffa. Fatto simile è successo anche all'illustratrice e designer Bassen di Los Angeles, le cui creazioni vengono ormai regolarmente copiate dal gruppo Zara. Situazione spiacevole che è stata denunciata dal collega e amico dell'artista Adam J Kurtz che qualche mese fa ha pubblicato sul suo sito web una lista dei prodotti che Zara avrebbe copiato ai suoi colleghi, lui incluso – potete vederla qui
La storia delle catene di abbigliamento che copiano stilisti e artisti emergenti sembra senza fine. Purtroppo, le culture underground rappresentano, per i grossi brand, una fonte inesauribile di ispirazione e prodotti di successo che, grazie alla loro vicinanza con le realtà giovanili, possono diventare dei facili trend. E questo è difficile da fermare.

Just got a letter back from @hm's lawyers. Here's an excerpt from their response. FUCK OFF H&M Respect the original

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