Danser sa vie
27 Dicembre 2011
Dal 23 novembre 2011 al 2 aprile 2012 il Centre Pompidou di Parigi apre le porte alla danza e la fa entrare grazie al supporto di tutta l’arte contemporanea. Lo scheletro di acciaio, nato dalla mente geniale dell’architetto Renzo Piano, afferma con questa esposizione un ritorno ai primordi, allo stato originario e a tratti animalesco. Si passa dalle video installazioni di Matthew Barney alle live perfomances di Tino Sehgal, per indagare il rapporto del nostro corpo con il movimento.
Il titolo è la metafora della vita di Isadora Duncan, pioniera della danza moderna. La ballerina afferma che attraverso la danza è riuscita ad esprimere il suo essere; il suo corpo, al servizio della musica crea movimenti che sono coreografie, paesaggi, vita. Dalla sue esperienza è nato il Teatro Totale di Pina Bausch, la danza contemporanea di Martha Graham. Come credeva Berenson il flusso della storia procede uguale, non si hanno stacchi ma soltanto passaggi. E così si passa dalle azioni Dada al Cabaret Voltaire, da Kandinsky a Matisse con un fil rouge che li lega: la danza come migliore interprete della contemporaneità. Il percorso espositivo è variegato, multicolore, carico di sensazioni contrastanti. Ma ciò che colpisce di più lo spettatore è il carattere vitale di Danser sa vie. Il camminare non è passivo, ma si scontra con la realtà della performance di ballerini estemporanei; è interattivo con le cuffie che, una volta indossate, ti invitano a ballare, specificando che sia in coppia. In effetti il più delle volte si danza per stare insieme, per creare legami. Utilizzare il mezzo, starci dentro questa è la metafora che aspetta di essere messa in atto. Un consiglio: se avrete l’occasione di visitare il Centre Pompidou, prima di entrare, abbandonate per un’ora il vostro senso del pudore, e se ve la sentite, un passo di danza, perché no, accennatelo.
Covering over 2,000 square metres, the exhibition draws on the Centre's tradition of major multidisciplinary shows, a tradition its president Alain Seban has said he wishes to revive. Both original and prolific, the theme will be explored through works by the greatest artistic figures of the 20th century, the contributions of the founding movements of artistic modernism, and the current explorations of important contemporary artists and dancers. Danser sa vie shows how dance and the visual arts together struck the spark of modernity, inspiring both the major artistic movements and the key figures who made the history of modern and contemporary art. Conjoining the modern with the contemporary, this exhibition in three acts will show how both art and dance have explored the body in movement. The exhibition Danser sa vie will allow us to discover this hidden aspect of the avant-garde art movements as a constant source of inspiration for contemporary art by establishing a dialogue between all the disciplines, of the choreographic as of the visual arts, from painting to contemporary video. A vast selection of paintings, sculptures, installations, films, videos and dance works will testify to the continual exchanges between them. The title Danser sa vie [Dancing Ones Life] is taken from Isadora Duncan, the pioneer of modern dance:
"My Art is just an effort to express the truth of my Being in gesture and movement.." (Isadora Duncan, My Life, New York, 1927).