Un tranquillo week-end di delirio al Coachella 2022
Tra feste in aeroporto, DJ set di Peggy Gou e un’assurda quantità di musica elettronica
20 Aprile 2022
Conrad Byer
«Pensavo che Coachella consistesse solo in un mucchio di ragazze ubriache con corone di fiori e copricapezzoli che mi chiedevano se avevo dell’MD, ma in realtà è stata una delle esperienze musicali migliori della mia vita», ha detto una sconosciuta a me e alla mia amica mentre trangugiava il suo hamburger vegetariano innaffiandolo con un kombucha seltzer. E anche se viene un po’ automatico ridurre il Coachella a una serie di meme che descrivono la sua peculiare fauna di influencer che postano contenuti cringe e vagamente elitari, questa porzione di partecipanti non rappresenta il quadro più ampio del festival che è tornato quest'anno dopo un biennio di silenzio a causa del lockdown. Anche se ho partecipato due volte prima di quest'anno, e ancora non posso fare a meno di ridacchiare su alcuni di quei meme, il Coachella di quest'anno è stato, nei termini più semplici, indimenticabile.
Prima di tutto, una descrizione della nostra scena. Coachella si sviluppa su un territorio enorme, suddiviso in 8 grandi palchi (3 palchi principali e 5 dancefloor) e offre ai partecipanti l'opportunità di saltare da una performance all'altra spaziando tra i generi Hip-Hop, Techno, House, EDM, Folk, Afrobeat, Mariachi, R&B e molto altro. Gli headliner del festival sono stati, come sempre, incredibili, ma le vere star del primo weekend sono stati i DJ e gli artisti del Do LaB e di Yuma.
Il DJ set da menzionare (e, secondo me, il set più magistralmente eseguito del weekend) è stato quello dei fratelli gemelli Major League DJz. All'inizio del loro set, sul dancefloor c'erano circa 60 persone. Dopo un quarto d'ora, ce n’erano circa 500, e alla fine del loro set almeno 2.500 teste si agitavano sotto il sole e i vapori d’acqua nebulizzata al ritmo di quell'ibrido di deep house e jazz chiamato Amapiano. Il genere, sempre più popolare qui negli States, è caratterizzato da linee di basso percussivo e synth che inducono un'esperienza vagamente ultraterrena. Riuscire ad attrarre una così grande folla è forse il migliore esempio di come il clubbing è in grado di unire le persone, senza nessuna delle acrobazie o espedienti popolarizzati da alcuni degli artisti affamati di media e dai loro team che si vedono oggi. Questo non è il tipo di musica che può essere resa popolare e poi estinta dalle tendenze dei social media, e con il palco di Do LaB che invita Major League DJz a condividere il loro suono su una piattaforma così globalmente riconosciuta (questo è il primo set di Amapiano al Coachella, potrei aggiungere), il festival si propone di continuare la sua tradizione di dare visibilità ad artisti sia nuovi che affermati per gli amanti della musica di tutto il mondo.
Do LaB, che poi è quasi un festival dentro il festival, è da vent’anni una location-cardine per la riuscita delle varie edizioni di Coachella - ed è stato anche sede dell'elettrizzante set di Chloé Caillet. Mentre i partecipanti ballavano, venivano spruzzati da un gruppo costantemente di individui con pistole ad acqua floreali di dimensioni industriali. Sono stato pressato da un paio di ragazzi a spruzzare la folla con una pompa d’acqua come quella dei giardini, e dopo che hanno urlato, "Vai! Vai!" per circa una decina di volte mettendomi leggermente in imbarazzo e facendomi sentire un po’ un puritano, ho ceduto e ho goffamente spruzzato le prime due file del pubblico mentre cercavo di identificare con Shazam ogni brano suonato da Chloé. Dopo di lei, sul palco è salito l’elettrizzante chitarrista e cantante Life on Planets, che ha chiuso il pomeriggio con un easy vibe in pieno stile West Coast.
Più tardi, SG Lewis ha fatto la sua apparizione sia al festival che all’afterparty "Queen of the Desert" di A Club Called Rhonda. Quest’ultima insieme a Framework, una discoteca di Los Angeles che suona House ed è particolarmente nota per la sua favolosa lista di ospiti LGBTQIA+ e per i suoi locali in continuo movimento, ha portato Rhonda al Jacqueline Cochran Regional Airport (in un gigantesco hangar per aerei) dove spogliarellisti vestiti da angeli e diavoli ballavano sul palo mentre i partecipanti ballavano e pomiciavano sotto una favolosa palla da discoteca a forma di lunghe gambe umane - dopo aver lasciato la festa, ho controllato da ubriaco su Amazon per una simile discoball, e dopo non averla trovata in 15 secondi, ho rinunciato.
Yuma, il mio rifugio deep house e techno, è uno dei due dancefloor del tutto chiusi e con aria condizionata all'interno del festival. A Yuma, le luci sono spente, le palle da discoteca girano e la festa è sempre al 100%. Per tutto il giorno, i DJ si scambiano l'un l'altro, suonando un continuum lungo un giorno dei loro mix unici che consistono in alcune delle tracce house più potenti che si possano immaginare. Venerdì sera, indossando abiti comodi e vaporosi, e irradiando un vibe decisamente allegro, Damian Lazarus ha fatto a pezzi la folla con un set atomico, così mistificante e pesante che nessuno voleva finisse. La bella SOHMI, dopo aver recentemente pubblicato Get To You, si è poi esibita nella sua prima performance al Coachella davanti a una folla pazza d’amore, ed si è preparata per la sua prossima esibizione al Lightning in a Bottle Festival. I suoi capelli perfettamente colorati, bicolore, rosa e blu pallido si muovevano in tandem con le oscillazioni del suo suono pop-tech.
«No bro, io resto qui dentro fino a quando Peggy Gou non va in consolle! Non riusciremo a entrare se proviamo più tardi», è quello che ho sentito sopra la musica a Yuma verso le sei di sabato sera. Alle 19:45 ho provato a rientrare a Yuma e, proprio come aveva previsto il ragazzo sudato e a petto nudo con un lecca-lecca in bocca e un set di addominali da paura, la fila era ferma. Peggy si è scusata sul suo Instagram per coloro che non sono riusciti a entrare, e io, naturalmente, accetto le sue scuse per avere un pubblico fedele grazie al fatto di essere l'iconica DJ che è. Fortunatamente per coloro che riusciranno ad andare al Coachella per entrambi i weekend, ci sarà un'altra possibilità di vederla il prossimo fine settimana.
Fortunatamente per me, sono riuscito a beccare Peggy sabato sera al Desert Air's Coachella afterparty. Prodotto dalla Framework e tenutosi sul tarmac dell’aeroporto mentre gli aerei continuavano a muoversi, una brezza leggeva rinfrescava la folla accaldata mentre Peggy ci bombardava con un set pulitissimo, i cui beat incredibili ci trasportavano lontano dal momento presente e facendo sentire liberi e leggeri. I Martinez Brothers e i Black Coffee, ognuno dei quali è una potenza nel suo genere, hanno seguito con un set back to back, sovrapponendo i loro suoni estremamente distinti. Questo set B2B è stato qualcosa che non mi aspettavo da questi DJ (quasi come la collaborazione Supreme x Louis Vuitton anni fa), eppure si sono mescolati così bene influenzando anche il loro pubblico, che il dancefloor era in letterali fiamme. Ho incontrato una ragazza di Tel Aviv con cui ho ballato per un po' di tempo e, mentre scrivo questo articolo, mi rendo conto che non ci siamo nemmeno presi la briga di scambiarci nomi, numeri o social media, ma a volte una grande compagna di ballo viene messa nella tua vita solo per fare a pezzi il dancefloor per una sola notte. Va bene così, la vita continua.
Sembra che quest'anno il Coachella sia tornato ai giorni di gloria in cui le persone si riunivano al solo scopo di ballare al ritmo della musica dei loro artisti preferiti e di scoprirne di nuovi. Speriamo che sia visto meno come le "Olimpiadi del Clout" nei prossimi anni, mentre cade fuori dall'inesorabile ciclo delle tendenze della società, e si riprende come un'incrollabile, culturalmente rilevante entità musicale e artistica che si è proposto di essere.