Il paesaggio sonoro di Inter-Milan
Reportage di una partita speciale, ma senza i suoi rumori
19 Ottobre 2020
E' il primo derby in 111 anni di storia in cui Inter e Milan giocano davanti a pochissimi spettatori. Poco più di mille fra giornalisti, dirigenti e tifosi. Per questo ci si aspetta che fuori ci sia entusiasmo, grinta, passione. Ed effettivamente ci sono stati, prima della gara, con i tifosi del Milan che in numerosissimi hanno accompagnato il pullman dei rossoneri verso San Siro, e i tifosi nerazzurri, che sono rimasti fuori dalla Nord a incitare la squadra prima della partita. Ma quei cori e quell'entusiasmo sono stati l'unico vero rumore del derby della Madonnina, quest'anno affossato dal silenzio.
Un effetto che rende unico il derby di Milano è il prepartita. La metro affollata e consumata dalla tensione, il piazzale dello stadio colmo di paninari e chioschi che urlano insieme ai loro clienti. Dalla pancia dello stadio, arrivano i cori, i tamburi e la musica del pre match che paiono unire tutta la confusione del mondo dentro uno stadio da calcio. Ma questo prima del coronavirus. Sabato pomeriggio alle ore 18, orario del calcio d'inizio di Inter-Milan, è stato un momento normalissimo, come un qualsiasi martedì. Rispetto al frastuono e alla confusione ordinaria, i suoni di questo Inter-Milan sono stati molto tenui, come se qualcuno avesse abbassato la musica.
Fuori dallo stadio, prima della partita, tanti stewart ad accogliere i pochi fortunati - appena mille - che potevano assistere all'incontro. Eppure, c'era chi è arrivato in ritardo e di corsa. Poi la polizia, obbligatoriamente presente per manifestazioni del genere, e i bambini. I fischi dell'arbitro Mariani e le urla dei giocatori in campo erano coperti dalla musica latino americana di un gruppo di adolescenti nei pressi del Gate 14 - uno di quelli della Curva Sud - e dei campanelli delle bici dei bambini. Durante la partita, un paio di bombe carta hanno riecheggiato nel piazzale, ma nessuno pareva farci caso. Durante la partita solo runner, famiglie, curiosi passati per una foto allo stadio. Tante chiacchiere e risate, eppure dentro c'erano 111 anni di storia agonistica. Poi, qua e là, nei piazzali dietro le curve, tre o quattro tifosi con le sciarpe seguivano la partita dallo smartphone. Ma niente cori. Il paesaggio sonoro del derby di Milano si è perso nei rumori del traffico di via Harar o nelle risate dei paramedici nel Piazzale Angelo Moratti.
Dicono che chi vive nei pressi di San Siro, fino a zona Lotto, al gol di una squadra durante il derby senta il boato dallo stadio fino alle proprie finestre. L'unico grande, impressionante, rumore dal campo invece è stato la parata di Handanovic sul rigore di Ibra: un suono secco ma denso, tanto da coprire quello del gol dello svedese e le grida di gioia dei rossoneri in tribuna. Perfino il cinguettio di alcuni piccioni assestati sulle travi facevano più rumore della partita, di cui, se non altro, il secondo tempo crudo e maschio è emerso nei tanti fischi e urla di dolore per le entrate dei giocatori. Il gol di Lukaku è stato percepito come un qualcosa di piatto, di sommerso - se non ci fosse stato l'annuncio dello speaker e "Urlando contro il cielo" di Ligabue, in molti non se ne sarebbero accorti. Un evento che un anno fa, avrebbe fatto vibrare l'intero quartiere dello stadio.
A fine partita non c'era nessuno - così come tutto il secondo tempo - e il triplice fischio al 96' è stato l'ultimo rumore del derby di Milano numero 111, con le grida di Pioli e squadra attenuate dall'immenso silenzio dello stadio. Fra le risate dei bambini e il respiro affaticato dei runner, magari con qualche "forza Inter" qua e là, il derby di Milano sembrava un martedì pomeriggio qualsiasi. Ma era il derby.