Captive, nuova docu-serie che tutti dovreste vedere
Già disponibile su Netflix
12 Dicembre 2016
Nel 2008 Sean Langan, film-maker inglese, fu rapito e preso in ostaggio in una zona remota del Pakistan, mentre stava lavorando ad una produzione per Channel 4. Le trattative per il suo rilascio furono portate avanti dal Governo Britannico, che non volle cedere al ricatto dei sequestratori, innescando una serie di situazioni complicate e poco chiare. Alla fine, Sean Langan fu rilasciato, ma il caso portò alla luce alcune controversie politiche che fecero scalpore.
La storia di Sean Langan è il punto di partenza della nuova serie televisiva di Netflix Captive, diretta dal regista Premio Oscar, Simon Chinn e prodotto da Lightbox, casa di produzione appartenente al cugino Jonathan Chinn.
La particolarità di Captive è il suo taglio documentaristico: infatti, dopo una prima fase iniziale, il regista ha deciso di trasformare la serie tv in un documentario. Ma non solo, la docu-serie, composta da otto episodi dalla durata di un'ora ciascuno, mette in scena ben otto storie differenti.
Come ha raccontato Simon Chinn durante un'intervista con Dazed & Confused, l’obbiettivo della serie è mostrare che nonostante i rapimenti passano essere diversi per cause e modalità, alla fine sono tutti legati da un comune elemento. Obbiettivo sicuramente raggiunto dal regista che ha realizzato otto episodi che affrontano otto storie differenti, in otto paesi diversi del mondo, ognuno con le proprie dinamiche. Dal primo episodio intitolato Prison Riot, ambientato in Ohio nel 1993, fino al rapimento di una coppia inglese messo in atto da alcuni pirati somali nel 2002, la serie si presenta come una fedele e cruda analisi del fenomeno dei rapimenti.