Cosa ci ha insegnato il ricovero di Kanye West
l’importanza di riaprire la conversazione sui disturbi mentali
07 Dicembre 2016
Kanye Omari West, musicista, beatmaker, rapper, produttore discografico, cantautore, performer, artista, creatore di tendenze, e stilista. Inizia a lavorare come produttore discografico per la Roc-A-Fella Records nel 2001 collaborando alla produzione del fortunatissimo The Blueprint di Jay-Z. È l’inizio del mito di Kanye.
Dodici anni di attività, sette album da solista, cinque dischi di platino, una casa discografica, infinite collaborazioni musicali di enorme successo, tre collezioni, collaborazioni con stilisti, innumerevoli servizi fotografici e tour, nominato una delle cento personalità più influenti dal TIME, diciassette grammy, un matrimonio, due figli e Taylor Swift.
Eppure la notizia del suo crollo nervoso ha sconvolto il mondo dello showbiz.
Nella sera del 21 novembre, subito dopo l’annuncio dell’annullamento delle successive ventuno date del Saint Pablo Tour, una chiamata d’emergenza dall’abitazione del preparatore del rapper ha mobilitato i vigili del fuoco locali. Una volta arrivati sul luogo, i vigili del fuoco di Los Angeles hanno avvertito le autorità mediche che hanno effettuato un ricovero coatto per “stress e burnout” presso il Ronald Reagan UCLA Medical Center di LA nel reparto di psichiatria. Dopo le quarantadue ore di visita per perizia richieste dal protocollo medico vigente, Kanye West ha soggiornato presso la clinica Ronald Reagan per altri dieci giorni durante i quali, citano alcune fonti, ha comunque continuato a lavorare. Ma davvero questa situazione ci ha colti di sorpresa?
Il ricovero è infatti seguito a una serie di avvenimenti che avrebbero potuto lasciar intendere delle precarie condizioni di salute psichica.
Durante le sue due ultime performance a San Josè e a Sacramento, Kanye aveva infatti fatto alcune dichiarazioni discutibili come che se avesse votato avrebbe votato Donald Trump e che Jay Z pianifica di ucciderlo assoldando un killer a pagamento.
Quello di Kanye West non è il primo caso di celebrità che, sopraffatte dagli impegni e dal ritmo incalzante del touring, non hanno retto alla pressione, come il celebre caso di Britney Spears che nel febbraio 2007 si è rasata la testa urlando frasi scomposte a causa di un crollo psicotico durato per mesi prima del ricovero. Ne volete altri? Demi Moore, ricoverata nel 2012 per abuso di farmaci dovuto a depressione ed esaurimento; Rihanna, ricoverata nel 2011 per mancanza di sonno dopo aver concluso la registrazione del suo album Talk That Talk; Beyoncè, cancellazione di due concerti in Belgio nel 2013 per disidratazione e esaurimento fisico; Selena Gomez, entre ed esce dalla riabilitazione dal 2014 e ancora, Lady Gaga, Miley Cyrus, Lily Allen, Demi Lovato, Justin Bieber solo per citarne alcuni.
L’esaurimento o exhaustion è diventato un fenomeno talmente popolare nello show business da diventare la “malattia delle star” per antonomasia, quasi come ne soffrissero solo loro. Cosa si nasconde davvero dietro questa strana credenza?
L’elenco di personaggi noti che vengono ricoverati per problemi come depressione e disturbi alimentari si allunga di giorno in giorno generalmente etichettati come “esaurimento nervoso”, un termine terribilmente ampio e generico usato per giustificare qualsiasi tipo di ricovero ospedaliero. Con il termine “esaurimento” si identifica più un sintomo che una vera e propria diagnosi, un termine dietro al quale si nascondono problemi differenti come disidratazione, carenza di sonno, problemi metabolici, stanchezza mentale e debolezza fisica: il quadro dei sintomi legati all’esaurimento nervoso è difatti variegato e chiarisce l’ampia gamma di disturbi che a volte possono essere ascritti anche a patologie diverse, come la depressione.
Impossibilità a rilassarsi, sopra produttività e conseguente insonnia e/o disidratazione è ciò che è successo a Kanye che, abbinati a recenti circostanze quali il tentato sequestro della moglie finito in furto, il lancio della sua ultima collaborazione con adidas a ridosso dell’uscita del suo settimo acclamatissimo album, e un tour che solo in America ha contato quarantuno esibizioni in poco meno di tre mesi, senza contare i fattori ambientali, crea i prerequisiti ideali per un burnout.
Il settore della moda quanto quello della musica sono due business in cui la linea sottile tra lavoro e vita privata non esiste. Il giusto network, le pubbliche relazioni, gli eventi mondani, i paparazzi devono andare in parallelo alla produzione di nuovi prodotti creativi e alla vita privata, un ritmo che renderebbe difficile per chiunque mantenere un livello costante di massima energia e creatività. Eppure parlare di salute mentale e di come un certo stile di vita possa influenzarla negativamente resta un argomento tipicamente non associabile alla vita dei nostri idoli; per quale motivo non si riesce ad accettare un loro fallimento?
La verità è che, per quanto uno stile frenetico possa agevolare lo sviluppo di disturbi di questo tipo, non si tratta di un fenomeno strettamente legato alla sfera delle personalità pubbliche. Parlare di esaurimento nervoso suggerisce l’idea che le riserve mentali necessarie per affrontare la vita, gli impegni e le difficoltà di tutti i giorni si possano esaurire e che ci si debba ritrovare a far fronte a una prolungata condizione di tensione in grado di compromettere l’equilibrio psicologico senza contare che l’abuso di alcune sostanze, come il tabacco, la caffeina, gli alcolici e alcuni farmaci, può aumentare il rischio di esaurimento nervoso in periodi particolarmente stressanti senza il bisogno di essere un fenomeno a livello globale.
Recentemente la discussione sull’importanza della salute mentale è tornata all’attenzione del grande pubblico, ma discussione e comprensione non avanzano di pari passo e la mancanza di comprensione verso disturbi psicologici non fa altro che creare terreno fertile per la loro stigmatizzazione e diffusione.
La spinosa questione di patologie come disturbi d’ansia, depressione e crolli nervosi resta un tabù nella maggior parte delle strutture, sia familiari sia aziendali, nonostante nei paesi ad alto reddito i disturbi mentali risultino la principale causa di perdita di anni di vita / morte prematura.
A livello mondiale il 5% della popolazione soffre di disturbi gravi mentre un ulteriore 15% ne è affetta in forma lieve - all’incirca un individuo su dieci - ma a causa della disinformazione la maggior parte della popolazione non è consapevole di quanto disabilitanti possano essere questo tipo di disordini e di quanto in realtà siano comuni.
Kanye West è stato dimesso dalla clinica Ronald Reagan giovedì 1 dicembre con il consenso dei medici e, per quanto non ci sia dato sapere cosa si prospetta nel futuro del rapper, noi gli auguriamo solo una pronta guarigione!