Cannes 2015
Hot points about the best known French festival
27 Maggio 2015
Festival di Cannes finito da pochi giorni e noi siamo qui per giudicare. Scandali femministi, red carpet dalle regole ferree e il flop dei film italiani sono solo alcuni dei temi scottanti.
#1 Dheepan è Palma D’Oro
La palma d’oro rimane in Francia. Il regista Jacques Audiard, già conosciuto per Il Profeta, ha raccontato la storia di un ex guerriero Tamil (interpretato da Jesuthasan Antonythasan) che vuole ottenere asilo politico in Francia. Vari escamotage, tra cui l’invenzione di avere una famiglia, descrivono la dura realtà senza mezzi termini. Probabilmente il segreto del successo che ha conquistato la giuria, il racconto di una storia contemporanea che fa mutare lo spettatore durante la visione. Forse merito anche dei fratelli Coen, che hanno voluto premiare il realismo con cui sono stati trattati certi temi. Il premio Grand Prix, al secondo posto, va a Son of Saul. Opera prima di Làszlò Nemes , regista ungherese , che si è aggiudicato il riconoscimento il ritratto irriverente della tragedia dell’Olocausto. La storia narra di un membro del Sonderkommando (il gruppo di ebrei costretti a fare da assistenti ai nazisti nello sterminio dei propri compagni) crede di vedere nel cadavere di un ragazzo il figlio che ha lasciato molto tempo prima, e si mette in testa di offrirgli una sepoltura religiosa.
#2 Un Maltese prende la Palma
Uno dei pochi premi per cui la critica si è ritrovata di unanime opinione è il collare di strass, che viene dato alla miglior interpretazione da cani (scusate..animali) quest’anno va al Maltese che ha recitato in Arabian Nights di Miguel Gomes. In una delle scene più accattivanti del film, il cane Dixie, che viene cacciato da proprietario in proprietario, si trova faccia a faccia con il proprio spettro ombra in un palazzone stregato. Tenerezza a palate.
#3 Dad bods ovunque
La vanità è un buon affare a Cannes, nel momento in cui i venditori di rose si tramutano in venditori di selfie-stick il fatto diventa clamoroso. Ma, nonostante ciò, gli uomini possono stare tranquilli: lo stereotipo rimane quello del dad bods, ovvero dell’uomo rilassato con la pancetta come se fosse in gravidanza. Addio addominali scolpiti, benvenuta pancetta. Colin Farrell sfoggiava una pancia come un divorziato depresso incline a cantare ballate, Nick Cave si crogiola nella lussuria di The Lobster. Poi finiamo in “bellezza” con Gérard Depardieu flaccido e a torso nudo insieme a Isabelle Huppert, nella Valle dell'Amore di Guillaume Nicloux. Forse dovremmo semplicemente arrenderci ad un naturale invecchiamento delle celebrities. Destino crudele.
#4 La noia del porno 3D
Guardare i porno per noia, porno che annoiano. È quello che è successo a Cannes, uno dei film più “hot” iscritti al concorso ha deluso le aspettative. Nonostante Love portasse la firma di Gaspar Noé, famoso per le sue sperimentazione sensuali (e sessuali). Il manifesto del film rappresenta un bacio con saliva compresa, che neanche le cascate del Niagara. La storia racconta di un uomo diviso dal sesso sprezzante ed ossessivo che consuma con due donne di età diverse.E pensare che era pure in 3D. L’unica cosa scioccante del film è stata la calma che pervadeva ogni scena, ok che l’attesa del piacere è essa stessa il piacere, ma dal porno 3D ci si possono aspettare solo grandi cose.
#5 Heelgate
La bomba è esplosa ad inizio festival: l’etichetta obbliga le donne ad indossare i tacchi. Non tutte erano d’accordo, e sono state cacciate. Cannes è conosciuta per il ligio tradizionalismo, ma i media hanno colto la palla al balzo per farne una questione di maschilismo. In realtà qui sono stati fatti grandi passi avanti per la parità di genere nel mondo del cinema, soprattutto quest’anno. Dopo questa caduta di stile, Emily Blunt ha intimato a tutte di indossare scarpe basse. E il delegato generale del Festival ha giurato che la regola non sia mai esistita. Misteri
#6 Italiani fuori
Nessuno tra Nanni Moretti, Paolo Sorrentino e Matteo Garrone ha ricevuto la Palma d’Oro. Un anno desolante per gli italiani in concorso, c’è chi urla allo scandalo e chi, come Alberto Barbera, commenta più modestamente con"Resta il fatto paradossale che il cinema francese, peraltro il più bravo in Europa a produrre, distribuire e a fare squadra, esca come grande vincitore nell'anno in cui ha espresso i suoi risultati più modesti". E con Del Toro che gli fa eco "È sbagliato considerare i film secondo la nazionalità, fare delle differenze, abbiamo considerato solo ciò che c'era di meglio in quello che abbiamo visto". Resta il fatto che la giuria preseduta dai fratelli Coen non abbia saputo dare una giustificazione valida all’assenza di ogni riconoscimento. Al di là della critica, è il pubblico che definisce un successo ed il film di Sorrentino sta ottenendo ottimi risultati al botteghino. Lasceremo parlare la storia.