Instagram hates the period
Rupi Kaur fights cliché
31 Marzo 2015
Rupi Kaur potrebbe essere una di noi, più coraggiosa senza dubbio, ma una di noi. È una giovane poetessa che frequenta l’università. Pochi la conoscevano fino a quando, pochi giorni fa, ha instagrammato il proprio progetto fotografico.
Il tema del suo lavoro era di ritrarsi nel periodo mestruale, nessun corpo nudo, nessuna volgarità.
Post cancellato.
Si perché la comunità di Instagram non è pronta a confrontasi con la naturale fisiologia della donna, d’altra parte “non è in linea che le politiche adottate dal social network”. Badate bene, non stiamo parlando di un post violento, pornografico o scabroso. Si tratta di una macchietta di sangue e poche altre timide allusioni, ma la società del 2015 non è pronta. Se sia colpa della misoginia diffusa (e celata) o della naturale paura verso un qualcosa di sconosciuto, non lo sappiamo. Ma è evidente che ci sia qualcosa che non va.
Rupi ha risposto pubblicamente alla violazione "Grazie @instagram per avermi dato prova, con il tuo provvedimento disciplinare, dell'esatta reazione che il mio lavoro voleva innestare e criticare . Hai cancellato la foto di una donna con le mestruazioni completamente vestita, sostenendo che va contro le linee guida della comunità, quando le linee guida non fanno altro che mostrare che è accettabile. La ragazza è completamente vestita. La foto è mia. Non sta attaccando nessun gruppo di persone. Non è neanche spam. E proprio perché non va contro queste linee guida, la riposterò. Non chiederò scusa per non aver alimentato l'ego e l'orgoglio di una società misogina che accetta il mio corpo in mutande ma non con una piccola perdita, quando le tue pagine sono piene di innumerevoli foto/account dove donne (molte delle quali sono minorenni) sono rese oggetti e trattate a mala pena da essere umani. Grazie. L'immagine è parte di un progetto fotografico per il mio corso di retorica visuale. L'intera serie può essere vista su rupikaur.com.
Io sanguino ogni mese per aiutare a rendere l'umanità possibile. Il mio grembo è la casa del divino, una fonte di vita per la nostra specie... In civiltà più antiche, questo sangue veniva considerato sacro. In alcune ancora lo è. Ma una maggioranza di persone, società e comunità rifiutano questo processo naturale. Alcuni sono più a loro agio con la sessualizzazione delle donne, la violenza e la degradazione delle donne, ma non con questo.”
Instagram non ha spiegato il motivo del gesto, ma nei giorni successivi (dopo 53.000 like e 12.000 condivisioni) "A member of our team accidentally removed something you posted on Instagram. This was a mistake, and we sincerely apologise for this error." Crediamoci.
In questo casi, nulla è meglio della censura per nobilitare un progetto.