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From China with love - What is Fake?

Have you seen my shoes?

From China with love - What is Fake? Have you seen my shoes?

Come avrebbe detto Walt Disney: “Se puoi sognarlo, puoi farlo.” In una realtà un po' meno colorata e zuccherosa il sogno di ogni fashionista diventa realtà. Praterie di Scarpe di ogni brand diventano realtà low-cost, tutte le aspiranti Chiara Ferragni di turno potranno permettersi il lusso di sandali e ballerine, imitare gli acquisti all'ultimo grido minimizzando il budget nella scalata all'olimpo del blogging. Nei basement di un affollato quartiere commerciale (TIATONG) vive uno dei più grossi mercati di scarpe che la specie umana abbia mai saputo realizzare, ma non parlo di qualche centinaio di negozi, parlo di migliaia di piccoli shop divisi da sottili pareti di plastica e illuminati da accecanti luci al neon, dove risuonano  canzoni stile Gigi Dag e anche Cenerentola riuscirebbe a trovare una scarpetta simile alla sua. 

Si, è proprio tutto così magico, dovrete solo immaginare e vi sarà dato, una gentile vecchietta prima di offrirvi la più bella mela rossa che abbiate mai visto, continuerà a ripetervi qualcosa che alle vostre orecchie suonerà come “Kobe Bryant shoes” ma cercherà solo di dirvi “Copy brand shoes?”. Ogni shop sembra non avere limiti né spaziali, perchè botole e scale minuscole conducono ai magazzini, né temporali perchè l' assortimento  celebra i migliori pezzi d' archivio, dai fiammanti sandali “Made in italy” con fari e fiamme alle più recenti borchiate scattate da Terry Richardson per un inconsueto cambio di direzione della maison. 

La magia più incredibile è come tutte le venditrici sembrino essere identiche, come la dottoressa Joy dei Pokèmon, un taglio trapezoidale alla Gaga, capelli bruciati da decolorazioni e tinte arancio/ bionde, grossi occhi da bambola con lentine e ciglia finte, (naturalmente sia sull arcata superiore che inferiore, quasi gli zigomi) sbattendo ripetutamente le palpebre e con movimenti del corpo meccanici quasi da cyborg vi mostreranno il made in Italy, in France o ovunque vogliate. In questa favola dall'ambientazione futuristica, nascono nuovi aborti del tutto originali, dove tacchi di pietre, forse eccedenze di produzione, si fondono con  i modelli di di altri brand.

Vedendo tutte queste casualità, perfettamente identiche alle cugine originali nasce  spontaneamente  in me una domanda, un po' come: “è nato prima l'uovo o la gallina?”, “è nato prima la creazione o il fake?”.

Tingo la favola di toni dark e  immagino che forse proprio come me a zonzo in quel grosso mercato, lo sguardo di qualche occidentale sia lì non per curiosità ma in veste  di cool-hunter o designer che cerca ispirazione e adatta le future collezioni al preesistente modo di produzione Cinese. Sarebbe troppo facile etichettare tutto questo come semplice “fake” mentre le produzioni manifatturiere del mio paese, famose da secoli, muoiono con la velocità delle fate quando un bambino  smette di credere in loro. 

Io credo delle fate! Nonostante questo, il cambiamento è inarrestabile e potente, proprio poche settimane prima, durante la MFW osservavo in streaming con attenzione clinica una delle passerelle da me più amate e più venerate dal mondo della moda, quando all'improvviso noto delle scarpe tipicamente prodotte in Cina le FEIYUE (sta a voi indovinare quale il brand), rendendo sempre più attendibile la mia tesi. Salgo in taxi abbandono la fantasia per tornare alla realtà cercando di fare il punto:

"Lo stile è un fatto di cultura ma il genio creativo e i modi di produzione una ricchezza inestimabile, ma allora mi chiedo se sia valsa la pena delocalizzare tutto questo “made in...”? Trasportare anche economicamente parlando tutto questo reddito oltre oceano e spogliarsi dell' unica ricchezza “culturale” che apparteneva ancora al nostro paese e al nostro DNA. Serviremo ancora o questo continente farà proprio il know-how e ci butterà via come scarti di produzione? Io continuerò a credere nelle fate e alla magia che un giorno ci riapproprieremo di tutto questo."