La storia di Caprices Festival, la gemma del clubbing tra le Alpi
Domani a Crans-Montana prenderà il via la 19esima edizione del festival
07 Aprile 2022
Dopo due anni di edizioni estive a Settembre, lo storico Caprices Festival tornerà quest’anno alle sue abituali date primaverili aprendo domani il suo primo di due weekend consecutivi all’insegna del clubbing tra le Alpi svizzere. Il secondo weekend si terrà invece dal 15 al 17 aprile, proprio in occasione di Pasqua, ed è possibile prenotare i biglietti qui. Il festival rappresenta tradizionalmente il gran finale della stagione sciistica svizzera, mescolando musica elettronica e sport invernali e presenterà quest’anno una line-up carichissima guidata da Sven Vath, che presenterà uno speciale set dedicato al suo primo album in vent’anni, Catharsis, e che annovera tra i suoi ospiti nomi illustri del clubbing europeo come i Tale of Us, Dixon, Luciano e Riccardo Villalobos, RPR Soundsystem, Recondite e Jamie Jones. L’edizione di quest’anno, oltre a tornare con i feature tradizionali come il Modernity Stage a 2200 metri d’altezza e raggiungibile solo in funivia, presenterà un summit dedicato alle convergenze tra mondo dell’arte, NFT, blockchain e metaverso organizzato in collaborazione con SwissBorg – facendo del Caprices «uno dei primi festival ad aprirsi a queste nuove prospettive», come ha dichiarato Maxime Léonard, fondatore e direttore artistico del festival.
La storia del festival parte da lontano, quasi vent’anni fa, quando Maxime Léonard, nativo di Crans-Montana, insieme a un gruppo di suoi amici, decise di istituire un festival musicale nella sua città natale, una nota località sciistica che stava iniziando a perdere popolarità nei primi 2000. «All’inizio volevamo mescolare musica live ed elettronica e la line-up era incredibilmente eclettica», raccontava Léonard in un documentario del 2018 dopo la vittoria del festival ai DJ Awards di Ibiza. Contattato da nss magazine, il founder del festival ne ha raccontato meglio l’evoluzione: «All'inizio il programma del festival includeva soprattutto artisti come i Deep Purple, Iggy Pop, Bjork, Portishead e Cypress Hill tra gli altri. La musica elettronica piaceva solo a un pubblico di nicchia, ma col tempo la richiesta è diventata sempre più forte e alla fine, sette anni fa, abbiamo preso la decisione radicale di concentrarci solo su questo segmento più giovane, in sintonia con i nostri tempi». L’idea funzionò, la prima edizione contò 10.00 spettatori che già alla quarta erano diventati 17.500 e continuarono a crescere. Il successo fu tale da attirare i più grandi nomi del clubbing sui pendii di Crans-Montana portando anche alla nascita di nuovi nomi: il leggendario DJ Luciano, nome d’arte di Lucien Nicolet, è una fixture del festival dalla prima edizione e una parte importante della sua carriera si è svolta durante il Caprices.
La svolta elettronica del festival avvenne più o meno nel 2009, simboleggiata dall’apertura dell’ormai celebre Modernity Stage, un dancefloor sulla cima dei monti, con un panorama aperto sulle cime innevate delle Alpi svizzere, di cui Léonard ci ha raccontato la scoperta:
«Stavamo finendo la serata del Caprices molto molto tardi con Luciano, Sonya Moonear, Guilaume & the Coutu Dumont, Sety e una ventina di altri amici e decidemmo di fare un after all'alba in cima alle piste da sci nel ristorante di un amico. Salimmo sulla funivia con un paio di casse sulle spalle, e abbiamo fatto festa per tutto il giorno seguente in questo panorama mozzafiato in cima alle montagne. Fu una giornata magica, sia a livello umano che musicale. Ci siamo detti “Dobbiamo rifarlo l'anno prossimo!" ma questa volta per un centinaio di persone con un B2B di Luciano e Ricardo Villalobos. L'anno successivo abbiamo costruito un palco in una tenda trasparente da 1.000 persone e l’abbiamo chiamato Modernity».
Una storia che, come si vede, è una storia basata sulla community – ed è proprio il sodalizio dei fondatori, dei loro amici e della famiglia allargata del festival che gli ha permesso di mantenere un’identità così distintiva da rimanere inalterata attraverso le evoluzioni della line-up che nel 2013 completò la sua metamorfosi diventando esclusivamente elettronica. Da qui il festival acquisì la sua forma attuale: con l’apertura del Modernity Stage e la presenza dei due stage notturni, di nome Forest e Signal, l’attenzione degli organizzatori si allargò anche all’aspetto visuale e al light design dei set e alle esperienze collaterali al clubbing vero e proprio – incluse collaborazioni artistiche ed esperienze rimaste iconiche come il DJ Set in mongolfiera che Magdalena Chojnacka, in arte Magda, suonò nel 2016 sospesa duemila metri sopra Zurigo. Altro importante landmark per il festival, fu la sua vittoria ai DJ Awards di Ibiza nella categoria Best International Festival – il coronamento di quindici anni di sforzi. Nel comunicare al pubblico e alla propria community il riconoscimento, gli organizzatori sottolinearono ancora una volta la natura comunitaria e quasi familiare del loro modello: «Un festival non è niente senza due elementi essenziali: un buon pubblico e uno stupendo scenario! Con il vostro sorriso e la vostra energia avete sempre reso i nostri eventi un incontro di gioia e di amore intorno alla nostra comune passione per la musica».
L’evoluzione continua, parte del DNA del Caprices, non si è fermata nemmeno con l’edizione che sta per iniziare, che sarà la prima a ospitare un summit dedicato al Web 3.0. per esplorare, sempre nelle parole di Léonard, «le prospettive rivoluzionarie per l’industria musicale e per l’arte in generale». Un’iniziativa che segna, dopo il biennio delle edizioni estive, non solo un ritorno alla tradizione per il festival ma anche una sua ulteriore espansione in un’istituzione culturale ed artistica – la gemma nascosta del clubbing in Europa.