La vera storia di Anna Delvay
"Inventing Anna" in uscita l'11 febbraio su Netflix
10 Febbraio 2022
Nel 2017 la stampa americana è sconvolta da un avvenimento alquanto singolare, la scoperta che non solo la più celebre it-girl di Manhattan non esiste ma che è in realtà il frutto di una truffa costruita a tavolino. Stiamo parlando di Anna Delvay, alias Anna Sorokin, che a New York tra il 2013 e il 2017 si è finta una ricchissima ereditiera russa per crearsi un nome e una vita da star. Il suo successo era stato abilmente costruito attorno ad un mistero: nessuno sapeva con certezza chi fosse e come facesse ad essere così ricca, si pensava che i suoi genitori fossero magnati del petrolio, che lavorassero nel campo dell’energia solare o che fossero ambasciatori di un qualche paese straniero. Eppure Anna Sorokin è in realtà l’ambiziosa figlia una casalinga e un’autista di camion, nata a Domodevo, che dopo un’infanzia di stenti tra Mosca, Berlino e Londra, trova lavoro a Parigi per la rivista Purple, dove inizia a presentarsi per la prima volta come “Anna Delvay”. Alle sfilate della New York Fashion Week, ha un’assaggio della frenetica e sontuosa mondanità tipicamente newyorkese e chiede il trasferimento negli uffici Purple di Manhattan nel 2013. Lì inizia a costruire la sua nuova vita: Anna Delvay, la figlia di un magnate russo che vanta un fondo fiduciario di 60 milioni di dollari, veste Chanel, Dior, Balenciaga, appare dal nulla a tutte le feste più glamour, è in prima fila alle sfilate con una sobrietà e compostezza degne di Anna Wintour, diventa amica di stilisti, attori e altre celebrità, documentando puntualmente il tutto sul suo profilo Instagram.
Il suo sogno? Fondare un club privato in stile Soho House incentrato sull’arte, la cultura e il mecenatismo, la Anna Delvay Foundation: un luogo esclusivo con palestra, ristorante stellato con accesso esclusivo per i membri, una galleria d’arte e lussuosi appartamenti a Park Avenue, nella Church Missions House, uno degli immobili più antichi e più costosi della città. Parlava a tutti di questo suo ambizioso progetto, tanto da presentare proposte di investimento a tutte le Banche di New York per ottenere un “piccolo” prestito di 22 milioni di dollari. A un certo punto tutto sembrava pronto, ma Anna scompare misteriosamente su un volo per la Germania, dicendo di avere problemi con il Visto. Nel Febbraio 2017, un anno dopo la sua partenza, torna a New York e l’hotel di lusso 11 Howard a Soho è la sua prima residenza. Nessuno però si accorge delle sospette coordinate bancarie che la ragazza usa per saldare l’affitto di 400 dollari a notte. Per mesi non viene mai strisciata una carta di credito, ma viene bensì presentato un ambiguo attestato di una banca svizzera che garantisce un bonifico a fine del soggiorno, mentre Anna prende lezioni private in esclusive palestre e cena al La Coucou, il costosissimo ristorante dell’hotel.
Tutti i pagamenti sono rimandati e addebitati sul conto della sua camera, mentre Anna tiene bassi i sospetti viziando i dipendenti dell’hotel con mance spropositate per ogni piccolo servizio. Tra questi c’è la concierge Neffa Davis, che, diventata sua amica, viene risucchiata nella sfrenata vita mondana della Delvay. Tuttavia i primi campanelli d’allarme iniziano a suonare quando Neffa è costretta a pagare una costosissima cena dopo che le undici carte di credito di Anna erano state rifiutate. Dopo l'incidente l’Hotel decide di presentale il conto in sospeso di cui lei riesce a saldare solo parte prelevando i soldi da un conto Citybank su cui aveva versato una serie di assegni fraudolenti del valore di 160.000$. Nonostante la disavventura, Anna non si da per vinta e fatta amicizia con Rachel Williams, ex photo-editor di Vanity Fair, decide di partite per una vacanza a Marrakech con un gruppo di amici, tra cui la stessa Williams che, davanti ai problemi della Delvay a saldare il conto della vacanza, è costretta a "prestarle" 62mila dollari. Inutile dire che la Williams non ha mai più rivisto i suoi soldi.
Tornata dal viaggio, la Delvay/Sorokin continua a seminare debiti su debiti. Il potere di Anna stava nella sua personalità, era impossibile pensare male della maschera costruita da Anna Sorokin, quella della giovane miliardaria smemorata che puntualmente si dimenticava di restituire i soldi. Un meccanismo arrivato al capolinea quando due hotel truffati da Anna, il Beekman e il W New York, decidono di sporgere denuncia e contattare il New York Post. Nel dicembre del 2017 la donna che aveva truffato l'upperclass newyorchese viene incarcerata con l'accusa di frode, furto aggravato, falsificazione di documenti e diversi altri crimini ai quali si aggiunge un debito di oltre 275mila dollari tra hotel, ristoranti, banche e amici. Il 9 Maggio 2019 la Sorokin è stata condannata a una sentenza dai 4 ai 12 di carcere, oltre a una multa di 24.000$ e un debito da saldare di 199.000$. Di anni però ne ha scontati solo due e a febbraio 2021, una volta tornata in libertà, Anna non ha perso tempo, pubblicando su Instagram una foto in bianco e nero con i suoi occhiali Cèline e la caption: “La prigione è così stressante, non potete immaginare”. Nata non per essere ricca, ma per essere famosa, Anna Sorokin ora è la celebrità che ha tanto finto di essere, e mai come ora è vero il detto: “bene o male, basta che se ne parli”.