Apple lascerà riparare gli iPhone ai suoi clienti
Il servizio Self Service Repair sarà attivo già con gli iPhone 12 dall’anno prossimo
18 Novembre 2021
Quando Steve Jobs concepì l’estetica di Apple, pose molta enfasi sul design di un prodotto “chiuso”, radicalmente diverso dagli altri dispositivi sul mercato che era possibile aprire e smontare con un semplice cacciavite o a mani nude. Questa filosofia ha reso Apple un leader nel campo della cultura tech ma ha anche portato a numerose problematiche quando si trattava di riparare piccoli malfunzionamenti dei dispositivi – operazione che richiedeva l’intervento di tecnici Apple autorizzati, lunghe liste d’attesa e strumentazione molto specifica per maneggiarne i componenti. Per risolvere il problema, il marchio ha dunque annunciato il programma Self Service Repair, che consentirà ai clienti «di accedere alle parti originali e agli strumenti Apple» oltre che ai manuali per effettuare le proprie riparazioni da soli. Il dato più interessante della notizia, al di là della sostanziale validazione che Apple dà per la prima volta alle riparazioni DIY, è l’ingresso della circolarità anche nel mondo tech, con le parti usate che saranno restituite in cambio di voucher per essere riciclate – un sistema che, al momento, sta iniziando a prendere piede anche nella moda come ad esempio con l’iniziativa vintage di Valentino o il sistema di riciclo degli abiti usati di H&M.
Il programma inizierà nel 2022 negli Stati Uniti per poi essere esteso ad altri mercati e, nelle fasi iniziali, consentirà ai clienti di aggiustare da sé display, batterie e fotocamere degli iPhone 12 e 13. La scelta di iniziare da queste tre componenti soltanto è motivata dal fatto che sono le parti del dispositivo più soggette a incidenti e soprattutto le più semplici da riparare. Dopo aver consultato il manuale di riparazione, bisognerà inoltrare un ordine tramite l’Apple Self Service Repair Online Store, che include oltre duecento parti di ricambio originali. Infine, bisognerà restituire la parte usata per il riciclo ricevendo in cambio un credito da spendere sul prossimo acquisto. La decisione è giunta dopo che, nel corso degli ultimi anni, molti legislatori di stati americani ed europei hanno proposto una serie di leggi per fermare il “monopolio delle riparazioni” dando vita al Right-to-Repair Movement. Queste leggi sono sempre combattute da Apple che per esempio, nel 2019, ha convinto il governo della California che lasciare agli utenti riparare i dispositivi da sé avrebbe comportato rischi di incendi e di infrazioni della privacy dei dispositivi. Le cose sono cambiate a luglio quando Joe Biden ha firmato un ordine esecutivo antitrust che ha dato alla Federal Trade Commission il potere di passare leggi a favore del right-to-repair movement.
Alcuni attivisti del right-to-repair movement hanno fatto notare come, tenendo sotto stretto controllo le delivery dei prodotti e la restituzione delle parti usate, Apple sta di fatto controllando il marketplace delle microcomponenti, lasciandogli dunque il potere di controllare l’obsolescenza dei suoi dispositivi. La possibilità di riparare i dispositivi da sè, comunque, avrà vantaggi positivi sul piano della sostenibilità: secondo uno studio di Wertgarantie infatti, se il 27,5% di prodotti tech danneggiati in Germania venisse riparato si eviterebbe la produzione di 100.000 tonnellate di e-waste ogni anno. La mossa di Apple, comunque, giustificata dalla policy aziendale di tenere sotto controllo i propri materiali e dispositivi, ha rappresentato un importante passo avanti nel rapporto tra il marchio e i suoi consumatori, specialmente considerando quanto l’enorme diffusione di dispositivi Apple non sia realmente commisurata alla presenza sul territorio di Apple Store o di operatori autorizzati a eseguire riparazioni dall’azienda.