Che cos’è BeReal, il social media delle foto oneste
Il capofila di una nuova generazione di social media
26 Agosto 2021
I social media stanno cambiando. Le foto estetiche di vacanze e oggetti di design, gli outfit immacolati, le storie in vacanza o al ristorante hanno perso l’aura aspirazionale che avevano un tempo e hanno iniziato a mostrare la proverbiale corda. Persino gli stessi influencer, di tanto in tanto, rompono la finzione delle loro IG Story per ricordare ai follower che la vita sui social è edulcorata, editata e opportunamente filtrata – in altre parole è falsa. E proprio in questi mesi una nuova generazione di social media sta emergendo, capeggiata dalla nuova app BeReal, che al momento è ancora allo status di fenomeno semi-virale ma che ha già ottenuto un finanziamento da 30 milioni di dollari e si prepara a uno sviluppo ulteriore. In poche parole, BeReal è una app che manda una notifica simultaneamente al giorno a tutti i suoi iscritti che hanno due minuti di tempo per fare una foto e condividerla con gli altri, senza dunque la possibilità di editare e post-produrre. Non ci sono like, non ci sono follower, non c’è l’illusione di una validazione sociale che deriva dall’essere migliore degli altri. C’è solo la realtà nuda e cruda.
Alla ricerca della “realness”
I membri della Gen Z sono alla ricerca dell’autenticità, delle cose vere. Intervistato da Vogue Business sull’ascesa di questa nuova generazione di social media, Josh Constine del fondo d’investimento tech SignalFire, ha spiegato:
«Dopo un anno difficile, i social network si stanno rendendo conto che far sentire bene le persone è importante. Devono rispettare certi limiti. La prossima generazione vede e si identifica davvero attraverso i propri amici, non solo attraverso ciò che fanno, ma attraverso le persone con cui stanno. La prossima ondata di esperienze sociali dovrà essere qualcosa di condiviso a cui partecipare in modo collaborativo».
E se il fascino di BeReal si basa proprio sul fascino disarmante della verità, con foto di utenti che stanno lavando i piatti, viaggiano annoiati in treno o si sono appena svegliati da una siesta pomeridiana, un’altra app come Poparazzi abbraccia il modello collaborativo in maniera più diretta. Lo slogan di questa app è The Anti Selfie Selfie Club e consente agli utenti di fare foto al naturale ai propri amici e postarle – l’idea è che le uniche foto che un utente può avere di se stesso sono scattate da altri, ovviamente senza la possibilità di editare o tagliare nulla. Ma oltre alla ricerca della “realness” c’è un altro fattore che questa nuova generazione di app hanno in comune: l’intrattenimento.
I social come divertissement
BeReal, Poparazzi ma anche ClubHouse o ancora prima TikTok rappresentano la nuova generazione di app della Gen Z che stanno lentamente scalzando i classici social media come Facebook e Instagram. Secondo dati riportati dal The Financial Times relativi al Regno Unito, infatti, la presenza di Instagram negli iPhone è scesa del 18% nel 2020 mentre il tempo d’uso giornaliero medio di Facebook è sceso da 36 a 29 minuti nello scorso anno. La differenza principale fra questi vecchi social media e i nuovi è nella loro impostazione: le app tradizionali sono centrate sulla self-promotion, l’utente è il centro assoluto dell’esperienza e può decidere quando e come presentarsi al mondo; le nuove app invece costituiscono un nuovo livello di attività e intrattenimento grazie allo switch che va dalla foto al video e dunque costringe a creare una narrativa, un contenuto che sia in qualche modo più concreto del solito selfie. Proprio per questo Instagram ha di recente inserito i Reel fra i suoi feature.
Il successo straordinario di TikTok, iniziato l’anno scorso, ma anche quello di ClubHouse sta proprio nella sua capacità di essere una sorta di varietà televisivo: c’è il balletto divertente, lo sketch, la video-ricetta, il video informativo e via dicendo. Se su Instagram si “scrolla” in modo passivo, mettendo al massimo un like su questa o quella foto, su TikTok si guarda attivamente, si replica un format – proprio come le foto oneste di BeReal offrono spunti di humor e relatability e i “pop” di Poparazzi stimolano la curiosità di vedere i ritratti senza filtri dei loro utenti. Non a caso, nello stesso articolo del Financial Times, Adam Mosseri, Head di Instagram, ha detto: «I video stanno avendo un'immensa crescita online per tutte le principali piattaforme in questo momento ed è uno dei contenuti su cui dobbiamo puntare più. Non siamo più un'app di condivisione di foto».