Meglio investire in sneaker o vini pregiati?
Come Vindome vuole diventare lo StockX del vino
15 Luglio 2021
Allenati dal mondo del resell e delle sneaker, la Gen Z - contrariamente al racconto dei media mainstream - è forse la generazione più attenta e competente negli investimenti finanziari. Capito il meccanismo della domanda e offerta, molti giovani investitori hanno affinato e ampliato i propri capitali giocando sui mercati iper speculativi come quello delle criptovalute o dell’NFT. Il vantaggio competitivo sta nella velocità di lettura dei trend e nell’adattamento al mercato, capacità che ha permesso così di creare dal nulla colossi del mercato dei beni tangibili come StockX, oggi valutata 3 miliardi di euro. Tuttavia molte delle categorie di prodotti su cui investe la Gen Z ha una volatilità altissima: un paio di Jordan- come il bitcoin e altre cripto - hanno delle oscillazioni di prezzo altissime e non hanno una garanzia di medio lungo termine. Per questo motivo molti giovani investitori con il passare degli anni stanno allargando il proprio orizzonte per diversificare il proprio portafoglio di investimenti e - contro ogni aspettative - tra queste nuove categorie c’è anche il vino pregiato.
Le bottiglie di vino pregiato - e con questo si intendono i grandi rossi francesi, lo Champagne e le etichette italiane più famose - infatti sono numeri alla mano un ottimo investimento di lungo periodo: circa +10% in 12 mesi e tra il +160% e il +192% in 10 anni, inoltre il mercato non ha mai registrato crolli improvvisi. Il trend è in rapida ascesa come dimostrano i numeri dei primi tre mesi 2021, quando il valore delle bottiglie scambiate sul Liv-ex (l’indice della borse dei vini) è cresciuto del +124,8% sui primi tre mesi del 2020, ed il numero dei buyer è balzato del 45%. Oggi grazie a nuove app e siti, in molti stanno comprando una cas sa di Bordeaux invece di comprare NFT o una boxlogo Supreme per assicurarsi un asset che duri nel tempo.
Il vino pregiato può essere definito come un passion asset, come tale può essere paragonato all’arte, alle vetture d’epoca e agli orologi. Si tratta però di un prodotto unico nel suo genere per il suo comportamento economico, il vino, infatti, migliora con l’invecchiamento e, a causa del consumo, diventa più raro. Inoltre la produzione di un vino specifico è limitata a determinati terreni e non è come qualsiasi altro prodotto del quale si può semplicemente produrre di più man mano che la domanda cresce. A differenza di beni come le sneaker, il vino è meno influenzato dai trend del momento: ad oggi è difficile prevedere il valore di una sneaker anche perché i brand hanno il potere di creare scarsità o inondare il mercato (il caso delle Nike Dunk è evidente), ugualmente vale per le criptovalute rispetto alle legislazione. Lo span temporale in cui però è possibile avere un profitto consistente è molto più lungo - dai 5 ai 9, a seconda della tipologia di vino - e nonostante sia possibile fare affare sul momento facendo trading soprattutto all’estero, il vino è - come la sua produzione - un investimento riflessivo, che ha bisogno di tempo.
Il limite “naturale” alla produzione spiega perché negli ultimi 10 anni gli investimenti in vino pregiato hanno registrato costantemente rendimenti più elevati e secondo il Knight Frank Luxury Investment Index, indice che monitora le oscillazioni di prezzo dei beni di lusso, tra 2017 e 2019 quello del vino è stato uno dei mercati migliori con una crescita del 19%.
Come investire sui vini pregiati?
Il mondo del vino - e in particolare - dei vini pregiati è rimasto per decenni una bolla impermeabile al mondo esterno. Solo chi aveva i mezzi economici o una conoscenza profonda della materia poteva accedere al mercato e reperire una bottiglia di Romani-Conti da 500 euro. Inoltre il mercato è stato per anni dominato da un manipolo di critici ed enologi che avevamo un potere sproporzionato: un giudizio negativo avrebbe stroncato un vino facendone crollare il prezzo. Questo genere di incertezza e difficoltà ha allontanato investitori non esperti del settore fino agli ultimi mesi, quando - ispirati dal mercato del resell della moda e del lusso - sono nati app e siti per il trading del vino pregiato. Ma il panorama sta cambiando: una ricerca di Forbes, racconta come sempre più donne e giovani si stiano avvicinando al mondo dei vini di pregio, appannaggio, storicamente, di uomini over 60 e ad alto reddito, che in media spendono, per una bottiglia di vino, 75 dollari. Ad accelerare il trend, la tecnologia, la pandemia e i cambiamenti sociali in corso, a partire dai quattro mercati di riferimento: USA, UK, Cina e Hong Kong.
Ispirati dal successo dal successo di piattaforme come StockX, tra le nuove app per il trading del vino c’è Vindome, una delle più semplici e chiare da usare che offre la possibilità di entrare rapidamente nel mercato grazie ad investimenti attraverso due tipologie di approccio. La modalità Collections offre l’opportunità di accedere ad assortimenti di vini suddivisi per budget ed orizzonti temporali di investimento calibrati. Una modalità ideata principalmente per i neofiti, che consente di conoscere i vini e le principali meccaniche del mercato e di iniziare a creare un portfolio equilibrato di fine wines. Vindome Live Market permette invece di operare in un vero e proprio wine market in tempo reale, navigando fra centinaia di etichette e dove è possibile acquistare direttamente al prezzo di mercato o fare un’offerta, senza investimenti minimi richiesti.
Uno dei servizi più interessanti che offre Vindome è che ciascuna cassa di vino viene etichettata e sigillata con un tag NFC e tutte le transazioni vengono registrate su blockchain, garantendone così la totale inviolabilità. Molti degli investitori tuttavia non avrebbe la possibilità di conservare correttamente il proprio investimento (temperatura e umidità sono fattori fondamentali per il vino) e per questo Vindome offre lo stoccaggio in magazzini localizzati strategicamente in prossimità delle regioni di produzione (il Bordeaux in Francia) e dotati di tecnologie avanzate, capaci di garantire temperature, umidità e sicurezza ideali. Come per le sneaker anche nel vino il packaging è fondamentale: il valore si una bottiglia è sensibilmente più basso quando non è accompagnato dalla sua cassa originale.
Quali sono i vini in cui investire?
Dopo tanta teoria passiamo alla pratica, perché il bello di questi investimenti - a differenza di quelli finanziari - è che in fondo si compra un bene materiale, prodotto da terra e persone, invecchiato in botti dentro magnifiche cantine. Una cassa di vino è un investimento che può dare un rendimento consistente. Il consiglio per i neofiti è affidarsi ai consigli di app o di esperti, soprattutto per quello che riguarda la conservazione e il mantenimento.
Tra gli investimenti sicuri ci sono le etichette En Primeur - un modo di comprare i vini ed i millesimi più ricercati quando sono ancora in barrique, offrendo così ai clienti l'opportunità di investire in un vino particolare prima che sia messo in bottiglia e a disposizione sul mercato - dei grandi Château Francesi della regione di Bordeaux che a un prezzo accessibile offrono un’ottima qualità e un potenziale Return on Investment notevole. Questi vini hanno un mercato internazionale consolidato, alcuni esempi sono Le Petit Mouton, Echo de Lynch Bages e Les Pagodes de Cos. Virando su vini italiani, negli ultimi anni grazie ad un marketing un po’ meno campanilistico, l’enologia italiana di eccellenza si sta avvicinando a quella francese. Le etichette da tenere d’occhio sono oltre ai toscani quali i Brunelli e Super Tuscan (Sassicaia, Ornellaia, Gaja), i vini piemontesi come il Barolo e il Barbaresco che stanno riscontrando un importante consenso internazionale e registrando performance finanziarie notevoli.