L'anima della festa: Milano vista da Tea Hacic-Vlahovic
Intervista ad una delle voci simbolo delle notti milanesi in occasione dell'uscita del suo libro
07 Aprile 2021
Non esiste una definizione univoca o un solo aggettivo che possa raccontare in modo esaustivo la vulcanica esperienza dell'essere Tea Hacic-Vlahovic. Tea Hacic-Vlahovic è (ed è stata) tante cose, da anima trasgressiva delle notti milanesi, voce rassicurante e ultra ironica che raccontava la quotidianità dei fuori sede, a penna di punta del magazine Stai Zitta, e ancora founder e voce del podcast Troie Radicali, stand-up comedian e attrice, con le decine di personaggi che popolano il suo profilo Instagram. Un personaggio al di fuori di ogni definizione, ora autrice del romanzo L'anima della festa, edito da Fandango Libri, che tra piccioni in piazza Duomo e festini indimenticabili, ripercorre le avventure - ma anche i momenti più difficili - di Tea Hacic-Vlahovic.
nss magazine ha contattato Tea Hacic-Vlahovic per farsi raccontare cosa si nasconde dietro la sua figura così affascinante.
#0 Partiamo dalle cose importanti: come sta Winkle?
Sta studiando filosofia e cagando ovunque.
#1 Come è cambiata la scena clubbing milanese da quando sei arrivata in città ad oggi?
Grazie ai social media, il clubbing è diventato più "easy" a Milano. È più facile capire cosa c'è da fare in giro, come entrare (manda un dm al DJ, duh!) e poi quando entri, puoi fare foto del tuo outfit e tornare a casa subito. Per dire, non mi piace! Il clubbing dovrebbe essere una missione. Una bella festa, quando la trovi, è un tesoro. Devi rispettare le feste, fare davvero LA FESTA alle feste, non le foto. La nightlife era più... segreta e più hardcore. Però ho tanta speranza per la nuova wave che arriverà dopo il Covid, con la nuova queer community giovane.
#2 Cos’ha o cosa aveva la Milano notturna che le altre città non avevano? Quali sono le differenze con la scena di Los Angeles?
Il fatto che Milano è un po' old school, che ti trovi spesso da sola, senza trasporti pubblici, senza un posto aperto che accetta carte di credito... rende tutto più pericoloso e PUNK. Nelle città grandi e più "moderne" come LA e NY, c'è molto meno da scoprire. Meno avventure. Tutto è già stato fatto, devi solo metterlo nel microonde.
#3 Ci fai una tua personale classifica dei migliori locali di Milano, dalle discoteche ai bar?
PLASTIC: Quello vecchio era il mio prefe ovviamente, ma anche il nuovo ci sta. Se la gente del Plastic un giorno dicesse, "questo cesso è il nuovo Plastic," andrò lì.
QLAB: Per le serate drag-glam-trash.
LOVE BAR: Feste gay, feste "d’arte", feste del cazzo.
RED BAR: Gay aperitivo poco costoso e molto pazzo.
Qualsiasi Tabacchi Bar: in quello in Col Di Lana n. 1 ho passato mille ore bevendo whiskey a 3 euro.
Gattullo: Per una brioche chic dove tutti ti guardano malissimo, tranne i piccioni.
PRAVDA: Consiglio per drink fortissimi ma io non posso più andare lì perché ho troppe memorie brutte. (Per fortuna tanti dei miei posti preferiti di anni fa non esistono più!)
NABAR: Il bar della Nuova Accademia di Belle Arti, ho passato più tempo lì che in classe.
Io sono innamorata del Duomo, anche se non mi hanno mai fatto entrare.
I bar "trappole per turisti" dove devi pagare 5 euro per un cappuccino, spaccano. Hanno sempre i bagni belli.
Principe di Savoia: Un cocktail costa un botto ma lo puoi dividere in due con una troia radicale. Lì vedrai tutti i criminali e loro ragazze vestite da paura.
Sul Frecciarossa di Trenitalia, prosecco e patatine, mentre stai tornando a Milano da qualche altra città che vuole essere Milano.
#4 La cosa che ti manca di più di Milano e quella che ti manca di meno.
Mi manca di più uscire per un aperitivo leggero e tornare a casa il giorno dopo distrutta con una nuova vita, anima e vestiti che non sai da dove vengono. Mi manca di meno aspettare i taxi che non arrivano mai.
#5 Dopo la pandemia pensi che torneremo a fare serata negli stessi luoghi e allo stesso modo o cambierà anche quello?
Immagino che le feste avranno tantissima importanza. Stima. La gente si mette WINGS per creare spazio... sarà un po' come il CLUB KIDS MOMENT in NYC dopo il picco dall'epidemia di AIDS..."non toccarmi, ma guardami, guardami!”
#6 Una scena a cui hai assistito nel mondo della moda che non dimenticherai mai?
Ho fatto così tante cazzate e detto così tante cose sbagliate alla gente "importante" che è davvero difficile scegliere una scena. Una sera sono stata invitata a casa di Dolce & Gabbana a Milano, per Natale. Mi hanno invitato perché lavoravo già da qualche anno per organizzare le loro feste, ho pure fatto la "cocktail waitress" a quelle stesse feste che organizzavo (per extra 90 euro) e scrivevo anche per il loro magazine SWIDE. Quindi I was a Dolce girl, senza aver mai avuto un pezzo di Dolce.
Essere invitata a quella serata era un BIG DEAL. Non era un grande "fashion party". Questo era solo per friends & family. Quindi ovviamente, mi vesto bene: una gonna di Zara, scarpe Topshop e top di American Apparel. Mi strafaccio prima di arrivare, con il mio amico Filip. Avevamo già bevuto un litro di Tavernello a testa, e qualche whiskey da Col di Lana n. 1. La casa è un sogno barocco, come immagini. Tappeti e oro ovunque. Gente bella, sofisticata, ricca. C'è la musica ma nessuno balla. Chiedo al mio capo del momento, "Perché nessuno balla?". E io comincio a ballare, violentemente. Dietro di me, un cameriere mega bono ha tra le mani un vassoio, con 12 bicchieri di champagne e vari succhi. Io, mentre ballavo, l’ho colpito da dietro, facendo cadere tutto, ovunque. Sui tappeti, divani, vestiti... il mio capo mi dice, "Ecco perché nessuno balla".
Il giorno dopo, un articolo su qualche rivista ha pubblicato una storia sulla festa di Natale, descrivendo in dettaglio la cazzata che ho combinato. Quando ho visto l’articolo, ero imbarazzata... poi mi sono alzata dal letto e ho visto che nella mia borsa c'erano un profumo di D&G un blush, un rossetto, tanta roba... L’avevo rubata quando ero andata nel loro bagno a vomitare. Non ero più imbarazzata. E non sono stata più invitata.
#7 Stai già pensando al prossimo libro?
Il secondo libro è già pronto. Si intitola A CIGARETTE LIT BACKWARDS, è un teenage punk rock drama ambientato nella Carolina del Nord. È stato curato da Giancarlo DiTrapano, il genio di New York Tyrant. Sarebbe dovuto uscire l'anno prossima, ma la scorsa settimana Giancarlo è tragicamente venuto a mancare. Aveva già editato il manoscritto, il che significa che ora è perfetto. Sono devastata all'idea di non poter più lavorare con lui, ma ora il libro è dedicato a lui. Spero che un degno editore possa occuparsene ora.
#8 Outfit giusto per una troia radicale
Le troie radicali si vestono come vogliono. Però il MIO outfit preferito che mi fa sentire più TROIA RADICALE è un vestito da spogliarellista preso a 10 euro in Chinatown con scarpe di Miu Miu.