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Si parla di sostenibilità ma l'aria di Milano è tra le peggiori al mondo

E la colpa non è solo di riscaldamento e automobili

Si parla di sostenibilità ma l'aria di Milano è tra le peggiori al mondo E la colpa non è solo di riscaldamento e automobili

Secondo i dati pubblicati dall’agenzia IQ Air e confermati da ARPA Lombardia, l’aria di Milano ha un serio problema di inquinamento. Lo scorso 19 gennaio, infatti, era la terza più inquinata del mondo dopo quella di Dhaka, in Bangladesh, e quella di Delhi, in India. Oggi, è scesa al 33esimo posto e rimane l’unica città d’Italia a figurare nella classifica. A prescindere dai dati dei singoli giorni, comunque, basta scorrere il feed della pagina Instagram @aria.di-milano per vedere più giorni gialli e rossi che verdi – con un indice AQI (il sistema di misurazione Air Quality Index) sempre superiore al 100, ovvero la soglia oltre la quale la concentrazione di polveri sottili inizia ad avere effetti sulla salute. La città di Milano (ma in realtà tutta la Lombardia) ha insomma un grave problema di inquinamento che però si scontra contro la narrativa di una green & smart city che circola sulla metropoli.

La concentrazione delle polveri sottili a Milano, infatti, è una conseguenza non solo dei fumi di caldaie, ciminiere e autoveicoli, ma anche degli allevamenti intensivi situati nella zona sud della regione. In una nota citata da MilanoToday, Legambiente Lombardia ha scritto:

«Il dato si spiega con le emissioni provenienti dalle stalle e dallo spandimento di liquami zootecnici. Oltre due terzi delle polveri sottili sospese, infatti, sono costituite da microcristalli di sali d’ammonio, che si formano in atmosfera a partire da un inquinante gassoso prodotto dagli allevamenti intensivi, l’ammoniaca, che si combina con gli ossidi d'azoto provenienti dal traffico».

Eppure la Regione Lombardia ha ridotto, con un provvedimento, il periodo di divieto di spandimento di liquami zootecnici, consentendo agli allevatori di svuotare le proprie cisterne e, sempre secondo una lettera di Legambiente all’assessore all’agricoltura di Regione Lombardia Rolfi, vanificando le misure anti-smog adottate nelle città come Milano, che ha visto negli ultimi giorni un'ulteriore stretta dei regolamenti.

È chiaro che per una città che vorrebbe presentarsi come la più avanzata d’Italia, e in cui la parola “sostenibilità” è sulla bocca di tutti, la pessima qualità dell’aria è il sintomo di un malfunzionamento del sistema. A partire da oggi, in tutta la regione partiranno i divieti anti-smog contro i motori a diesel più inquinanti ma, allo stesso tempo, il problema dell’aria di Milano si situa in un contesto più ampio che riguarda uno sfruttamento intensivo del territorio e, dunque, un concetto di sostenibilità che coinvolge sistemi economici ben più vasti di quelli che un privato cittadino (o la popolazione di una sola città) potrebbero controllare. Basti pensare che il 51% di tutti i suini e il 25% di tutti i bovini allevati in Italia è concentrata nel sud della Lombardia – un dato che è emerso proprio grazie alla riduzione di emissioni di tubi di scarico e camini nei centri cittadini.