Cosa sta succedendo tra TikTok e gli Stati Uniti
Donald Trump ha detto di voler mettere al bando l’app (e i TikToker non sono rimasti a guardare)
13 Luglio 2020
Donald Trump sta valutando il ban di TikTok negli USA. “È qualcosa che stiamo considerando, sì”, ha dichiarato il Presidente degli Stati Uniti; “È un grande affare. Guarda, quello che è successo con la Cina con questo virus, quello che hanno fatto in questo Paese e in tutto il mondo è vergognoso.” L’annuncio è arrivato poche ore dopo le parole del Segretario di Stato Michael Pompeo, che in un’intervista a Fox News aveva anticipato il tentativo di bloccare l’app dal mercato americano: “Consiglierebbe di scaricare TikTok?” "Solo se vuoi che le tue informazioni private finiscano nelle mani del Partito Comunista Cinese.”
Trump non ha rilasciato ulteriori dettagli, ma ha ammesso che il ban di TikTok è “uno dei tanti modi per colpire il governo di Pechino, colpevole di aver infettato circa 3 milioni di persone negli Stati Uniti e uccise oltre 130.000.” La reazione degli utenti si è subito fatta sentire: già in guerra con Trump per aver boicottato il comizio a Tulsa, Oklahoma, dopo le ultime dichiarazioni i TikToker di tutto il mondo hanno iniziato a recensire negativamente la app del governo (Official Trump 2020 App) nella speranza che sia eliminata dal catalogo: “Rimangiati semplicemente quello che hai detto che avresti fatto a TikTok, perché stai portando via una delle app più utilizzate di sempre per esprimersi liberamente in America. È quasi come se stessi cercando di toglierci i nostri diritti perché non ti piace quanto potere sta dando ai giovani per comunicare e diffondere un messaggio,” si legge in una delle recensioni.
La presa di distanza dalla Cina
Di proprietà della società ByteDance, con sede a Pechino, TikTok oggi è la startup con più valore al mondo (oltre 110 miliardi di dollari) e durante i mesi di lockdown ha superato i due miliardi di download. L’app si è sempre tenuta lontana dalle accuse di affiliazione al governo cinese. Di recente, per esempio, la società ha annunciato (insieme a Google, Facebook e Twitter) che TikTok non sarà più disponibile negli App Store a Hong Kong: una presa di posizione importante che contesta la nuova legge sulla sicurezza cinese, che impone alle società tecnologiche di condividere con il governo i dati degli utenti. A ben guardare, TikTok non è mai stato disponibile in Cina: per il mercato domestico la ByteDance ha lanciato altre app simili, come Douyin e Toutiao, che da sole contano 1,5 miliardi di utenti (da aggiungersi ai 2 miliardi nel resto del mondo). Non solo, la sede principale di TikTok è a Los Angeles, l’hub per il mercato europeo è a Londra e a maggio come nuovo CEO è stato nominato l’americano Kevin Mayer, ex-manager di Walt Disney responsabile del lancio e del successo di Disney+.
La violazione della privacy
Tra le accuse principali c'è quella di violare la privacy dei dati dei suoi utenti. Non è la prima volta per TikTok, che di recente è stata accusata di aver violato la privacy dei dati biometrici di alcuni minorenni in Illinois e in California. A gettare benzina sul fuoco, stando a quanto ha riportato il New York Times, nei giorni scorsi Amazon avrebbe mandato una mail ai suoi suoi dipendenti chiedendo di cancellare TikTok da tutti i dispositivi con cui si collegano alla mail di lavoro. La notizia è stata subito commentata da un portavoce, che ha dichiarato che l’e-mail è stata inviata per errore e che le politiche della compagnia nei confronti di TikTok non sono cambiate. Infine, soltanto qualche settimana fa l’India l’ha messa al bando con l’accusa di “pregiudicare la sovranità e l’integrità dell’India, la sua difesa interna, la sicurezza dello Stato e l’ordine pubblico.” La decisione è stata applaudita negli Stati Uniti sia da Pompeo che da Nikki Haley, membro di spicco del Partito Repubblicano.
Good to see India ban 59 popular apps owned by Chinese firms, including TikTok, which counts India as one of its largest markets. India is continuing to show it won’t back down from China’s aggression. https://t.co/vf3i3CmS0d
— Nikki Haley (@NikkiHaley) July 1, 2020
L’ostilità nei confronti di TikTok non si ferma agli Stati Uniti: di recente, un portavoce del governo australiano ha dichiarato che l'app potrebbe essere “un servizio di raccolta dati mascherato da social media.” TikTok per il momento ha preso le distanze da qualsiasi accusa: “TikTok è guidata da un CEO americano, con migliaia di dipendenti che lavorano sul prodotto, sulla sicurezza e per rispondere alle policy americane,” si legge in un comunicato ufficiale. “La nostra priorità è quella di riuscire a fornire un’esperienza sicura e protetta ai nostri utenti. Non abbiamo mai fornito i dati dei nostri utenti al governo cinese, non lo faremmo se ci fosse richiesto.”