Il food delivery alternativo a Milano
La piattaforma online Sergio vuole riscrivere la definizione di pasto take away
29 Giugno 2020
La volontà è quella di creare una comunità di eccellenze in cui si possa riconoscere chi abbia a cuore la sostenibilità, il buon cibo, la salute e i diritti.
Potrebbero bastare queste parole per riassumere in modo efficace cos'è Sergio e perché promette di essere un progetto molto ambizioso e radicale. Si intrecciano diversi obiettivi e valori, culturali ed etici, in questa piattaforma appena nata, concepita durante il lockdown attraverso videochiamate tra diverse menti sparse in altrettanti stati europei, che hanno scelto però Milano come città in cui lanciare la piattaforma.
Non a caso Milano, da sempre terra di sperimentazione anche in campo gastronimico, è la città che più di tutte in questi ultimi anni ha visto l'evoluzione dei ristoranti in veri e propri brand, ognuno con un'estetica e una comunicazione propri, e che ha reso la cultura della consegna dominante, elevandola a status symbol. All'indomani del lockdown, però, e con il dibattito sui diritti dei rider sempre più centrale, potrebbe non essere questo il modello vincente per la città.
L'idea alla base di Sergio infatti è cambiare radicalmente il concetto di food delivery e di take away, pensato non più come un'alternativa last minute, dettata dalla mancanza di alternative, di tempo o di voglia di mettersi ai fornelli, quanto invece come una scelta consapevole, e per questo programmata con anticipo.
Con ordini che pretendono una consegna immediata le cucine devono risparmiare su lavoro e ingredienti, non sanno come e cosa ordinare ai fornitori per il giorno successivo, e tutto per soddisfare un vizio non necessario. Questo è un sistema che dà l’illusione di essere utile, ma in fondo nessuno ci guadagna. Inoltre molti ristoranti non si riconoscono in questi concetti, e anche se volessero partecipare a queste corse all’ordine dovrebbero modificare di molto il loro prodotto, per renderlo adattabile a un ordine fulmineo e una consegna in bici o motorino altrettanto fulminea, ha raccontato un rappresentante di Sergio a nss magazine.
Il processo è semplice: sul sito di Sergio si seleziona un ristorante o un ingrediente, il menù e il vino che si desidera consumare e si seleziona infine la data di consegna o di ritiro. Dopo anni in cui ha trionfato la cultura del packaging, dell'estetica Instagram-friendly, dell'immagine a discapito della sostanza, Sergio vuole rimettere al centro la cultura del buon cibo.
La bussola secondo cui abbiamo scelto i ristoranti è semplice: cucina di qualità. I ristoranti che si trovano su Sergio sono diversi ma hanno una forte identità espressa attraverso i loro piatti. La cucina è cultura, è un linguaggio, e come ogni forma culturale prospera nella diversità.
Alla base di Sergio c'è senza dubbio una visione di convivialità, di vita lenta, di condivisione di un pasto in netta opposizione alla vita frenetica a cui eravamo abituati prima della pandemia, e che in tempi di lockdown abbiamo rivalutato.
Potremmo parlare di benessere dello spirito, cioè mangiare bene e senza fretta, godendosi il momento con consapevolezza. E anche il sistema di ordine, nel nostro piccolo, è tarato su questa filosofia: ordinare da un ristorante che hai scelto a partire da un ingrediente, ad esempio, è molto diverso dallo scrollare un’app per cercare la consegna più veloce al prezzo più conveniente. Per quello, ci sono altre piattaforme.
Ponendosi in netto contrasto con i servizi di consegna più noti, da Glovo a Deliveroo, in cui le condizioni di lavoro sono spesso ai limiti dello sfruttamento, il desiderio è rendere il servizio di delivery più sostenibile, sia per i ristoranti che per i lavoratori, proponendosi inoltre come un modo diverso ed efficace per i ristoratori di uscire da questi mesi difficili.
Molti dei ristoratori che hanno aderito hanno studiato menù specifici per Sergio, il che significa creare una linea di valore parallela a quella del servizio di sala. Questa è un’enorme opportunità per loro, perché adattare il contenuto al formato è molto importante: è un’altra possibilità di innovare il settore della ristorazione e di essere più elastici e reattivi per un futuro che, nel bene e nel male, lo richiederà sempre di più. Senza, però, che qualcuno ne faccia le spese umanamente.