I 10 film più disturbanti sui vicini di casa
Il voyeurismo non passa mai di moda
16 Maggio 2020
L’erba del vicino è sempre più verde, recita un popolarissimo proverbio italiano. In queste settimane di reclusione, poi, i vicini di casa sono diventati i protagonisti della commedia (o della tragedia) che si è consumata fra le mura di casa. Sarà per questo che la storia del cinema è costellata di film che hanno rivolto la loro curiosità (a volte vera ossessione) per gli inquilini della porta accanto.
Tutto è iniziato, nemmeno a dirlo, con La finestra sul cortile di Alfred Hitchcock, inserito dall’American Film Institute nella classifica dei migliori 100 film statunitensi di tutti i tempi. Ma Hitchcock non ha fatto altro che dare il via a un vero filone di film sul voyeurismo. Da Rosemary’s Baby – Nastro rosso a New York di Roman Polański a Suburbicon di George Clooney, passando per il perbenismo di American Beauty e il sadismo killer di Funny Games, il mito del vicino di casa ha cambiato forma, trasformandosi di volta in volta nei mostri più spaventosi che abitano l’inconscio. Con un’unica caratteristica che è rimasta costante negli anni: è spaventoso.
nss magazine ha selezionato (rigorosamente in ordine cronologico) i 10 film più belli e sconvolgenti che hanno puntato i riflettori sulla proverbiale porta accanto.
La finestra sul cortile, Alfred Hitchcock (1954)
Sul grande capolavoro di Hitchcock c'è ben poco da dire: è, effettivamente, un capolavoro. Il teleobiettivo di James Stewart è passato alla storia, così come gli outfit di Grace Kelly mentre legge Harper's Bazaar e prega il suo fidanzato di lasciarla diventare una moglie eternamente fedele. Grazie a un utilizzo completamente innovativo della soggettiva, il racconto cinematografico non è mai stato così intenso (e frustrante).
Rosemary’s Baby - Nastro rosso a New York, Roman Polański (1968)
Forse il più grande capolavoro di Polański, con l'indimenticabile interpretazione di Mia Farrow (e pensare che all'inizio il regista aveva scelto Jane Fonda). Rosemary's Baby è un gioiello: uno schiaffo fragoroso in chiave horror alla società ottusa. Il bello dei film sui vicini di casa è anche questo: possono avere più di cinquant'anni e sembrare spaventosamente attuali anche ai giorni nostri.
L’inquilino del terzo piano, Roman Polanski (1976)
Polanski ci riprova qualche anno più tardi, nel 1976, firmando (e interpretando) un altro dei film più belli di tutta la sua carriera: L’inquilino del terzo piano, insieme alla meravigliosa Isabelle Adjani. Il film è bello, non merita nemmeno il paragone con il precedente, ma lascia uno strano senso di malinconia, quasi una saudade: Isabelle Adjani non è mai più stata così raggiante.
I vicini di casa, John G. Avildsen (1981)
È l'ottavo e ultimo film di John Belushi. Se non vi basta, è il terzo insieme a Dan Aykroyd, suo partner già sul set di The Blues Brothers. Ancora? C'è anche Cathy Moriarty, solo un anno dopo il suo debutto cinematografico in Toro scatenato di Martin Scorsese. Le riprese furono un disastro, ma mai quanto la risposta del pubblico, che lo liquidò come un flop. Ironia della sorte, oggi è un cult.
Edward mani di forbice, Tim Burton (1990)
Indimenticabile performance di Johnny Depp, al primo incontro con il suo pigmalione Tim Burton. Piccolo gossip: sarà anche passato alla storia il suo tatuaggio "Winona forever" dedicato a Winona Ryder (trasformato in "Wino forever" in seguito alla fine della loro relazione), ma questo film è l'unico in cui recitano insieme. Quanto ci mancano gli anni Novanta!
American Beauty, Sam Mendes (1999)
Il nuovo millennio si apre con una bomba. Vincitore di 5 Premi Oscar®, 3 Golden Globe® e una quantità incalcolabile di altri premi collaterali, American Beauty è semplicemente stupendo. E impietoso. La provincia degli Stati Uniti d'America non viene risparmiata in nessuna delle sue più infide sfaccettature (così come sarebbe successo qualche anno più tardi al suo protagonista Kevin Spacey). Il cast fa girare la testa: Annette Bening (una delle più grandi attrici della sua generazione), Wes Bentley, Mena Suvari, Peter Gallagher (prima di The O.C.) e Allison Janney.
Funny Games, Michael Haneke (2007)
Perversione allo stato puro. Michael Haneke torna sul set del suo stesso film del 1997 e ne gira una versione ancora più sadica. Michael Pitt in stato di grazia, insieme a un giovanissimo Brady Corbet, che di lì a breve avrebbe diretto due grandi film: The Childhood of a Leader - L'infanzia di un capo e Vox Lux. La protagonista femminile è Naomi Watts, dopo Mulholland Drive ormai consacrata alla perversione dei suoi registi.
Piccola postilla: nel bene e nel male, non esiste classifica degna di nota se non c'è almeno un film con Naomi Watts.
Drive, Nicolas Winding Refn (2011)
Non proprio un film sui vicini di casa, ma non esiste "ragazza della porta accanto" più dolce di Carey Mulligan (pochi anni dopo avrebbe interpretato la ragazza della porta accanto per eccellenza: Daisy, ne Il grande Gatsby di Baz Luhrmann). Ma la vera star è lui, lui e solo lui: smessi i panni del contadinello de Le pagine della nostra vita e ancora lontano dai balletti di La La Land, Ryan Gosling entra per sempre nella storia. Il suo bomber argentato con uno scorpione d'oro ricamato sulla schiena è uno degli item più iconici del cinema contemporaneo. Quasi quanto le note di "Real human being... And a real hero..."
Cattivi vicini, Nicholas Stoller (2014)
Un po' ignorante, ma non per questo da sottovalutare. Anche perché è arrivato il momento di ammetterlo: Zac Efron è bravo. Anche Seth Rogen è bravo. Se si aggiunge un pizzico di Dave Franco, ecco pronta da servire una vera prelibatezza.
Suburbicon, George Clooney (2017)
Figlio dello stile di Joel e Ethan Coen (che infatti firmano la sceneggiatura), George Clooney (non certo alla sua opera prima da regista) dimostra di aver imparato la lezione. Ispirato a una storia vera, il divo più divo di Hollywood confeziona una grande denuncia al razzismo americano, aiutato dagli amici di sempre Matt Damon, Julianne Moore, Oscar Isaac e dalla baby new-entry Noah Jupe (di recente visto nel film autobiografico scritto da Shia LaBeouf).