Le 5 collaborazioni più insolite fra moda e cinema
Dalla fantascienza firmata Versace alla borghesia milanese secondo Raf Simons
28 Aprile 2020
La cosa più bella del cinema come arte è che ogni dettaglio, dalle inquadrature al set design, comunichi un messaggio e tutti i dettagli riuniti contribuiscano a creare l’identità di un personaggio e a raccontare una storia. Questo è valido anche e soprattutto per il costume design di un film: gli abiti di un personaggio sono un elemento apparentemente silenzioso ma che dice moltissimo di un personaggio e contribuisce a crearne, quasi più di ogni altro, l’estetica. Nel corso della storia del cinema sono stati molti gli stilisti che si sono cimentati nel costume design, portando la propria sensibilità per la couture dalle passerelle allo schermo. Grandi designer come Miuccia Prada e Giorgio Armani hanno creato costumi per film celebri e commerciali, ma ci sono state altre collaborazioni meno convenzionali per piccoli film di culto, spesso rivolte a un unico personaggio o attore del film, ma che ne hanno definito l’identità per i decenni a venire.
Gianni Versace – Dredd (Danny Cannon, 1995)
Dredd - La legge sono io è uno dei film sci-fi/action degli anni ’90 più dimenticati e incompresi. Ispirato alla serie di fumetti della rivista britannica 2000 AD, e portato alla vita con singolare legnosità da un Sylvester Stallone all’apice della sua fama di action hero, il film lasciò i critici e il pubblico perplessi per il suo tono incerto fra la violenza distopica e l’auto-parodia. Riguardato oggi, però, il film è gustoso per la sua estetica over-the-top che è un vero trionfo del camp, specialmente grazie ai costumi disegnati da Gianni Versace. Il grande designer forse non era del tutto a proprio agio nell’ideare abiti futuristici, ma la divisa di Dredd, completa di catene, sospensori e monumentali spalline d’oro rimane a oggi un’icona.
Yves Saint Laurent – Miriam si sveglia a mezzanotte (Tony Scott, 1983)
Tutti conoscono l’Yves Saint Laurent classico, quello della raffinata moda parigina – ma cosa succederebbe se quello stesso stilista decidesse di disegnare i costumi per un film di vampiri? Miriam si sveglia a mezzanotte è uno degli horror più cult degli anni ’80, con un cast eccezionale composto da Catherine Deneuve, David Bowie e Susan Sarandon. Il film ha largamente ispirato la vampire fiction come la conosciamo oggi. Le sue atmosfere ovattate, da rivista, la colonna sonora goth-metal aperta da un vero concerto dei Bauhaus oltre che la celebre scena lesbo fra Catherine Deneuve e Susan Sarandon sulle note del Duetto dei Fiori di Leo Dèlibes lo hanno reso una pellicola di culto. Saint Laurent ha disegnato tutti gli abiti di Catherine Deneuve per il film, creando un'estetica unica, sospesa fra l'opulenza di una raffinata grand dame francese e la trasgressione di una dominatrix, specialmente nel caso dell’iconico completo nero con scollo profondissimo della ormai celebre scena iniziale.
Raf Simons – Io sono l’amore (Luca Guadagnino, 2009)
Prima di raggiungere la celebrità internazionale con Chiamami col tuo nome, Luca Guadagnino aveva già creato delle vere e proprie gemme cinematografiche ambientate nel mondo dell’alta borghesia italiana. Il più bello di questi film è Io sono l’amore, storia di una ricca famiglia milanese guidata dalla matriarca Tilda Swinton i cui outfit per il film sono stati disegnati da Raf Simons ai tempi in cui era il creative director di Jil Sander. Si tratta di abiti classic e per certi versi molto tradizionali, a cui è applicato un approccio minimalistico in cui tutta l'audacia è affidata all'uso di colori ora accesi ora chiarissimi.
Rick Owens – Tank Girl (Rachel Talay, 1995)
Un altro film distopico, questa volta tratto dall’omonimo fumetto underground di a Jamie Hewlett e Alan Martin e con un cast prevalentemente femminile. La costume designer del film è la nominata all’Oscar Arianne Philipps, la stessa costumista responsabile degli outfit di C’era una volta a Hollywood e A single man, ma è stata lei stessa a rivelare di recente in un’intervista a Dazed che un giovane Rick Owens, che a quei tempi aveva fondato il suo brand da circa un anno, ha collaborato con lei alla definizione dell’estetica punk del film e aveva creato una giacca, una gonna e un cappotto avant-garde mescolando tessuti provenienti da stock militari, denim e cuoio.
Jean-Paul Gaultier – Il quinto elemento (Luc Besson, 1997)
Forse uno dei film di fantascienza più cult degli anni ’90, anche se non uno dei più riusciti sul piano della sceneggiatura, Il quinto elemento si trova in equilibrio perfetto tra esagerazione e commedia. Jean-Paul Gaultier disegnò tutti i costumi del film, dagli outfit tech indossati da Bruce Willis e i completi in gessato decostruiti di Gary Oldman, fino alla divisa sexy delle hostess e al costume a strisce di Milla Jovovich, che in una serie di scene del film indossa una salopette futuristica abbinata ai suoi capelli. Ma i pezzi più iconici del guardaroba del film sono destinati al personaggio di Chris Tucker – forse il più iconico mai interpretato dall’attore americano e anche il meglio vestito, con una serie di completi androgini che vanno dal leopardato fino al bianco e nero decorato di rose.