La Spagna sta dominando il catalogo di Netflix
Da 'La casa di carta' a 'Élite', la metà dei contenuti più visti su Netflix è di produzione spagnola
12 Aprile 2020
Da pochi giorni è arrivata su Netflix la quarta parte de La casa di carta. Stando ai dati, si tratta della serie non in lingua inglese più vista di tutta la piattaforma, nonché la più popolare in assoluto in Italia nel 2019. Ma non è il solo contenuto spagnolo che sta spopolando sulla piattaforma: nell'ultima settimana nella Top 10 dei contenuti più visti su Netflix i titoli spagnoli sono 5 su 10.
Al terzo posto, dietro appunto a La casa Carta e al suo documentario di dietro le quinte, ci sono anche Élite – che resiste nonostante la terza stagione sia uscita ormai un mese fa – e Toy Boy, un’altra serie trash sulla vendetta di uno spogliarellista ex-galeotto. Trainata dal loro successo, di recente è salita in vetta anche Vis à vis, una serie del 2015 che è praticamente una versione hot di Orange Is the New Black. Prima che venisse schiacciato da Tiger King, nelle ultime settimane si è parlato molto anche di un film: Il buco (El hoyo). Ricoperto di critiche, prima di finire su Netflix aveva debuttato al Toronto International Film Festival e in Italia al Torino Film Festival, forse il festival di cinema indipendente più importante in Italia.
La produzione mediatica spagnola è la seconda più seguita di tutto il mondo – dopo quella statunitense - e in pochi si spiegano il perché di questa rapida ascesa. Tuttavia il successo non è casuale: si tratta una strategia abbastanza precisa messa in atto dalla divisione spagnola di Netflix che oggi sta pagando i suoi frutti.
Tra gli altri titoli spagnoli sulla piattaforma ci sono anche Pelle, un film su un gruppo di persone nate con malformazioni fisiche (praticamente Glee feat. American Horror Story: Freakshow) e Contratiempo (l’Italia ne vanta addirittura un remake: Il testimone invisibile, con Riccardo Scamarcio). Tra le serie: Alto mare, una versione cheap del Titanic con Jon Kortajarena; Le ragazze del centralino, una serie sul femminismo negli anni Venti, ormai alla quinta stagione.
C’è da ammettere che per tanti anni la scena mediatica spagnola è stata dominata da pochissimi nomi, tutti dal mondo del cinema: Pedro Almodóvar, Penélope Cruz, Javier Bardem e Antonio Banderas. Ma Almodóvar non è il regista spagnolo più bravo al mondo, soltanto il più famoso. Una sorte peggiore è toccata alla produzione televisiva: gli unici due prodotti di successo europeo negli ultimi anni sono stati Il segreto (una telenovela nel senso più classico) e Paso Adelante. Qualcuno potrebbe gridare alla “rivincita della Spagna”, ma sarebbe ingenuo pensare che sia merito di un interesse spontaneo del pubblico. Al contrario, tutto quest’entusiasmo è abilmente manipolato dagli algoritmi che regolano Netflix nella sua produzione di contenuti.
Si prenda l’esempio più famoso: La casa di carta (La casa de papel il titolo originale, Money Heist il titolo internazionale). La serie non nasce su Netflix: la prima stagione andò in onda nel 2017 su Antena 3, la principale rete privata spagnola. La prima puntata, trasmessa dopo una partita di Champions League tra Real Madrid e Atletico Madrid, registrò un picco d’ascolti di 4 milioni di telespettatori, ma i suoi numeri andarono via via calando. Insomma: era una serie come un’altra. Fu Netflix a intuirne il potenziale: una volta acquisiti i diritti, trasformò i 15 episodi della prima stagione in 22 episodi divisi in due stagioni, doppiati e pronti per la distribuzione internazionale. Dato il successo, ne ordinò una seconda da dividere a sua volta in due parti (la terza e la quarta serie): la terza fu vista da 24 milioni di utenti solo nella prima settimana, un record che la quarta ha battuto nei primi tre giorni. Grazie anche a idee un po’ “facilone” ma efficaci (come la maschera di Dalì, che fa il verso a quella di Guy Fakes di V per Vendetta, o canzoni simboliche come Bella Ciao o Ti amo di Umberto Tozzi), La casa di carta è diventata il prodotto seriale di punta di Netflix, nonché un cult.
Netflix sa come si gioca.
Non è un caso che anche gli attori coinvolti siano sempre gli stessi: le “celebrità spagnole di Netflix” viaggiano da una serie a un’altra e si portano dietro i fan. È il caso di Miguel Herrán, Jaime Lorente e María Pedraza (rispettivamente Rio, Denver e Alison Parker de La casa di carta), protagonisti anche di Élite; o di Alba Flores e Najwa Nimri (Nairobi e Alicia Sierra ne La casa di carta), così amate dal pubblico da convincerlo a recuperare dal dimenticatoio Vis à vis. Il loro successo è senza precedenti per la TV spagnola: Danna Paola di Élite ha più di 20 milioni di follower su Instagram (più di Chiara Ferragni), Úrsula Corberó (Tokyo de La casa di carta) e Ester Expósito (Carla di Élite) più di 16 milioni, mentre Arón Piper (Ander di Élite) ha da poco superato i 10. Su questa onda è stato annunciato che Diana Gómez, Tatiana ne La casa di carta, sarà protagonista della nuova serie Valeria, a maggio su Netflix.
Ancora una volta, Netflix si è garantita l’esclusiva su tutte le produzioni più hype dei prossimi mesi. Ma come nss magazine ha già fatto notare, la vita dei prodotti mediali oggi è cambiata: i contenuti sono troppi, Netflix li carica alla velocità della luce e lo spettatore è obbligato a un consumo bulimico. Per adesso, non resta che prenderli e goderceli tutti; per quanto ne sappiamo, l’interesse verso la Spagna potrebbe esaurirsi prima dell’arrivo della nuova stagione di Élite.